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    Bevacqua scrive a Monti e Clini "Disoccupati per debellare incendi"

     

     

    Bevacqua scrive a Monti e Clini "No canadair, disoccupati per debellare incendi"

    27 ago 12 "Qual è il costo giornaliero dei tanti canadair che operano d'estate in Calabria? Milioni di euro che forse potrebbero essere impiegati diversamente e con identici o forse migliori risultati. Perché non assumere durante i mesi estivi giovani disoccupati, anche con la metà delle risorse, per il presidio e la sorveglianza del territorio? Perché non fornire i volontari di mezzi e attrezzature adeguate? A mio parere la loro azione, con il supporto necessario dei mezzi aerei, sarebbe molto più efficace". A sostenerlo è il vice presidente della Provincia di Cosenza, Domenico Bevacqua, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Monti, al ministro dell'Ambiente Corrado Clini, al capo dipartimento della protezione civile Franco Gabrielli, all'assessore regionale all'Agricoltura Michele Trematerra, al segretario del Pd Pierluigi Bersani, al presidente dell'Ente Mario Oliverio, ai deputati Franco Laratta, Iole Santelli, Cesare Marini e Giovanni Dima, ai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil e, per conoscenza, al commissario regionale del Pd Alfredo D'Attorre. "Un'ora di volo di un canadair, per la documentazione in mio possesso - ha scritto Bevacqua - viene a costare all'incirca 6/7mila euro. Mi chiedo e chiedo a tutti: quanto ci costa un incendio dal punto di vista economico? Dal punto di vista ambientale la riposta è certa: danni incalcolabili. Per vedere le nostre montagne rinverdite ci vorranno oltre 50 anni e più, purtroppo. Ovunque sento ripetere che il fuoco si spegne dal basso e non dall'alto. Una squadretta, formata da giovani ben motivati e adeguatamente preparati, potrebbe fare molto più di un canadair. Ad essa si potrebbe pensare di affiancare anche persone iscritte nelle liste di mobilità durante i mesi estivi. Con i fondi europei si potrebbe pensare a progetti a termine non solo per spegnere gli incendi, ma per rimboschire e manutenere il vasto patrimonio boschivo calabrese. E' la presenza dell'uomo che preserva il territorio, non i voli dall'alto. Solo con gli aerei non si vincono le guerre, figuriamoci gli incendi. Iniziando a lavorare da maggio di ogni anno fino a settembre, potrebbero essere realizzati tanti interventi a terra, a iniziare dai corridoi tagliafuoco, forse la prevenzione più efficace per ostacolare la propagazione degli incendi e che oggi, pur essendo prevista nella programmazione dell'Afor per il numero esiguo di operai forestali ancora all'opera viene fatta solo a tratti e parzialmente. Mi sembra questa una proposta sensata: da una parte aiuta, infatti, a superare la concezione del posto fisso ancora presente in larghi strati della società meridionale, dall'altra serve per preservare un patrimonio ambientale vasto e di enormi proporzioni come quello presente nella mia regione". "La storiella del forestale assistito e garantito - ha sostenuto Bevacqua - mettiamola da parte, quindi, ma non possiamo nemmeno più consentire scempi, alluvioni, dissesti idrogeologici per dare poi la responsabilità alla natura o a un 'dio minore'. Per questo credo che sia arrivato il momento di intervenire con azioni mirate e progetti funzionali ed a termine, con l'obiettivo prioritario di salvaguardare il territorio, ma anche per dare risposte al debole tessuto socio economico calabrese. Io non so se sia al caso di pensare pure ad una forma di uscita da parte degli operai forestali che hanno già raggiunto i 35 anni di contributo per favorire l'inserimento di giovani nelle forme e nei modi da me proposto. Una tale ipotesi richiederebbe, sicuramente, il coinvolgimento del ministro Fornero vista l'approvazione da poco della nuova legge sul sistema previdenziale e pensionistico. Una discussione di tal genere non potrebbe naturalmente non avvenire senza il coinvolgimento delle forze sindacali e della Regione Calabria".

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