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    No alle dimissioni della Lanzetta, iniziative

     

     

    No alle dimissioni della Lanzetta, iniziative

    10 apr 12 "Serenità, forza d'animo, onestà e dignità. Questo ci ha trasmesso Maria Carmela Lanzetta e, siamo certe, farà la scelta giusta, per sé, per la sua città, per quella Calabria per bene che non s'arrende". Così Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati eletta a Cosenza, Sesa Amici della presidenza del gruppo di Montecitorio e le deputate calabresi Maria Grazia Laganà Fortugno e Doris Lo Moro, dopo il lungo incontro con il sindaco di Monasterace che ha annunciato nei giorni scorsi le proprie dimissioni dopo i colpi di fucili esplosi contro la sua auto seguiti, nell'estate dello scorso anno, all'incendio doloso della sua farmacia. "Non siamo venute a fare pressione, ma ad ascoltare e cercare di capire - hanno spiegato - Ci ha raccontato del suo lavoro quodiano che a volte diventa una battaglia: il recupero dell'evasione dei tributi locali, i suoi interventi a fianco delle donne delle serre di fiori da due anni senza salario, le sue richieste per avere professionisti che la possano aiutare nella realizzazione delle opere necessarie. In questo suo lavoro non è stata sostenuta, così come niente s'é mosso dopo l'intimidazione con l'incendio alla sua farmacia". "Questa volta non è stato così - hanno continuato le deputate - Il rilievo mediatico delle sue dimissioni, la vicinanza di molti e molte a cominciare dalle altre donne sindaco calabresi che si distinguono per la loro determinazione e il loro coraggio, la presenza dello Stato con le misure disposte per la sua incolumità, sono cose importanti". "Il sindaco Lanzetta farà la cosa giusta - hanno concluso - ma quello che è successo in questi giorni non può fermarsi. Maria Carmela Lanzetta e tutti gli altri amministratori onesti che si sono messi a disposizione delle loro comunità, non possono essere lasciati soli. Vigileremo perché questo non succeda più e nei prossimi giorni avvieremo in Parlamento una serie di atti che siano di supporto a quella Calabria che non s'arrende. Ma che per farlo non ha bisogno di eroi, ma di risorse adeguate, di lavoro, della presenza dello Stato. Sempre"

    Mons. Morosini: Calabria abbandonata. ''La situazione qui è tragica". "I sindaci cosa devono amministrare? Sono tutti indebitati, fin sopra i capelli". "Manca una politica di sviluppo", "di lavoro" e "c'é il gioco delle parti tra Stato, Regione e comuni". Quanto alla lotta alla criminalità organizzata segna dei risultati, ma "ne prendono dieci e ne spuntano venti", nessuna decapitazione. Alla vigilia dell'assemblea dei sindaci della Locride, che dopo la raffica di intimidazioni giunte al primo cittadino di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, minacciano di dimettersi in massa; e a due giorni dall'arrivo della commissione parlamentare antimafia, che incontrerà la stessa Lanzetta, il vescovo di Locri-Gerace, Giuseppe Fiorini Morosini, in un'intervista a Radiovaticana, descrive una situazione estremamente grave. "Io sento i sindaci che mi dicono: ma chi me lo fa fare?", afferma il vescovo, aggiunge: "L'eroismo non si può imporre a tutti". "Qui a Locri rischiamo che ci chiudano l'acqua, perché il Comune si trova in arretrato nei pagamenti all'azienda fornitrice. Ecco a che punto siamo arrivati. I Comuni che devono amministrare? Fame, miseria, debiti, questa è la realta". Nella Locride è "forse in tutta la Calabria", denuncia Morosini, "manca una politica di sviluppo. Qui c'é il gioco delle parti tra Stato, Regione e comuni: a chi dobbiamo rivolgerci?" aggiunge il vescovo, che ha anche scritto una lettera al premier Mario Monti: "Ho concluso la lettera scrivendo che non è difficile per un vescovo a Locri parlare chiaramente sulla legalità, è difficile dare speranza, questo é il dramma". Quanto alla lotta alla 'ndrangheta, ''ne prendono dieci ma ne spuntano venti, si devono convincere di questo. Non credete quando dicono che hanno "decapitato", perché qui non c'é nessuna decapitazione". (ANSA).

    "Se la collega Maria Carmela Lanzetta dovesse decidere di non tornare indietro rispetto alle annunciate dimissioni da Sindaco di Monasterace, ad essere seriamente ipotecata sarebbe la stessa tenuta democratica degli enti locali calabresi nel suo complesso. Di tutti i comuni e di tutti i sindaci". E' quanto afferma, in una nota, il sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani. "Ai sentimenti di vicinanza e solidarietà, umana ed istituzionale - prosegue Siciliani - che l'Amministrazione e la comunità di Cirò Marina intendono far arrivare al Sindaco Lanzetta, alla sua giunta ed ai suoi familiari, non può non aggiungersi una riflessione ancor più ferma sulle conseguenze nefaste che da un punto di vista simbolico, emotivo ma direttamente connesso agli impegni quotidiani di ogni rappresentante istituzionale a tutti i livelli, deriverebbero da una ribadita rinuncia al ruolo certamente gravoso ma prezioso svolto da questa donna dello Stato. Per quel che ci riguarda, noi amministratori locali viviamo ogni giorno un clima complessivamente ostile a tutto ciò che è cura responsabile e trasparente degli interessi generali delle nostre collettività". Per Siciliani "semplicemente fare il sindaco con obiettivi di recupero di efficienza e di credibilità dell'istituzione pubblica comporta spesso, dalle nostre parti, un confronto obbligato con sentimenti e spesso con istinti che sono l'esatto contrario della voglia di andare avanti per dare un contributo allo sviluppo del proprio territorio. In periodi di crisi, questa mannaia si fa sentire ancora di più, mettendo a dura prova ogni entusiasmo ed ogni progetto. Per queste ragioni, nel condividere l'impegno ed il sostegno confermato da tutti i sindaci della locride, ci assumiamo la responsabilità di insistere e di chiedere pubblicamente alla signora Lanzetta di pensare, in queste ore, a tutti i calabresi onesti ed a quanti guardano a lei in questo momento come baluardo della civiltà, preso di mira dalla criminalità ma allo stesso tempo rafforzato dall'affetto, dalla determinazione e dalla voglia di riscatto che anima tutti i territori di tutte e 5 le province calabresi. Vada dunque avanti, sindaco, perché la Calabria di domani c'é ed è con lei"

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