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    Uilpa Cosenza “No a chiusura tribunali”

     

     

    Uilpa Cosenza “No a chiusura tribunali”

    08 lug 12 “Non è questo il momento per destra e sinistra per dividersi con un Je t’accuse inutile e controproducente. Ai cittadini non serve! Semmai è il momento per destra e sinistra di capire che è necessario unirsi per un battaglia che vada nella stessa direzione”. Così in una nota le RSU Uilpa Uidag del Tribunale di Paola. “Che cosa vogliamo davvero? –è scritto nella nota- Vogliamo che i Tribunali restino al loro posto e che più di 7.000 persone continuino a lavorare nelle proprie sedi per il bene della collettività; vogliamo che il territorio non diventi un deserto; vogliamo che non si parli di rami secchi per Tribunali altamente produttivi e in grado di dare risposte all’utenza; vogliamo che il Ministro fornisca semmai le risorse che negli ultimi anni sono state negate. L’impressione generale è che il ministro della Giustizia non sappia cosa dice e non sappia cosa fa! Ci si chiede se per difendere casa sua il Ministro è disposto a mettere i cancelli al suo giardino o alla periferia della sua città. Cosenza non può governare da lontano un territorio così vasto con ben 155 Comuni. Se lo Stato arretra di un passo, altre perverse presenze sul territorio ne faranno mille in avanti. La giustizia dev’essere esercitata semmai sul territorio in modo capillare. Negli ultimi anni è stato fatto tutto al contrario, come se fosse sprecato presidiare il territorio e si è arrivati al punto che i dipendenti dei Tribunali calabresi hanno comprato la carta e le spille per le cucitrici con i propri soldi, dopo aver atteso invano non solo risorse materiali, ma anche una riqualificazione professionale che è stata fatta in tutti i Ministeri tranne che in quello della Giustizia, dopo aver visto applicare un ordinamento professionale che ha aumentato mansioni e responsabilità senza un euro in più sullo stipendio. Sappiano i cittadini che le ultime riforme nella giustizia - come per esempio quella in materia di contributo unificato - sono state affrontate dai dipendenti senza ricevere indicazioni o direttive dal Ministero, eppure ordinatamente e confrontandosi pazientemente tra loro hanno cercato di adempiere ai propri doveri con il massimo della cura e della diligenza. Tutto questo la gente non lo sa perché quando il personale della Giustizia ha fatto sciopero, nemmeno i canali televisivi più autorevoli ne hanno parlato... come se la la Giustizia dovesse solo tacere e subire!!! Adesso, però, è arrivato il momento che il Parlamento rappresenti i cittadini italiani, che li rappresenti davvero perché,francamente, noi operatori della Giustizia siamo davvero stanchi di esser presi in giro. Si uniscano le forze politiche e dimostrino di lavorare per il bene di tutti e non è un’esortazione solo a tutela dei dipendenti dei Tribunali, ma di tutti i calabresi. Ci aspettiamo che dal Consiglio regionale convocato per lunedì la classe politica sappia dare esempio di unitarietà nell’interesse dei cittadini. La minestra riscaldata dei sacrifici richiesti dalla Fornero e, adesso, ripropinata dalla Severino ormai ha tediato tutti, anche perché i sacrifici sono richiesti sempre agli stessi. Qualcuno provi a chiedere perché nello stesso CdM che ha soppresso gli Uffici giudiziari, il Ministro abbia nominato altri due sottosegretari e provi a chiedere quanto ci costeranno. Allora, la domanda sorge spontanea: ma sempre noi dobbiamo fare sacrifici? E loro, i politici, i tecnici? Immaginate quanti chilometri dovremo fare per richiedere un semplice certificato, per esercitare un diritto o un dovere, come quello della testimonianza; immaginate il caos che si creerebbe a Cosenza se carte, personale, magistrati, utenti, testimoni e avvocati dovessero davvero accentrarsi nel capoluogo; la città di Cosenza si paralizzerà e le vie d’accesso, in un baleno, sembreranno gli impervi accessi del 1800. E quali spese dovranno essere sostenute per questo maxi-Tribunale a Cosenza, visto che il suo Palazzo di Giustizia non sarà sufficiente? Ma davvero c’è qualche stupido che può pensare che da questi tagli l’efficienza ne risulterà accresciuta? Ma davvero qualcuno può pensare che questi tagli non si tradurranno in sprechi?"

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