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    Guccione: A rischio 700 posti di lavoro nelle Terme

     

     

    Guccione: A rischio 700 posti di lavoro nelle Terme

    19 ago 12 "In Calabria i paradossi sono così tanti ed eclatanti da non sembrare, ormai, più nemmeno tali". E' quanto afferma in una nota il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione. "La chiusura anticipata degli stabilimenti termali dovuta alla riduzione di fatto del 30% dei budget per il 2012 decisa dal Commissario per l'attuazione del Piano di Rientro Giuseppe Scopelliti con il Decreto 155 del 07.08.2012 - prosegue - rischia di provocare una perdita di almeno 700 posti di lavoro diretti e indiretti solo per le Terme Luigiane e il crollo verticale dell'economia dell'intero comprensorio del Tirreno cosentino. Il decreto prevede, infatti, che il budget per le strutture termali Sateca Terme Luigiane, Terme di Spezzano Albanese, Terme Sibarite, Terme Caronte, Stabilimento Termale Fonti Sant'Elia e Consorzio Termale Antonimina sia considerato al lordo dei ticket e della quota-ricetta. Ciò è in netto contrasto con il parere espresso dai ministeri della Salute ed Economia e Finanza il 07.03.2011 per la Regione Abruzzo secondo cui la spesa in convenzione delle spese sanitarie deve essere contabilizzata al netto del ticket. Come è noto le imprese termali operanti nella nostra regione rappresentano una risorsa rilevante per l'economia del nostro territorio e, in alcune zone, costituiscono la principale garanzia economico - occupazionale. Il protrarsi di questa situazione rischia di provocare la chiusura anticipata degli stabilimenti ed una forte riduzione della durata stagionale, mettendo a rischio la regolare corresponsione dei salari ai dipendenti. Il paradosso sta proprio qui: anzicché incentivare il sistema termale che è uno dei pochi settori della sanità a produrre emigrazione attiva (sono tantissimi, infatti, i cittadini di altre regioni che vengono a curarsi presso gli stabilimenti calabresi producendo per la nostra regione, che è costretta a pagare 247 milioni all'anno per l'acquisto di prestazioni sanitarie in altre regioni, un saldo attivo di oltre un milione e mezzo di euro all'anno), si fa di tutto per penalizzarlo. Solo le Terme Luigiane sono in grado di produrre cinquecentomila prestazioni termali all'anno sviluppando un fatturato di oltre tre milioni e garantendo un'occupazione diretta e indiretta pari ad oltre 700 posti di lavoro. Esse, insieme alle Terme di Spezzano Albanese, Cassano allo Jonio e Cerchiara di Calabria possono diventare uno straordinario strumento per lo sviluppo del turismo, la cura e il benessere e per la valorizzazione del mare, della montagna, dell'ambiente,dei beni culturali e del turismo religioso". "Non si può dire - afferma Guccione - che il termalismo in Calabria è un settore strategico per lo sviluppo turistico, così come si è fatto in Consiglio regionale in occasione della recente approvazione della Legge sul Termalismo, e poi determinare tetti di spesa 'capestro' che, di fatto, anticipano di quattro mesi (dal 31 dicembre al 31 agosto) la chiusura di alcune strutture a causa del raggiungimento dei budget. Per questo motivo il 27 luglio scorso avevo chiesto in un'interrogazione a Scopelliti la non applicabilità dei ticket sui budget di spesa a far data dal 2012, perché ero e rimango convinto che un settore strategico come il termalismo non può non essere sostenuto attraverso misure che lo rilancino e lo sostengano anche al fine di favorire il suo importante ruolo di prevenzione sanitaria, il solo che può determinare una notevole riduzione della spesa nel disastrato sistema sanitario calabrese". "Il Decreto 155 del 7 agosto 2012, dunque - conclude Guccione - è assolutamente sbagliato e va in direzione diametralmente opposta alle dichiarazioni di principio rilasciate in Consiglio regionale. Esso, pertanto, deve essere immediatamente rivisto e il badget deve essere rideterminato nel rispetto di quanto stabilito dal Ministero dell'Economia e delle Finanze per l'Abruzzo".

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