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    Il Consiglio regionale discute tagli tribunali della spending review

     

     

    Il Consiglio regionale discute tagli tribunali della spending review "Ricorreremo a Consulta"

    09 lug 12 Il Consiglio regionale ha avviato i lavori della seduta straordinaria con una relazione del presidente Francesco Talarico. All'ordine del giorno della seduta le iniziative in ordine alla decisione del Governo di tagliare alcuni Tribunali della Calabria. Sono presenti parlamentari, magistrati ed amministratori dei Comuni interessati dai circondari giudiziari di cui il governo ha proposto la chiusura. Così la seduta si è chiusa con l'approvazione all'unanimità di un ordine del giorno, nel quale si ipotizza anche il ricorso alla Corte Costituzionale . Nell'ordine del giorno si impegna il Presidente della giunta, Giuseppe Scopelliti, in "raccordo con le rappresentanze istituzionali e la deputazione calabrese a svolgere una incisiva azione presso le competenti Commissioni parlamentari, nell'ambito della riorganizzazione degli uffici giudiziari sul territorio calabrese a tutela dell'attuale organizzazione; impegna altresì il Presidente della Giunta regionale a farsi portavoce presso il Governo nazionale della necessità per il territorio regionale calabrese di un rafforzamento della presenza dello Stato, attraverso la promozione di un tavolo di confronto per trovare le soluzioni più adeguate alle esigenze del sistema giudiziario calabrese, ed assumere ogni iniziativa utile a difesa della presenza dei sopprimendi Tribunali e dei Giudici di Pace nei comuni al di sopra dei quindici mila abitanti, da considerarsi quali incancellabili baluardi della presenza dello Stato sul territorio, individuando, in alternativa, percorsi di minor impatto sociale per favorire una più efficiente amministrazione della giustizia ed una più radicale diffusione della cultura della legalità". Infine nel provvedimento varato si fa riferimento anche all'ipotesi di "valutare l'opportunità di presentare apposito ricorso innanzi alla Corte Costituzionale". In chiusura, il Presidente Talarico ha ringraziato tutti i partecipanti al dibattito, soprattutto i rappresentanti dei tribunali, delle organizzazioni sindacali, la deputazione calabrese. Ha quindi informato l'Aula della richiesta di 10 consiglieri regionali delle province di Crotone e Vibo Valentia di una convocazione del Consiglio per discutere sulla paventata soppressione di questi Enti. "Un punto che sarà affrontato - ha deciso Talarico nella seduta dell'Assemblea regionale già fissata per il prossimo 17 luglio". Per quella data c'era però l'impegno, ribadito in aula da Giuseppe Giordano IdV, a discutere della centrale a carbone di Saline ioniche. Talarico ha informato i consiglieri di una lettera del Presidente Scopelliti che ha chiesto la convocazione di una apposita seduta sull'argomento, avanzando l'ipotesi di una seduta che dovrebbe tenersi tra il 17 luglio e 3 agosto, date nelle quali sono già state convocate riunioni del Consiglio regionale.

    "Esprimiamo soddisfazione per la decisione del presidente Francesco Talarico di inserire, quale unico punto all'ordine del giorno della seduta del Consiglio di martedì 17 luglio, la vicenda gravissima della soppressione delle Province di Crotone e Vibo". E' quanto affermano i consiglieri regionali Alfonso Dattolo, Francesco Sulla, Salvatore Pacenza, Franco Pugliano, Emilio De Masi, Bruno Censore, Nazareno Salerno, Alfonsino Grillo, Ottavio Bruni e Francescantonio Stillitani. "Siamo dell'avviso - aggiungono - che con la scelta di cancellare le due Province calabresi si stia commettendo un errore di valutazione assai preoccupante per gli effetti nocivi che ne potrebbero derivare sul piano sociale. Secondo noi, si è dinanzi ad un assurdo taglio lineare assolutamente ingiustificato che richiede una mobilitazione compatta di tutte le forze politiche e sociali, per tentare di focalizzare l'attenzione sui rischi che si corrono attraverso soppressioni unilaterali che produrrebbero ulteriori guasti per una regione già svantaggiata".

