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    Presidente Oliverio "Taglio uffici postali è macelleria sociale"

     

     

    Presidente Oliverio "Taglio uffici postali è macelleria sociale"

    13 lug 12 "Ancora tagli e tagli. Altro che macelleria sociale. Qui, in nome dell'affermazione esasperata di una logica esclusivamente ragionieristica basata sul rapporto costi-ricavi, si continuano a cancellare, come se nulla fosse, i diritti fondamentali dei cittadini conquistati a fatica con anni di lotte e sacrifici". Lo afferma il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio circa la notizia secondo cui il Piano di Riorganizzazione inviato da Poste Italiane Spa all'AgCom prevederebbe l'imminente chiusura di ben 1.156 uffici in tutta Italia, di cui circa 100 in Calabria e 38 nella sola provincia di Cosenza. "Agli scippi del Governo-Berlusconi - aggiunge - che ha dirottato verso le regioni del nord trenta miliardi di euro del Fondo delle Aree Sottoutilizzate (Fas) destinati al Mezzogiorno e alla Calabria si sono aggiunti prima i tagli lineari del Governo Monti alle scuole, alle università, ai treni, agli ospedali, alle Province e agli uffici giudiziari (Preture, Tribunali, Uffici dei Giudici di Pace, ecc.) ed ora la chiusura degli uffici postali che, insieme alle farmacie, alle scuole e alle Stazioni dei Carabinieri rappresentano, in molti piccoli centri della nostra provincia, gli ultimi avamposti della presenza dello Stato. Tutto ciò è veramente assurdo ed insopportabile! Servizi essenziali come quelli offerti dagli uffici postali che permettono alle persone anziane di riscuotere la pensione e alle famiglie di pagare le bollette di gas e luce e di custodire quei risparmi che hanno contribuito per anni alla crescita di tutto il Paese, non possono essere tagliati, perché a pagarne le conseguenze più pesanti sarebbero, come al solito, le fasce più deboli della popolazione". "Se insieme a ciò - prosegue Oliverio - si considera l'effetto devastante che questo provvedimento avrebbe anche sul piano occupazionale, si capisce bene perché, in una regione come la nostra, dove la percentuale di disoccupati ed inoccupati tocca ormai punte drammatiche, questa decisione non può essere assolutamente condivisa e accettata, nonostante i dirigenti di Poste Italiane Spa continuino a parlare di una generica riconversione degli uffici in centri multiservizi che non ci convince affatto e che, a nostro parere, è solo l'anticamera della chiusura delle sedi postali. Per quanto ci riguarda saremo vigili e attenti e ci opporremo a qualsiasi eventuale ipotesi di chiusura degli uffici postali con tutte le nostre forze e con tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare in modo che, soprattutto in molti centri della nostra provincia maggiormente esposti a rischio spopolamento, lo stato sociale non diventi solo un vago e lontano ricordo"

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