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    Pacenza "Commissariamento sanità necessità del Governo"

     

     

    Pacenza "Commissariamento sanità necessità del Governo"

    12 set 11 "Vorrei solo ricordare all'opposizione che, il commissariamento della Sanità calabrese, era una necessità che il Governo aveva espresso già negli ultimi mesi della gestione di centrosinistra alla Regione, sotto l'allora governatore Agazio Loiero". Lo afferma in una nota il presidente del comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza (Pdl). "Anzi, voci sempre più insistenti - aggiunge - all'epoca dei fatti, davano l'ex governatore come il principale candidato a ricoprire il ruolo di commissario, nonostante la maggior parte del debito sanitario si fosse accumulato proprio sotto il suo governo. Credo che le affermazioni rilasciate a mezzo stampa dai colleghi dell'opposizione siano strumentali e non tengono in debita considerazione quella che era la situazione della nostra sanità alla vigilia del commissariamento. Oltre ad un debito tutto calcolare (poi presto quantificato in un miliardo e 45 milioni grazie all'impulso innestato del commissario ad acta Scopelliti); si scoprì che non era più possibile mandare avanti oltre 60 ospedali, tra pubblico e privato, a fronte di una densità di popolazione di appena 2 milioni di abitanti. Che ogni anno, non si potevano regalare circa 230 milioni di euro per la cosiddetta emigrazione sanitaria. Che non si potevano spendere 624 euro per un posto letto (quando se ne dovrebbero spendere 180)". "Queste cifre, fuori da ogni parametro nazionale, richiedevano - prosegue Pacenza - misure urgenti e straordinarie che solo con un Commissariamento erano possibili da attuare con fermezza e tempestività. Del resto, quello in corso d'attuazione, è lo stesso Piano approvato dal centrosinistra nel dicembre 2009, con qualche modifica in più ritenuta necessaria. La giunta Loiero, dal suo invece, non ha attuato un solo punto di quel Piano sottoposto al vaglio del Consiglio per ben due volte. Inoltre, vorrei ricordare ai cittadini, quanto ai miei colleghi della minoranza, che tutti gli atti e i provvedimenti intrapresi dal commissario devono passare il vaglio dei due sub commissari nominati dai vertici della Guardia di Finanza. In ultima istanza, essi devono poi ottenere il parere del cosiddetto tavolo Massicci al ministero che, in quanto a rigorosità e a controllo certosino è ormai notorio ai più, anche ai non addetti ai lavori".

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