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    Piano casa, il dibattito in Consiglio regionale

     

     

    Piano casa, il dibattito in Consiglio regionale

    30 gen 12 Successivamente agli interventi sulle mozioni e sulle interrogazioni il Consiglio regionale ha avviato la discussione generale sui contenuti della nuova legge urbanistica sulla casa. L'impianto normativo è stato presentato dal relatore Alfonso Dattolo, presidente della IV Commissione del Consiglio regionale, il quale ha affermato che "la legge tiene conto in maniera inequivocabile in merito a sicurezza antisismica e idrogeologica. Restano infatti invariati gli indici di incremento volumetrico al 20% per quanto concerne gli ampliamenti su edifici a uso residenziale, inclusi gli edifici plurifamiliari. La legge è una completa guida - ha sottolineato Dattolo - alla esecuzione delle opere, ne definisce la tipologia degli interventi ammissibili in funzione dell'entità dei medesimi e promuove precisi indirizzi in materia di risparmio di energia". Nel dibattito, sono intervenuti i consiglieri Mario Franchino, il quale motivando il voto contrario del gruppo del Pd, ha parlato di "serio rischio idrogeologico e di assalto al territorio, secondo le norme che la maggioranza ha presentato". Il consigliere del Pdl Fausto Orsomarso, nel suo intervento ha invece riaffermato "il bisogno di questa legge, che è uno strumento di riordino sistemico e che fissa i contenuti utili per una ripresa dell'economia calabrese". Successivamente il consigliere Carlo Guccione, invece, ha parlato di "permissivismo eccessivo e discrezionalità che la legge contiene, che in Calabria possono causare seri danni al territorio favorendo la speculazione selvaggia". Per l'ex presidente Agazio Loiero "le politiche urbanistiche in Calabria purtroppo sono state uno strumento di profanazione delle bellezze naturali, che invece sono uno degli indicatori di qualità per attrarre il turismo e promuovere sviluppo. Questa legge - ha concluso Loiero - contiene forme di sanatoria surrettizie". Sandro Principe, presidente del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, nel suo intervento ha detto che "questa legge finirà per tradursi in un assalto al territorio". "Altro che sanatoria - ha proseguito - partirà invece un programma aggressivo e speculativo. Ci sono aspetti francamente improponibili, come l'aumento della percentuale di edificabilità, delle volumetrie. Inoltre occorre seriamente riflettere sui cambi di destinazione d'uso, sulla presunta riqualificazione di aree degradate. Con questa legge la Calabria scriverebbe la parola addio a ogni ipotesi di sviluppo ordinato e virtuoso". Principe ha reso noto che su questa legge il Pd avvierà un'iniziativa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per il consigliere Domenico Talarico (Idv), "questa legge è una resa culturale alle ragioni del cemento in questa regione. Mi sarei aspettato, invece, una difesa del paesaggio e dell'equilibrio ambientale. Il paesaggio - ha detto - va tutelato, non saccheggiato, come avviene in tutte le regioni civili d'Europa. Per finire, questa legge non risolve il problema di chi non ha una casa, ma apre le porte a chi già tanto possiede e vuole speculare". "Idv ha motivato con forza il proprio voto contrario alla legge sul piano casa anche se è stato messo in rilievo l'indubbio impegno che è stato profuso dal presidente dall'apposita commissione, on. Dattolo, circa la possibilità di esperire tutti i tentativi che mitigassero pericolosità che intrinsecamente sono riconosciuti anche dai loro autori, in questa legge". Lo ha sostenuto Emilio de Masi, Capogruppo in consiglio regionale dell'idv. "La ragione vera - ha aggiunto - su cui fonda la scelta questa maggioranza, è fondata sulla possibilità che essa incrementi alcune dinamiche economiche in Calabria. In realtà, l'esperienza storica, così come è accaduto nelle altre regioni, non ha manifestato alcun beneficio economico. Ma, anche se così fosse, non vale la pena, in nome di un limitato anche temporalmente beneficio economico, pregiudicare il futuro per via del fatto che la Calabria è la latitudine del disagio idrogeologico. Occorrono bel altri interventi di riqualificazione ambientale e di salvaguardia del territorio a rischio di definitiva frana ed invivibilità. Dobbiamo pensare alle future generazioni. Abbiamo detto anche un decisivo no agli inestetismi edilizi prodotti da questa legge. I territori pedemontani e sulle coste sono costellati da edifici che definire brutti sembra quasi un eufemismo e che pregiudicano le capacità attrattive di un territorio di ineguagliabile bellezza". Il gruppo regionale del Partito Democratico si è opposto energicamente al cosiddetto Piano Casa 2. Ben 53 emendamenti sono stati presentati. Con gli emendamenti si è voluto evidenziare che questa legge, sotto molti profili, è strampalata, mal concepita, pericolosa e dagli effetti devastanti per il territorio calabrese. Non è un caso che essa sia stata partorita dal Dipartimento dei LLPP e non da quello dell'urbanistica. Stando così le cose la legge sarà segnalata alla Presidenza del Consiglio perché siano assunti i provvedimenti di competenza. Le ragioni? Le ha illustrate l'On. Sandro Principe, presidente del gruppo regionale del PD. " La nostra regione - ha affermato Sandro Principe, che tiene a ringraziare tutti i membri del gruppo ed, in particolare, gli on.li Censore, Franchino, Guccione e Scalzo per il contributo dato in commissione ed in aula - è caratterizzata da un surplus di edificazioni, che ha prodotto gravi danni al paesaggio ed all'ambiente, soprattutto, sulle coste ed in molti luoghi tra i più suggestivi della nostra Regione. La Calabria necessita, pertanto, di provvedimenti che tutelino il territorio, che esaltino il paesaggio, che puntino alla riqualificazione del tessuto e del disegno urbano, alla valorizzazione turistica del territorio ed al riuso dei centri storici; e, comunque, di iniziative di trasformazione edilizia che garantiscano la sicurezza degli edifici, attesa l'alta sismicità ed il degrado idrogeologico della Calabria. Fare prevenzione, infatti, significa costruire fabbricati in aree stabili e capaci di resistere alle onde sismiche. Le leggi volute dalla maggioranza di Centrodestra rischiano, invece, di fare aumentare il disordine edilizio in cui versa la Calabria, senza, peraltro, favorire la ripresa dell'economia regionale. Ed, infatti, con il Piano Casa 2, voluto dal Governo Scopelliti si dà la possibilità di aumentare la volumetria del 20% a tutte le costruzioni esistenti, quindi anche ai condomini ed agli edifici non residenziali, ammettendo, peraltro, variazioni di destinazione d'uso. Gli aumenti volumetrici, inoltre, vengono consentiti in deroga alle distanze ed alle altezze previste dagli strumenti urbanistici vigenti, attraverso la presentazione di una semplice SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), e senza, pertanto, l'ottenimento del permesso a costruire. Ciò significa, che si andrebbe a realizzare sul territorio regionale un massiccio intervento edilizio senza alcun preventivo esame tecnico ed amministrativo da parte delle autorità comunali e senza un preventivo controllo antisismico da parte dei competenti uffici. Più in generale il Piano Casa,si configura, lo si ribadisce, come una vera e propria Legge urbanistica temporanea, ragion per cui è inspiegabile perché a presentarla sia stato l'assessore ai LLPP e non quello all'Urbanistica. La legge stravolge, infine, gli indirizzi culturali e dottrinali, che indicano il limite ottimale di 1000 mc per gli edifici che possono godere dell'ampliamento non superiore al 20%", così come il nostro Gruppo, senza successo, aveva proposto".

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