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    Presidente Raffa "Un errore la città metropolitana, ma la faremo"

     

     

    Presidente Raffa "Un errore la città metropolitana, ma la faremo"

    08 lug 12 Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria, ente che dal primo gennaio 2014 dovrebbe spirare per convergere nella Città metropolitana, ha espresso giudizi fortemente critici sulla scelta del Governo di accelerare i tempi dell'istituzione per decreto di questo organismo. "Le Città metropolitane non possono nascere per decreto - ha detto Raffa a Reggio Calabria durante la seconda serata di Tabularasa, il contest organizzato dal quotidiano on line Strill.it - soprattutto dopo che per oltre 20 anni, dalla loro introduzione normativa, non è stato fatto nulla. Le Città metropolitane presentano, ovviamente, forti chanches di sviluppo, in prospettiva, ma queste passano necessariamente attraverso degli standard che essa deve avere e che il nostro territorio non possiede neppure lontanamente. Parlo di servizi, trasporti, raccolta differenziata, ma anche di omogeneizzazione tra porzioni del territorio distantissime le une dalle altre. Se ancora oggi per raggiungere Monasterace, l'ultimo Comune sulla fascia ionica, servono due ore e mezzo, allora vuol dire che stiamo parlando di fantasia, di un qualcosa che non c'é e tutto ciò i cittadini non lo capiscono". "La gente - ha detto ancora Raffa - soprattutto in un momento delicato come questo, ha necessità di comprendere chiaramente che tipo di vantaggio potrebbe loro derivare dalla Città metropolitana. Altrimenti, a ragione, se ne disinteressa, perché vive ogni giorno problemi ben più seri". Dal palco il sindaco di Reggio, Demetrio Arena, ha assunto, invece, una posizione più morbida. "Oggi - ha detto - non possiamo guardare al problema Città metropolitana e giudicarlo come un balzello sol perché è intervenuta la scure del Governo che ha accorciato i tempi per la sua realizzazione. Le altre città sono ferme al palo come noi. Solo Bologna è riuscita ad andare avanti in un percorso delineato dalla norma e ora siamo costretti a realizzare qualcosa che la classe dirigente non è riuscita a fare prima. Riusciremo però a portarla a termine perché c'é la volontà di promuovere e sostenere il processo di istituzione della Città metropolitana. Certo, il Governo ci ha messo un coltello alla gola e ora dobbiamo correre. Non possiamo più pensare di chi siano le responsabilità". Sul palco di Tabularasa, a rispondere alle domande degli organizzatori Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, erano presenti anche i sindaci dei due Comuni estremi della Città metropolitana, Maria Lanzetta e Elisabetta Tripodi, primi cittadini di Monasterace e di Rosarno, entrambe sotto scorta. E proprio questo tema è stato sottolineato da Maria Lanzetta, secondo la quale "é necessario lavorare per affermare la libertà di essere amministratori e liberi di agire senza essere minacciati ogni giorno, ed essere giudicati solo per il proprio operato. Detto questo non possiamo dimenticare che la ionica è stata isolata, tagliata fuori dai trasporti. Eppure parliamo di un giacimento di risorse che meritano l'attenzione dei cittadini della Provincia". Un'altra voce scettica sulla Città metropolitana è stata quella di Elisabetta Tripodi. "Mi sembra una cornice - ha detto - il cui quadro si deve ancora disegnare e non se ne capisce molto la configurazione. Mi preoccupa che la periferia, i comuni della Piana possano essere attratti da una realtà di cui non si conoscono bene i possibili vantaggi e svantaggi. Purtroppo dobbiamo fare i conti con l'individualismo dei comuni che hanno difficoltà a fare rete. Io dico un sì condizionato, ma proviamo a salvaguardare le nostre risorse come il porto di Gioia Tauro a proposito del quale gli errori per le scelte non fatte li stanno pagando i 580 operai messi in cassa integrazione. Iniziamo a rivendicare il ruolo del Meridione e della Calabria, considerata la Cenerentola del sud". Ha chiuso la serata il monologo teatrale, da lui stesso scritto, del Procuratore reggente di Locri, Salvatore Cosentino, che raccontato la figura del "Giudice nell'arte, tra cinema, teatro, televisione e poesia".

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