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    Presidente Provincia Vibo "Per risparmiare si cominci a tagliare dalle Regioni"

     

     

    Presidente Provincia Vibo "Per risparmiare si cominci a tagliare dalle Regioni"

    31 gen 12 "Nella scelta del Governo di abolire le Province ci sono contraddizioni giuridiche e sostanziali. Una scelta legislativa giustificata dalla presunta volontà di tagliare le spese, ma che nei fatti incrementerà nel complesso i costi della pubblica amministrazione". Lo ha detto il presidente della provincia di Vibo Valentia, Francesco de Nisi, introducendo la riunione del Consiglio convocata per dire no alla soppressione delle Province. "Le funzioni esercitate delle Province sono insostituibili - ha continuato -, tant'é che la nuova normativa delega alle Regioni la programmazione su area vasta e riconosce quindi implicitamente la necessità di un coordinamento su base territoriale. In pratica, si vuole sostituire un'amministrazione democraticamente eletta, e per questo diretta espressione dei cittadini, con aziende regionali che finiranno inevitabilmente per far lievitare la spesa pubblica. Sulla questione dell'abbattimento dei costi, considerata la ratio della nuova disciplina, De Nisi ha particolarmente insistito, sottolineando che un solo consigliere regionale costa quanto l'intero Consiglio provinciale vibonese. L'Assemblea regionale costa alla collettività 100 milioni di euro l'anno, a fronte dei 300mila euro spesi per quella provinciale - ha aggiunto -. Se davvero avessero voluto tagliare le spese, avrebbero dovuto iniziare dalle Regioni e da tutte quelle aziende pubbliche che consumano ogni anno miliardi di euro. La lotta alla Casta non si fa mandando a casa consiglieri provinciali democraticamente eletti che fruiscono di indennità pari a circa 400 euro al mese, come accade per quelli vibonesi". Il presidente della Provincia ha fatto riferimento anche al "destino lavorativo dei circa 60 mila dipendenti delle Province, che dovranno essere trasferiti in altre amministrazioni pubbliche, a meno che non si adottino, come pure é stato paventato, provvedimenti di mobilità forzata, con un futuro di precarietà per tantissime famiglie. Come si può ipotizzare, ad esempio, che la Regione assorba i circa tremila dipendenti delle cinque Province calabresi se nel 2006 a sua volta ne ha trasferiti duemila nelle stesse amministrazioni, contestualmente al passaggio-farsa delle funzioni che non erano più di sua competenza?". De Nisi si è soffermato infine sulle "incognite derivanti dall'abolizione dei confini provinciali e, dunque, sul venir meno di tutti quei presidi che sussistono soltanto su base territoriale, a cominciare da Questure, Prefetture e Aziende sanitarie. E' sempre pericoloso sottrarre spazi alla democrazia e abolire le Province per assecondare tensioni demagogiche e populiste è un errore abnorme". Il Consiglio provinciale, presieduto da Francesco Miceli, ha approvato all'unanimità il documento unitario definito recentemente dal coordinamento nazionale dei presidenti dei Consigli provinciali in cui si sollecita "l'adozione di una serie di iniziative per contrastare il processo di abolizione delle Province".

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