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    Longo "Rifiuti telenovela che dura da 14 anni"

     

     

    Longo (Verdi) "Rifiuti telenovela che dura da 14 anni"

    02 set 11 "Sono ormai 3 lustri che l' emergenza rifiuti non riesce ad abbandonare la Calabria. Le nostre città potrebbero diventare presto un grande immondezzaio". Ad affermarlo Ortensio Longo dei Verdi già assessore all'ambiente del Comune di Cosenza. "La gente -aggiunge Longo- comincia a esasperarsi e la politica appare impotente. Non si vogliono trovare soluzioni alternative (e forse neanche discutere) e molti politici (del tutto incompetenti del problema) seguono la strada del fuoco risolutore. Proporre un inceneritore (il termine termovalorizzatore, si sa, non ha senso scientifico o tecnico, neanche nelle regolamentazioni comunitarie), per uscire presto dalla crisi (che se va bene per costruirlo richiederà 6-7 anni) significa prendere in giro il cittadino già al minimo della fiducia verso la politica e le istituzioni (vi ricordate la promessa di costruire il nuovo ospedale di Cosenza in due anni!). Se si fosse cominciato alla prima emergenza di 15 anni fa, con un piano integrato di raccolta differenziata, non saremmo certamente a questo punto. Se lo si fosse fatto anche cinque-sei mesi fa, avremmo ora qualche prospettiva, ma continuare a pensare che la questione possa risolversi con discariche e inceneritori vuol dire non aver compreso che, così, i rifiuti continueranno ad accumularsi perdendo ancora del tempo. Non sono bastati 5 Governatori e 6 Commissari delegati per superare la frammentazione delle gestioni e giungere ad un ciclo integrato. "Un fallimento di una esperienza.... La totale assenza di corretteza e trasparenza" scrive la Corte dei Conti di Catanzaro e la Commissione d'inchiesta parlamentare presieduta da Pecorella aggiunge: "Nessuno degli obiettivi previsti dai piani regionali per i rifiuti è stato realizzato". Obiettivi peraltro non difficili da raggiungere considerando che la Calabria produce poco più di 915 mila tonnellate di rsu con una popolazione di appena 2 milioni di abitanti. L'emergenza rifiuti in Calabria scrivono i Carabinieri del Noe: "Ha rappresentato un sistema di potere, da tutelare e prorogare ad ogni costo e per più tempo possibile, basato sugli appalti, sulle consulenze esterne e su tutti quei meccanismi di potere..." C'è da aggiungere che dal '98 ad oggi sono stati spesi (solo per i rifiuti) un miliardo di euro. Una caterva di denaro pubblico con i quali – volendoli convertire in inceneritori – se ne potevano costruire almeno 10! Ed invece? Invece tutto è stato fatto, in questi anni, solo per agevolare gli interessi della politica affaristica e delle cosche. Come quel grottesco piano della suddivisione del territorio in tre macroaree e far viaggiare i rifiuti su e giù per la regione, o come quella ridicola gara delle 14 società miste pubblico-private - una per ciascun sottoambito territoriale - costituite nel 2000 dal Commissario delegato per realizzare la raccolta differenziata. Furono stanziati allora 120 miliardi di lire. La raccolta, che sarebbe dovuta arrivare al 60-70% nel 2007, è rimasta ferma al 9%. Tutto questo bailamme ha solo favorito l'inserimento nel ciclo dei rifiuti della criminalità organizzata. Nel territorio calabrese il numero delle discariche esistenti, autorizzate (ma molte non sono a norma) e abusive, è di circa un migliaio, mentre è del tutto carente l'attività di bonifica. I Commissari delegati in Calabria non hanno realizzato nuove discariche pubbliche, sicché tutto il sistema delle discariche è rimasto affidato ai privati. Anche la gestione dell'inceneritore di Gioia Tauro costruito dalla Termomeccanica (socità finita sotto inchiesta dalla procura lucchese, per aver taroccato il software sulle emissioni dell'inceneritore di Pietrasanta che teneva sempre, e quindi falsamente, nella norma i parametri di monossido di carbonio e di diossina, che invece erano 4 volte superiori), oggi fa capo per la gran parte a una società privata, la Tec-Veolia. L'inceneritore ha una potenzialità complessiva di 120 mila tonnellate annue ma per farlo funzionare brucia combustibile cdr proveniente da altre regioni. Tuttavia il piano regionale sui rifiuti illustrato mesi fa dal governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, prevede il via libera al raddoppio dell'inceneritore di Gioia Tauro non tenendo in nessun conto delle proteste dei cittadini e dei sindaci della Piana che da tempo protestano contro il raddoppio. Le conseguenze per il territorio saranno molto gravi. Altro cdr viaggerà per La Calabria proveniente da altre regioni (il cdr non è sottoposto a vincoli territoriali), l'inquinamento dell'area aumenterà, le patologie tumorali come messo in evidenza da una ricerca del Dipartimento di Prevenzione dell'Asp di Reggio Calabria, stanno subendo una notevole incidenza. Come mai un'area così a rischio non ha mai avuto i controlli, obbligatori, relativi allo stato e condizioni dell'aria e dell'acqua? La politica in tutti questi anni che cosa ha fatto? Diremmo nulla, (per usare un eufemismo). Neanche un minimo tentativo per cercare risolvere l'1% del problema. E' rimasta a guardare anche se la questione in mano ai Commissari peggiorava di anno in anno. Oggi con l'acqua alla gola, trova la via d'uscita (apparente): un inceneritore in Provincia di Cosenza. E sarebbe il terzo! Dove collocarlo però nessuno lo dice. Quello degli inceneritori è il metodo più costoso di smaltimento dei rifiuti. Il 25% (le ceneri, tossiche) devono prendere la via della discarica. I Comuni sempre più poveri grazie al buon governo che ha pensato di tagliare i finanziamenti, aumenteranno ancora di più i debiti. Al Sindaco Occhiuto ci permettiamo di suggerire di far percorrere alla città un ciclo più virtuoso. Abbandoni l'idea dell'inceneritore e faccia fare alla città un vero salto culturale. Avrà sicuramente l'appoggio di tutti i cittadini i quali vedranno ridursi anche la bolletta. L'alternativa si chiama "Ciclo integrato dei rifiuti". La raccolta differenziata, con l'organico anch'esso raccolto porta a porta è il punto cardine del ciclo. E' necessario innescare a valle una filiera del riciclaggio dalla quale si possono creare nuovi posti di lavoro "ecologici". Un volano positivo contro la crisi in atto. Il Comune faccia partire nei prossimi giorni una massiccia campagna informativa. Il progetto è importante. Ne deriverà presto anche un assetto diverso del rapporto tra i cittadini e l'Amministrazione comunale che può giovarsi di una conoscenza aggiornata dei bisogni della città.

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