    Scopelliti chiede incontro con Ministro. "Viviamo un momento particolare e la spending review sembra diventata l'unica strada per affrontare la crisi del Paese anche se in alcuni suoi contenuti alcune Regioni ne hanno anticipato le direttrici". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, nel corso della riunione di stamattina del Consiglio Regionale, convocato in forma straordinaria sul taglio degli uffici giudiziari. "Sulla chiusura dei Tribunali - ha detto Scopelliti - ho già chiesto dal 24 maggio scorso un incontro al ministro Severino senza finora avere avuto alcun riscontro. Se un presidente di Regione chiede un incontro al governo io credo debba essere ascoltato. Dico di più: in più circostanze a vari parlamentari che mi chiedevano un parere ho risposto che la Calabria è una e non ci sono Tribunali da chiudere. Il nostro messaggio però non é stato recepito dal Ministro e ciò ha prodotto l'inizio di alcune emergenze, come gli avvocati saliti sul tetto del Tribunale di Lamezia Terme, di cui non ne abbiamo bisogno. Quattro Tribunali da chiudere creano allarme e inquietudine nell'opinione pubblica calabrese. E oggi, in presenza dei parlamentari qui presenti di ogni schieramento politico possiamo preparare un'azione unitaria forte e utile per porre in essere un discorso chiaro al Governo. Possiamo far partire dalla Calabria un segnale di forte dissenso riaffermando che la deputazione calabrese, come espressione del territorio, non accetta tagli senza discutere". "Guardate - ha continuato - che la nostra è una situazione comune alla Campania, Puglia e Basilicata. Voglio inoltre ricordare che quei Tribunali che si vuole chiudere hanno prodotto importanti risultati, come la procura di Paola, di Lamezia Terme di Corigliano soprattutto in ordine alla salvaguardia dell'ambiente. Ecco perché la Calabria vuole certezze che questi quattro Tribunali siano mantenuti perché sono utili ai cittadini ed alla legalità. Infine - ha detto Scopelliti - come d'accordo con il presidente Talarico, il consiglio regionale tornerà a riunirsi per le sorti delle Province con l'obiettivo di far emergere un ragionamento unitario su tagli che non producono alcuna crescita e sviluppo della legalità nei nostri territori".(

    Introduzione Talarico: Onorevoli colleghi, ho voluto convocare una seduta urgente e straordinaria del Consiglio Regionale, aperta a rappresentanti di istituzioni ed enti locali, che ringrazio per la loro presenza, per un confronto sul provvedimento approvato dal Governo che cambia la geografia giudiziaria nel Paese e prevede la soppressione di ben quattro sedi giudiziarie nella nostra regione: Castrovillari, Rossano, Paola e Lamezia Terme. Si tratta di una decisione inopportuna e irresponsabile, in un momento, semmai, in cui servirebbe una intensificazione dell’azione delle istituzioni, sostenendo il lavoro che, spesso in solitudine, svolgono magistrati e forze dell’ordine, che, peraltro, negli ultimi tempi, hanno ottenuto risultati molto positivi. La massima assise regionale, è chiamata oggi a discutere e ad individuare un percorso comune, che possa far sentire forte il dissenso rispetto ad un provvedimento che non tiene conto delle reali esigenze del nostro territorio. Vogliamo inviare un messaggio unitario, chiaro e forte al Governo nazionale, per spiegare che la Calabria non può subire continue penalizzazioni in un settore decisivo come quello della Giustizia. Vogliamo alzare la voce contro una decisione burocratica e ingiusta. Siamo consapevoli che, le nostre, non sono rivendicazioni di tipo localistico, ma derivano dalla conoscenza diretta della condizione sociale della nostra Regione, soffocata dalla presenza forte e radicata della criminalità organizzata che limita, da tempo, le libertà democratiche e civili dei cittadini. Più volte, abbiamo discusso e approvato, in questa sede istituzionale, documenti inviati puntualmente al presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere