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    Calabrò "Necessario sviluppo banda larga in Calabria"

     

     

    Calabrò "Necessario sviluppo banda larga in Calabria"

    16 dic 12 "Oggi l'innovazione è soprattutto digitale. Sono anni che mi batto per lo sviluppo in Italia della banda larga". Lo afferma il giurista Corrado Calabrò, calabrese illustre, presidente onorario del Consiglio di Stato ed ex presidente dell'Agcom e del Tar del Lazio intervistato da "Calabriaonweb", il magazine edito dal Consiglio regionale (www.calabriaonweb.it). La sua ricetta contro la crisi è l'accelerazione dell'Agenda digitale. "Una rete di comunicazione elettronica - aggiunge - ad alta velocità trasmissiva, che per essere sostenuta alla lunga ha bisogno di reti di nuova generazione. Da questo punto di vista l'Italia e in particolare il Mezzogiorno sono sotto la media europea. La connessione trasmissiva in alta velocità farebbe dei Comuni di 5-10mila abitanti un insieme anziché delle monadi isolate". Al giornalista Armando Acri con cui si intrattiene, Calabrò confida il suo punto di vista sulle sfide che attendono l'Italia e il Mezzogiorno, tra Europa e Mediterraneo: "Non credo nella realizzazione a breve termine delle tanto pubblicizzate grandi opere. Non ci sono i soldi necessari. Resta comunque un'assurdità il fatto che nel 2012, i rapporti tra i Paesi del Mediterraneo non siano abbastanza avanzati, se pensiamo che nel 1050 bastavano le barche a vela per arrivare da una sponda all'altra. Esso ha rappresentato nei secoli il tramite principale per lo scambio interculturale e per i flussi commerciali tra l'Europa, il Nord Africa e il Medio Oriente. Oggi l'Europa è sbilanciata a nord, con la propensione a estendersi a nord-est. Si è sotto l'influenza dominante della Germania che considera il Sud poco più che un'area parassitaria. L'Europa invece la si deve fare tutti insieme, anche perché non scordiamo che la visione tedesca ha già portato a due guerre mondiali. Dal 2010 il libero scambio è stato esteso al Mediterraneo, finora soltanto la Francia ne ha colto la vera occasione". Alcuni punti di forza e punti deboli dell'Italia? Ad avviso di Calabriò "L'Italia è un Paese creativo ma non ha un assetto organizzativo che dia un seguito sistematico all'idea. I talenti emigrano e noi calabresi lo sappiamo bene. I progetti pilota realizzati in Italia vengono realizzati su scala industriale altrove. I nostri brevetti servono ad altri per implementare soluzioni commerciali". Su cosa puntare? Per Calabrò: "In Italia si riscontrano la sovrabbondanza, l'intrigo, l'inefficacia del sistema legislativo, il carico fiscale e la scarsa attenzione alla communication technology da parte delle istituzioni nello sviluppo della politica economica. Un segnale è dato alla spesa pubblica e privata nella ricerca e sviluppo: nel 2010 l'Italia ha investito l'1,2% del Pil, rispetto alla media del 2% dell'Europa a 27 e alla media del 2,1% dell'Ue a 27.Secondo uno studio commissionato dal Ministero dello Sviluppo economico, se l'Italia non realizzerà una rete a banda ultralarga al 2030 avrà rinunciato a una cifra stimata di 838 milioni di mancati servizi che avrebbero potuto svilupparsi su tale rete. In altri termini il 3% del Pil all'anno da ora al 2030. L'e-commerce è il volano che può far sviluppare aziende, anche medio-piccole e piccole, perché consente di raggiungere online i clienti e fornitori in qualsiasi parte del mondo". "In Inghilterra - conclude - anche le case di vendono e si acquistano in rete. Per esportazioni mediante information e communication technology l'Italia è fanalino di coda in Europa: solo il 4% delle piccole-medie imprese, ovvero la spina dorsale del nostro tessuto produttivo, vendono online, mentre la media dell'Ue a 27 è del 12%. Attualmente l'export dell'e-commerce è fermo a 1,3 miliardi. Eppure le imprese presenti online crescono più di quelle offline. In Italia del 5,7%, in Germania del 14%. E' questa la via da seguire"

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