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    Loiero "Condanna processo Why Not suscita dubbi"

     

     

    Loiero "Condanna processo Why Not suscita dubbi"

    11 feb 12 "Senza essere un giurista, la sentenza d'appello su Why not suscita a me, ma anche a quelli, in materia, più esperti di me, molti dubbi". Lo afferma, in una nota, Agazio Loiero, coordinatore politico nazionale della federazione Mpa-Ad ed ex Presidente della Giunta della Regione Calabria. "Non riesco infatti a capacitarmi - aggiunge - di alcune stonature ed incongruenze che risaltano agli occhi di un cittadino comune. Le 50 pagine sul mio conto del processo di primo grado sono state ridotte in appello in 5 sole pagine. La Camera di Consiglio durata in prima istanza un tempo interminabile, in appello si è risolto in meno di 2 ore. Sei mesi ed oltre per stendere la sentenza di primo grado, appena 14 giorni quella d'appello. Una fretta inusitata come se il fatto in sé, la condanna, dovesse essere utilizzato ad altri fini". "Nel merito - prosegue Loiero - la sentenza d'appello presenta salti logici difficilmente colmabili, che i miei avvocati non mancheranno di far rilevare nel ricorso per Cassazione che si accingono a preparare. Resta poi enorme la sostanza del processo. Non si capisce come per una decisione che a livello politico ha coinvolto l'intero arco istituzionale del Consiglio regionale, ratificata dunque con leggi, debba pagare solo il sottoscritto e pochissimi altri. Ricordo infatti: che la scelta degli interinali fu fatta qualche anno prima che io diventassi Presidente della Regione; che la mia avversione per il lavoro precario, come risulta dagli stessi atti del processo, fu totale; che la pressione sociale e sindacale su tale vertenza in quegli anni fu immensa, tale da sfociare in due occasioni in uno scontro di piazza, come potrebbero testimoniare i sindacalisti del tempo. Dai quali non mi fu concesso un giorno di tregua sulla vertenza. Insomma io, oltre alla condanna in sé, che vivo come un affronto, dovrei sborsare svariati milioni tra danni alla Regione e costi di un processo mastodontico (consulenze, intercettazioni, ecc.)". "Tutto - ha conclude Loiero - per un decreto di un dirigente che si avvaleva di una delibera d'indirizzo politico, che per quanto ci si sforzi, appare difficilissimo identificare in un reato d'abuso d'ufficio".

    "Tanto il prof. Gallo che io già alla lettura del dispositivo abbiamo manifestato forti dubbi ed altrettante perplessità sulla bontà della decisione emessa dalla Corte d'appello di Catanzaro nei confronti del presidente Agazio Loiero". Lo afferma in una nota l'avvocato Nicola Cantafora che, insieme all'avv. Marcello Gallo, difende Agazio Loiero. "Dubbi e perplessità - aggiunge - che ci derivavano da 50 anni e più di attività professionale. La motivazione per il nostro assistito presidente Loiero non solo non ha fugato i detti dubbi: abbiamo notato illogicità che ci accingiamo a sottoporre al vaglio della corte suprema di cassazione".

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