e al Governo, prospettando i rischi derivanti dall’indebolimento del sistema giudiziario in Calabria. Più volte lo stesso Presidente Scopelliti, i rappresentanti calabresi in Parlamento, di tutti gli schieramenti politici, le numerose associazioni, gli ordini professionali e le rappresentanze sindacali e di categoria, hanno messo in evidenza che la Calabria si trova in una situazione storica delicata, in cui è necessario che lo Stato sia sempre più presente, per garantire libertà e diritti costituzionali, ribadendo che queste premesse sono essenziali per poter crescere e creare sviluppo. Tutto ciò è rimasto puntualmente inascoltato. Le nostre proposte, le nostre osservazioni, i nostri suggerimenti, gli allarmi dell’intera classe dirigente e politica, su queste questioni, sono state scambiate per generiche rivendicazioni. Si tratta di sottovalutazioni superficiali e di atteggiamenti probabilmente inconsapevoli, che danno l’idea di una vera e propria, pericolosissima, fuga dello Stato dalle sue funzioni e dalle sue responsabilità, in territori dove servirebbe una intensificazione massiccia, straordinaria, forte, dell’azione delle istituzioni contro il fenomeno mafioso. Lottare e battere la ‘ndrangheta, che corrode l’ossatura della nostra regione, non può essere delegato ai cittadini, o considerare che si tratti di un problema soltanto dei calabresi e delle istituzioni che li rappresentano nel territorio. Nel ridisegnare una nuova geografia giudiziaria del Paese, aver voluto individuare criteri, quali, per esempio, il numero di abitanti, il numero dei magistrati, e l’essere Provincia, come condizione per la permanenza dei Tribunali, è profondamente sbagliato poiché, a mio avviso, il criterio principale che avrebbe dovuto guidare il lavoro di chi ha deciso, sarebbe dovuto essere, in primo luogo, la presenza pervasiva e pericolosa della criminalità organizzata sul territorio. La Calabria, sta producendo ogni sforzo utile, in tutte le sue componenti, tutti insieme, cittadini e istituzioni, per accorciare le distanze storiche che esistono nel Paese e per riaffermare i principi della democrazia, in territori dove c’è bisogno di irrobustire la presenza dello Stato e non di indebolirla. Volere più Stato, efficiente, funzionante, garante di principi e capace di far osservare le regole e le leggi, significa sentire il senso dello Stato, conoscere i doveri e progettare responsabilmente il futuro, attraverso valori essenziali da trasferire alle nuove generazioni. Le particolari e difficili condizioni del Paese, e i provvedimenti conseguenti che si stanno adottando, per risanare le finanze dello Stato, ci stanno imponendo sacrifici enormi e noi non vogliamo sottrarci a questo sforzo collettivo del Paese. La spending review, che è nata per evitare inefficienze, eliminare sprechi e ottenere risorse da destinare allo sviluppo, è necessaria per evitare che il nostro Paese corra quei rischi che hanno contagiato altri paesi dell’Unione Europea. Ci rendiamo tutti conto che non possiamo più ragionare come prima. Occorrono riforme, innovazione, modernizzazione e soprattutto nuova mentalità degli amministratori locali e devo dire che la nostra regione lo sta facendo, fino in fondo, tagliando sperperi e sprechi. La decisione di sopprimere i Tribunali, però, purtroppo, è stata adottata senza avere chiara la percezione delle conseguenze che possono derivarne sul piano dell’ordine pubblico e dei pericoli di un’implosione sociale estesa, se si sommano agli altri provvedimenti, già fortemente penalizzanti per il nostro territorio: dalla chiusura degli ospedali, alla soppressione delle province, alle limitazioni nella comunicazione ferroviaria e autostradale. Considerare i Tribunali di una regione con una particolare condizione sociale come la Calabria, già sfavorita dalle tante sofferenze e dalle inutili attese, a cominciare dalle risorse comunitarie sottratte e da quelle nazionali non