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    Scalzo (PD) "Degenerazione correntismo è segnale inquietante"

     

     

    Scalzo (PD) "Degenerazione correntismo è segnale inquietante"

    20 ott 11 "Sarebbe davvero auspicabile che in una fase così importante del Paese e della regione, con un governo nazionale praticamente esanime e un governatore regionale che viene inquisito per fatti gravissimi (in altri tempi e in un'altra politica, ci sarebbe stato materiale sufficiente per dimissioni immediate), il nostro Partito democratico si concentrasse unicamente su un'opera convincente e appassionata di opposizione, che inchiodi i fallimenti del centrodestra a tutti i livelli e sveli, con voce unica e credibile, il programma alternativo che si è pronti a mettere in campo per la Regione Calabria e per l'intero Paese". Lo sostiene, in una nota, il capogruppo del Pd al Comune di Catanzaro, Salvatore Scalzo. "Esisterebbero condizioni, vitalità ed energie nuove e motivate - aggiunge - per mettere in campo i congressi locali e provinciali subito, ricostruire il partito sull'entusiasmo, la partecipazione, il servizio e l'appartenenza e disegnare un progetto di governo forte e condiviso con i cittadini. Invece iscritti ed elettori sono costretti ad assistere a lettere interne incomprensibili se non per gli addetti ai lavori; prese di posizione e segnali inquietanti di degenerazione profonda del correntismo nel senso dell'autoreferenzialità e dell'antidemocraticità, una nuova alzata di scudi di una serie di eletti che vogliono risolvere l'intera vicenda congressuale e l'intera fase di transizione del Paese e della Regione attorno a un tavolo, fra pochi intimi sempre uguali a se stessi. Le correnti possono essere un'utile strumento di democrazia e discussione interna al partito, ma solo laddove esso ingeneri un sano e responsabile dibattito tra linee politiche. In Calabria l'impressione è che ciò non avvenga, che le correnti siano in fase di degenerazione, uno strumento che legittima gruppi e filiere precostituite, che offende la dignità della base, degli elettori, dei militanti, e comporta un'instabilità profonda che nuoce alle forze sane perché mina la credibilità e l'affidabilità del partito agli occhi di lavoratori, disoccupati, operatori economici e sociali". "Il commissariamento, quand'anche segnato da qualche errore o qualche passaggio meno comprensibile - dice ancora Scalzo - ha garantito quello che definirei l'elevamento del tasso medio di libertà presente all'interno del partito. Si sono aperti spazi di manovra importanti per le nuove generazioni, si è riaffermato il senso delle regole interne, è stata restituita l'idea del partito come una macchina indipendente rispetto agli eletti e soprattutto avente il compito dell'analisi e della elaborazione delle proposte che gli eletti stessi devono riportare all'interno delle loro istituzioni. E quel nuovo PD che oggi chiede spazio. Ed è un PD al quale, non solo la base degli iscritti, ma anche l'elettorato guarda con speranza e fiducia".

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