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    Presidente Oliverio "Stabilizzare precari Asp Cosenza"

     

     

    Presidente Oliverio "Stabilizzare precari Asp Cosenza"

    28 feb 12 "Quella dei 439 precari dell'Asp di Cosenza è una vicenda assurda e gravissima, lo spaccato di una Calabria negativa, in cui i diritti vengono scambiati per favori e la politica diventa strumento per esercitare pressioni e ricatti". E' quanto afferma, in una nota, il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio. "Mantenere questi lavoratori per oltre 15 anni nel precariato - ha aggiunto - significava garantire a se stessi e ai propri amici un serbatoio di voti sicuro a cui attingere esercitando l'arma del ricatto e della minaccia della perdita del posto di lavoro. Franco Petramala, che nel 2008 era direttore generale dell'Asp, appena nominato e nel pieno rispetto della legge, decise di stabilizzare 439 lavoratori inseriti come precari dalle diverse giunte regionali negli anni precedenti al suo mandato. Non uno tra quei lavoratori era stato scelto o selezionato dall'allora direttore e, quindi, non c'era nessun pericolo che l'operazione potesse avere il carattere della clientela o del favore personale. All'indomani delle regionali del 2010 la Giunta Scopelliti nominò i nuovi direttori delle Asp e delle Aziende ospedaliere. Al posto di Petramala subentrò un nuovo direttore notoriamente vicino ad esponenti di primo piano del Pdl cosentino che decise di annullare la delibera di Petramala, facendo ripiombare nella precarietà le centinaia di lavoratori e arrivando a denunciare il suo predecessore per aver adottato un atto a suo parere 'illegittimo'. E' evidente il carattere odioso di quella scelta, operata per rispondere ad orientamenti e volontà politiche espressione di una cultura e di una concezione clientelare che, per troppo tempo ha mortificato i diritti di migliaia di uomini e donne. In pochi ci opponemmo a quella decisione". "Più volte - ha sostenuto Oliverio - abbiamo denunciato pubblicamente il sopruso operato. Ci fu perfino chi, in risposta alle nostre prese di posizione, orchestrò una falsa e violenta campagna denigratoria da cui fummo costretti a difenderci con energia e fermezza. La nostra posizione è sempre stata limpida e chiara. Abbiamo sempre sostenuto che quella del precariato è una piaga che va combattuta e debellata con le armi della legalità, della trasparenza e della buona amministrazione. Non c'é stata situazione in cui non siamo intervenuti per sollecitare iniziative e atti concreti per assicurare maggiore certezza e serenità a tanti uomini e donne. Oggi, a 12 mesi di distanza dalla revoca di quella delibera, i fatti ci hanno dato ragione: il dipartimento della Salute della Regione ha reso nota l'avvenuta, regolare e preventiva autorizzazione di quell'assunzione. Petramala, dunque, aveva agito nel pieno rispetto della legge e i contratti di assunzione erano perfettamente validi e regolari". "A questo punto - ha proseguito - più di uno dovrà dare spiegazioni su quanto è accaduto. Le attendono i lavoratori ma le attende la Calabria, che è stanca di subire vessazioni e ricatti. L'evidente forzatura e l'errore a cui è stato indotto il direttore generale nominato da Scopelliti deve essere immediatamente corretto. La delibera del 2011, costruita sul falso, deve essere revocata e si deve procedere immediatamente alla stabilizzazione dei 439 precari. E' il minimo che si possa fare nei confronti di quanti hanno messo a disposizione dell'Azienda le loro professionalità garantendo i Livelli essenziali di assistenza. Il Sud e la Calabria devono liberarsi definitivamente dalle catene di culture e pratiche politiche che hanno utilizzato i bisogni, in primo luogo quello del lavoro, per foraggiare clientele ed alimentare speranze, se vogliono realmente proiettarsi verso un futuro di reale cambiamento e di libertà. Le forze che sono alla guida del Pdl in Calabria e che governano la Regione hanno dato ampia dimostrazione di essere ancora espressione di pratiche ciniche e spregiudicate che calpestano i diritti delle persone. Il centrosinistra e tutte le forze che vogliono realmente costruire un processo di cambiamento per affermare la crescita sociale, economica e civile devono riproporre con forza al centro del loro progetto politico e programmatico i diritti delle persone". "Da qui - ha concluso Oliverio - bisogna ripartire anche in Calabria per affermare con coerenza una politica credibile, capace di determinare una rottura netta, e perciò percepibile, di vecchie culture e pratiche di governo che sono alla base della condizione di ritardato sviluppo della nostra terra".

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