elargite, alla stregua di piccoli tribunali che ingombrerebbero la modernizzazione del futuro sistema giudiziario, significa considerare ancora una volta la nostra terra una piccolissima insignificante realtà. E non, invece, la vasta area da cui può passare lo sviluppo del Mezzogiorno, in una prospettiva di dialogo e di scambio con tutta l’area mediterranea. Una prospettiva che può consentire lo scatto che serve al Paese, per restare unito ed essere più forte in Europa. Per noi, le sedi giudiziarie che si vogliono tagliare, come abbiamo ripetuto più volte, sono “insopprimibili” e vogliamo che queste nostre ragioni siano spiegate con una sola e forte voce, da tutta la comunità calabrese, in tutte le sue componenti istituzionali, sociali e civili. Una voce forte, responsabile, senza atteggiamenti di sudditanza, contro una decisione che consideriamo miope e formalista. Abbiamo, davanti a noi, passaggi decisivi prima che il provvedimento diventi definitivo e dobbiamo, in questo arco di tempo, produrre ogni sforzo utile, per far capire, nelle sedi competenti, le nostre ragioni. Mi riferisco, in particolare, ad una richiesta di audizione urgente alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, che chiediamo per rappresentare la particolarità dei tribunali calabresi, rispetto ai tagli effettuati in altre aree del paese. Già il Ministro della Giustizia, derogando alle regole statistiche scelte come parametro di efficienza degli uffici giudiziari da salvare, ha riconosciuto, giustamente, una eccezione: il tribunale di Marsala, in Sicilia, che nonostante abbia in organico un numero di magistrati inferiore ai parametri individuati, proprio in considerazione della forte presenza della criminalità organizzata non è stato oggetto di alcun provvedimento di accorpamento. Noi rivendichiamo per la Calabria la stessa deroga. Che la ndrangheta sia radicata sull’intera Regione e venga definita la più potente organizzazione criminale del mondo, lo dicono gli esperti, i magistrati che conoscono il fenomeno e lavorano per sconfiggerla, spesso senza mezzi e forze adeguate. Per sconfiggerla definitivamente, e non abbandonare un territorio alla deriva, c’è bisogno che si producano atti concreti. Chiediamo al Parlamento e al Consiglio Superiore della Magistratura, che in passato si era già espresso contro la chiusura di sedi giudiziarie in zone con alto tasso di criminalità, non un’attenzione “particolare” verso la Calabria, ma un’attenzione “giusta”, che tenga conto delle esigenze di una crescita ordinata della nostra società. Una rinnovata organizzazione giudiziaria, deve anche tener conto del peso derivante da disparità storiche esistenti sul territorio nazionale e della necessità di un riequilibrio che crei, con i mezzi più appropriati, le condizioni di libertà e democrazia per promuovere uno sviluppo sociale ed economico duraturo. Il Consiglio regionale si sente vicino alle istituzioni ed ai cittadini di Castrovillari, Lamezia Terme, Paola, e Rossano che, in maniera assai civile, contestano questo atto di autentica ingiustizia. Come è vicino ai magistrati, ai presidenti di Tribunale, agli avvocati e a tutti gli operatori delle giurisdizioni interessate, per la corretta azione finora svolta a difesa dei presidi di giustizia. Ci attendono, nell’immediato futuro, giorni importanti, in cui sarà necessario mettere insieme le nostre forze, il senso unitario delle nostre rivendicazioni e della nostra identità di calabresi. Sono certo che l’intera deputazione calabrese sarà fortemente unita e determinata. Il nostro obiettivo è quello di creare le condizioni per uno sviluppo economico, culturale e sociale libero da condizionamenti illegali, e non possiamo fare a meno di una giustizia che sia presente e non fugga. Sono sicuro che se lavoreremo tutti insieme, in un’azione di condivisione e sinergia tra le diverse istituzioni, per far capire fino in fondo le nostre ragioni, riusciremo a vincere questa battaglia.

