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    Legautonomie: "103 intimidazioni ad amministratori nel 2011"

     

     

    Legautonomie: "103 intimidazioni ad amministratori nel 2011"

    10 gen 12 Sono stati 103 gli atti intimidatori compiuti nel 2011 in Calabria ai danni di amministratori locali. Il dato, in linea con quello del 2010 (106) e che porta il totale dal 2000 ad oggi a 966, emerge dal Rapporto sulla sicurezza degli amministratori di Legautonomie Calabria. Il rapporto, che viene realizzato dal 2002, è stato presentato a Catanzaro dal presidente Mario Maiolo. Dal rapporto emerge che la punta massima di atti intimidatori é stata registrata tra aprile e maggio, coincidente, come già accaduto nel 2010, con una tornata di elezioni amministrative. Il maggior numero di episodi si sono verificati nei comuni della provincia di Reggio Calabria (276, pari al 31%) ma è significativo anche quest'anno il dato del crotonese (134 casi, pari al 21% e numero massimo di episodi dal 2000) considerato che si tratta della più piccola provincia con appena 27 comuni. L'ultimo episodio, che non rientra nello studio, si è verificato appena due giorni fa con l'incendio del portone del municipio di Isola capo Rizzuto. Complessivamente gli episodi hanno interessato 68 diversi Comuni, il numero massimo dal 2000, che porta a 222 il numero degli enti che in questi anni sono stati colpiti almeno una volta dal fenomeno (il 54% del totale). Prendendo in rassegna il numero dei Comuni interessati dal 2000 ad oggi, nel crotonese l'85% del Comuni ha registrato almeno un episodio, così che ad oggi solo in quattro Comuni non è stato rilevato nessun atto. Segue il vibonese (80%), la provincia di Reggio (64%), il catanzarese (54%) ed il cosentino (35%). Nel 2011 i più bersagliati dalle intimidazioni sono stati i sindaci (34%), quindi i consiglieri comunali (23%). In totale le intimidazioni sono state indirizzate per il 70% verso amministratori comunali. Nel 10% dei casi sono state prese di mira strutture e beni comunali e nell'8% amministratori regionali, il dato più elevato nel decennio considerato. Lo scorso anno sono aumentati i danneggiamenti (23, +8% sul 2010), gli incendi di autovetture e proprietà private (15, +8%), le aggressioni (4, +1%). Sono diminuiti gli spari contro beni (7, -3%), l'utilizzo di ordigni esplosivi (2, -4%), gli incendi di strutture e beni pubblici (2, -4%) e le forme di intimidazioni con lettere e messaggi e altro (30, -11%). "Naturalmente - è scritto nel rapporto - non è dato sapere se l'omicidio verificatosi a Samo, a danno di un consigliere comunale", Vincenzo Sgabellone, rappresentante di una lista civica, ucciso il 30 ottobre scorso, "sia legato al suo ruolo o attiene a fattispecie diverse".

    "Nel 2002 abbiamo cominciato a presentare il rapporto perché pensavamo che la denuncia potesse aiutare a porre attenzione su questo fenomeno che accoppiato a quello dello scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose dimostra come gli enti locali siano accerchiati. La difesa degli enti è la difesa della democrazia. Questa attenzione però non é servita a far rallentare un fenomeno assolutamente costante". A dirlo è stato il presidente di Legautonomie, Mario Maiolo, presentando il rapporto sulla sicurezza degli amministratori calabresi. "Ciò è preoccupante - ha aggiunto - perché vuole dire che c'é una sorta di assuefazione e non c'é un'adeguata reazione dello Stato e della politica. Reazione che non è aiutata dalle infiltrazioni mafiose. La capacità di reagire è indebolita dalle collusioni. In questi anni Legautonomie, anche a livello regionale, ha proposto iniziative che hanno avuto successo. Penso, per esempio, alla legge sulla sicurezza locale. Così come è nostra la proposta che i Tribunali dichiarino i sindaci dei Comuni sciolti per mafia interdetti alla ricandidatura per cinque anni. Questo è stato fatto dal Tribunale di Milano". "Fortunatamente - ha detto Maiolo - ci sono anche segnali positivi. Giovani amministratori, donne impegnati a far sì che anche nei comuni difficili ci siano punti di riferimento per i cittadini onesti. Certo, combattono con il tentativo di delegittimazione delle istituzioni. Perché bruciare il portone del Comune significa tentare di dimostrare ai cittadini la debolezza di quella istituzione". "Se pensiamo - ha poi sostenuto - alle collusioni ed ai condizionamenti della 'ndrangheta nelle vicende regionali che sono sempre piu' pressanti e addirittura apprendiamo da atti giudiziari come ci sia la volontà di superare questo rapporto tentando una partecipazione diretta delle cosche con propri esponenti nelle istituzioni, ci accorgiamo che il pericolo è molto alto e servono proposte più incisive". Al riguardo, Maiolo ha riferito che Legautonomie sta lavorando ad alcune proposte legislative. "Ma la cosa più importante - ha aggiunto - è che ci accorgiamo che il fenomeno é poco aggredito anche perché manca una rete di solidarietà tra enti locali. Vediamo amministratori oggetto di intimidazioni che sono lasciati soli. Occorre rafforzare le reti di rapporto e penso anche ad una maggiore capacità di confronto tra associazioni quali l'Anci e Legautonomie. La Regione deve rafforzare questa rete. Invece c'é la tendenza opposta. Pur essendo previsto nello statuto un sostegno esplicito alle associazioni di Comuni ed Enti locali, questa amministrazione regionale ha sostanzialmente levato l'appoggio ad Anci e Legautonomie e questo è molto grave perché non dà speranza che si possa rafforzare la rete di relazioni e lavorare su proposte provenienti da chi è esposto in prima linea". A giudizio di Maiolo, non aiuta neanche il fatto che forze dell'ordine e magistratura debbano sempre "lamentare carenza di mezzi nella lotta alla criminalità. Mi domando come il sindaco di un piccolo comune possa essere difeso con questa debolezza organizzativa dello Stato e delle forze dell'ordine".

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