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    Bianchi (Pdl) "Cosche attratte da bonifiche rifiuti"

     

     

    Bianchi (Pdl) "Cosche attratte da bonifiche rifiuti"

    10 feb 12 "La 'ndrangheta e' fortemente attratta dal giro d'affari determinato dal sistema delle bonifiche e dei traffici illeciti di rifiuti che frutterebbe, nel solo 2010, oltre 19 miliardi di euro secondo le stime di Legambiente". Lo afferma Dorina Bianchi, componente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. "Un business allettante - prosegue - che rende la Calabria un territorio strategicamente cruciale per le 'ndrine interessate ad avere un ruolo di primo piano a livello internazionale. Una epidemia criminale che avvelena l'ambiente, inquina l'economia e mette in pericolo la salute dei cittadini. L'interesse della criminalità organizzata nelle attività di bonifica dei siti contaminati è sempre più forte, come dimostrano i numerosi fatti di cronaca in varie regioni, ed è sostenuto dalle potenzialità che il mercato delle bonifiche offre. L'impiego di ingenti risorse pubbliche per gli interventi di bonifica scatenano gli appetiti dei principali sodalizi criminali, non ultima la 'ndrangheta. Secondo la rilevazioni ufficiali (fonte Ispra), i siti potenzialmente contaminati in Italia sono circa 15 mila. Fra questi oltre 3.400 sono stati dichiarati gia' contaminati. Si tratta di un numero impressionate destinato a crescere ogni anno". "La permeabilità della mafia calabrese - afferma la Bianchi - è stata ampiamente confermata dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone all'inaugurazione dell'anno giudiziario, che non ha usato mezzi termini nel denunciare l'organizzazione come una vera e propria potenza militare ed economica e con alle spalle un esercito di affiliati. La crescente infiltrazione dei gruppi criminali nel ciclo dei rifiuti e nel business delle bonifiche è incisivamente certificata dalle tante operazioni che dal 2007 ad oggi hanno visti protagonisti tutte le province calabresi sancendo la significativa capacità delle 'ndrine di specializzare in maniera camaleontica il proprio profilo organizzativo per ottimizzare gli introiti e abbattere i rischi. Nella sola provincia reggina la Commissione parlamentare ha potuto accertare, nella sua intensa attivita' d'inchiesta in Calabria, che le ditte che si occupano a vario titolo del ciclo dei rifiuti sono circa 170, un numero assolutamente spropositato agli abitanti serviti ma che fatturando oltre 150 milioni di euro spiegano il forte interesse delle cosche". "E' fondamentale - conclude Dorina Bianchi - rafforzare l'attuale quadro sanzionatorio con l'introduzione nel Codice penale di una maggiore specificità dei delitti ambientali quali il disastro ambientale, l'inquinamento oltre a puntare, infine, su una semplificazione normativa per i sequestri dei rifiuti nelle aree portuali ed aeroportuali".

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