    Il dibattito: Nel corso del dibattito in consiglio regionale sul taglio degli uffici giustiziari in Calabria è intervenuto il presidente del Tribunale di Rossano, D'Allitto, che ha sottolineato "l'enorme carico processuale che si trasferirebbe sulla sede del tribunale di Cosenza con lo scioglimento del tribunale di Rossano. Un appesantimento tale che metterebbe in serio pericolo l'efficienza della Giustizia. La preghiera che rivolgiamo alla politica è invece quella di fare funzionare la Giustizia che non può essere vicariata da nessun altra istituzione". L'avv. Gianfranco Palmieri, a nome degli avvocati di Lamezia Terme, ha definito "lodevole l'inizitiva del presidente Talarico, che prospetta le giuste esigenze del mondo delle professioni e del territorio. Lamezia Terme è un tribunale caratterizzato da un alto indice di produttività, e la sua soppressione sarebbe inutile e dannosa e lascerebbe largo spazio alla criminalità organizzata". Per il sindaco di Paola, Ferrari, "in Calabria non esistono tribunali pigri o inutili", un giudizio condiviso anche dai rappresentanti delle amministrazioni comunali di Rossano e Lametia Terme. Angela Napoli, parlamentare di Fli, nel suo intervento ha sottolineato che "sulla questione tutti i parlamentari calabresi si sono attivati ed occorre puntare non solo al discorso dell'incidenza della criminalità organizzata, ma ad altre peculiarità come la funzionalità del territorio". Pino Galati, del Pdl, ha affermato che "si poteva fare di più, per esempio, sulle spese militari tenuto conto dei costi di una nave, e liberando le risorse risparmiate per coprire per intero la riforma delle circoscrizioni giudiziarie. Sono convinto che bisogna difendere la Calabria nella sua univocità, chiedendo un incontro urgente con il presidente Monti con la partecipazione di tutte le forze parlamentari calabresi". Ida D'Ippolito dell'Udc, ha ricordato che "i parlamentari calabresi hanno lavorato per includere la Calabria nei criteri di deroga e il ministro Severino è nelle condizioni di rivedere il mosaico e di ricomporlo". Per il capogruppo consiliare del Pdl, Chiappetta, ha detto che "questa seduta testimonia la capacità di una regione che vuole muoversi insieme su questioni di assoluta preminenza istituzionale. La Calabria non ha mai avuto adeguata considerazione da parte dei governi centrali - ha proseguito - e questo significa perdere di vista i bisogni del territorio, in una realtà dove vige l'emergenza e lo scontro continuo tra Stato e antistato". Sandro Principe, capogruppo del Pd, dopo avere reso noto all'assemblea del mancato recapito degli inviti alla seduta "a quasi tutti i parlamentari del Pd", ha detto che "chiudere i tribunali in Calabria è qualcosa di assurdo". Principe, "per colmare il deficit di rappresentanza istituzionale", ha chiesto che anche i presidenti delle Province di Catanzaro e Cosenza siano invitati a partecipare alle iniziative istituzionali future". Il presidente Talarico, subito dopo, in un suo breve intervento di chiarimento, ha invece confermato gli inviti rivolti a tutta la deputazione parlamentare calabrese all'iniziativa. Per Loiero, "il provvedimento del Governo va modificato, partendo proprio dalla motivazione che questa regione è appesantita in maniera unica dalla presenza della criminalità mafiosa, ed il rifiuto di un incontro del Ministro offende tutta la Calabria, per questo è necessario procedere compatti". Mario Tassone, parlamentare dell'Udc, ha evidenziato che "la battaglia per i tribunali non è per il pennacchio ma nasce da un'esigenza vera della Calabria. I presidi giudiziari vanno tutti salvaguardati dentro una discussione più larga sui ritardi che sconta la Calabria e che va adeguatamente motivata". Per Giovanni Dima (Pdl), "la legge delega al Governo per il riordino delle circoscrizioni giudiziarie ha molto condizionato la nostra attività. C'é una discussione parlamentare in atto - ha ricordato Dima - e proporremo ai capigruppo della maggioranza parlamentare che sostiene il governo a portare in parlamento una