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    Legambiente: Piano casa è ennesimo condono selvaggio

     

     

    Legambiente: Piano casa è ennesimo condono selvaggio

    02 feb 12 Il Piano casa approvato dal Consiglio regionale "é solo l'ennesimo condono selvaggio". lo sostiene, in una nota, Legambiente. "Cemento e mattoni - prosegue la nota - come antidoto alla crisi, per rilanciare l'economia. Ma la ricetta della Regione altro non è se non l'ennesima miope aggressione all'ambiente, un brutale condono edilizio mascherato da politiche di sviluppo, in assenza di un quadro di regole che tuteli e valorizzi il territorio". "E' sempre più evidente - sostiene Giuseppe Toscano, direttore di Legambiente Calabria - che la questione ambientale sta divenendo l'aspetto più drammatico di questa crisi economica, una crisi che distrugge non soltanto il tessuto politico-culturale e le soggettività civili e sociali, ma soprattutto le risorse ambientali e paesaggistiche, utilizzando il territorio soltanto come bene 'finanziario', pretendendo addirittura di ridefinire e svendere anche i beni comuni e culturali come l'ambiente, il territorio, il paesaggio. Ma 'rimettere in valore' il territorio, come ha scritto di recente Piero Bevilacqua, significa valorizzarlo e restituirgli il giusto peso sociale e culturale". "In tutt'altra direzione - continua Lidia Liotta, coordinatrice del Comitato scientifico di Legambiente Calabria - va l'approvazione del nuovo Piano casa della Regione, strumento che secondo l'Amministrazione regionale 'contribuira' a stimolare un rilancio dell'economia mediante norme in grado di dare impulso all'attività edilizià, ma si configura già come un nuovo enorme condono edilizio. Infatti, anche se davvero si volesse procedere ad un adeguamento delle prestazioni tecnologiche, energetiche e statico-strutturali del nostro patrimonio abitativo, di cui molto più della metà è in condizioni di totale insicurezza sismica e inadeguatezza tecnologica, lo si dovrebbe fare con un piano tecnico e di investimenti davvero in grado di rimettere in moto il settore, dando sicurezza alla popolazione e adeguando il patrimonio edilizio ai nuovi standard antisismici e ambientali già in vigore. Non certo, invece, dando ampia possibilità di ampliamento dei volumi esistenti, di recupero dei sottotetti e seminterrati, in un territorio dove ci sono 800 milioni di metri cubi di costruito, cioé 400 metri quadri per abitante, un abuso edilizio ogni 100-150 metri di costa, più di 5000 abusi edilizi, tra illegali e 'legalizzati'. Oppure consentendo incrementi volumetrici anche per destinazioni non residenziali di attività produttive, per esempio i capannoni che già occupano pericolosamente, e devastano anche paesaggisticamente, aree di esondazione delle nostre fiumare e aree pregiate delle nostre coste".

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