mozione già depositata per una deroga alla Calabria, con la massima unità". Iole Santelli (Pdl), dopo avere espresso "solidarietà agli avvocati di Lamezia Terme per i vergognosi attacchi ricevuti per la loro protesta", ha detto che i quattro Tribunali calabresi sono prossimi al minimo di organico di venti magistrati per potere ancora operare. Sono parametri vicinissimi ad un tribunale di media entità e dire che non siano competenti a combattere la criminalità mafiosa, di competenza delle Dda, è assolutamente non veritiero nella realtà perché proprio da quei tribunali sono partite indagini con richieste di centinaia di provvedimenti custodiali, poi assunte dalla Dda". Alfonso Dattolo, capogruppo dell'Udc, a nome delle province di Vibo Valentia e Crotone, ha chiesto al presidente Francesco Talarico di indire una ulteriore seduta straordinaria del Consiglio per affrontare la questione del taglio delle province". Il consigliere regionale dell'Italia dei Valori, Domenico Talarico, ha evidenziato che "noi dell'Idv siamo per la razionalizzazione del sistema giudiziario del nostro Paese ma, il dibattito di oggi in Consiglio regionale, ci sembra del tutto surreale. Assistiamo all'intervento di parlamentari che hanno votato all'unanimità la legge delega e quindi anche i criteri che presiedono ai tagli di cui oggi discutiamo in Consiglio. Ci viene dunque da chiedere loro: perché lo avete fatto? Vorrei ricordare che tra questi vi è anche quello che nega il taglio dei presidi laddove c'é la presenza della criminalità organizzata e dunque, non è possibile chiudere i presidi di legalità in aree come la Sibaritide, il Lametino, il tirreno Cosentino dove c'é una forte presenza criminale. Chiediamo dunque ai parlamentari: che farete nei prossimi mesi quando il provvedimento tornerà nelle Commissioni?". Gli ultimi due interventi del dibattito sono stati quelli di Giulio Serra (Insieme per la Calabria - Scopelliti Presidente) e Alfonsino Grillo (Lista Scopelliti Presidente). Serra ha definito assurdo che una provincia di settecentomila abitanti, come quella di Cosenza possa subire un ennesimo scippo, dopo la soppressione dei treni, le tante strutture sanitarie chiuse o riconvertite. "Sopprimere tre Tribunali così importanti - ha proseguito - vuol dire cancellare anni e anni di storia della Provincia di Cosenza". Nel ricordare le battaglie di qualche anno addietro per la difesa delle sedi di Pretura "che scongiurarono la soppressione di quelle di San Marco Argentano e Acri", Serra ha fatto appello all'unità. "Un impegno comune - ha spiegato - che dobbiamo portare avanti tutti insieme, basando le nostre ragioni su criteri oggettivi, a difesa di tutti e sei i Tribunale che sono oggi in pericolo. E la stessa battaglia presto saremo costretti a farla per le province di Vibo Valentia e Crotone, per contrastare - ha concluso - un'agonia che i Governi centrali stanno facendo della Calabria". Per Alfonsino Grillo, "lasciar passare il Decreto sulla 'spending review' sarebbe un grave errore per tutte le forze politiche di destra e di sinistra". In riferimento alla soppressione dei Tribunali Grillo ha aggiunto che si tratta di una decisione "che non migliora né la qualità, né l'efficienza del servizio. Perché determinerebbe conseguenze ingestibili. Sarebbe stato più conveniente - ha spiegato - costringere queste stesse strutture ad avviare il cosiddetto procedimento telematico". Facendo riferimento al piano di tagli che hanno interessato la sanità in Calabria, Grillo ha parlato di "decisioni frutto di formule matematiche basate su numeri che non hanno nessun fondamento. E la stessa cosa sta avvenendo con i Tribunali". Poi si è soffermato sulle Province, sulle quali il Governo ha concesso una trattativa con le autonomie locali. "Parte del Decreto che per la Calabria risulterà inattuabile - ha concluso - perché il Consiglio regionale non ha ancora istituito il Consiglio delle Autonomie locali e non ha organi di raccordo con le autonomie locali del territorio".

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