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    Consiglio regionale approva mozione contro tagli Trenitalia

     

     

    Consiglio regionale approva mozione contro tagli Trenitalia

    18 nov 11 l Consiglio regionale, in avvio di seduta, ha approvato una mozione sulla "violazione del diritto alla mobilità dei cittadini e sui disservizi del sistema ferroviario calabrese e l'abbandono del territorio da parte del Gruppo Ferrovie dello Stato", primo firmatario il presidente dell'Assemblea Francesco Talarico, con alcuni capigruppo consiliari. Sulla mozione hanno inizialmente espresso voto contrario i consiglieri Adamo, Bova e Principe, ma quando la maggioranza, con l'impegno del presidente Talarico, ha recepito le indicazioni di Principe di chiedere l'avvio di un tavolo tecnico permanente nel quale presentare anche una proposta con la quale andare all'interlocuzione con il Governo e con l'amministratore delegato delle Ferrovie, Moretti, è arrivato il voto unanime dell'Aula. Sul punto sono intervenuti numerosi consiglieri e lo stesso presidente Giuseppe Scopelliti. In tanti hanno definito tardiva la reazione della Regione. Adamo, nell'annunciare inizialmente il voto contrario, ha definito "assolutamente insufficiente" la mozione, "che tratta argomenti e temi che meriterebbero ben altri approfondimenti sia in Commissione che in Consiglio". Fausto Orsomarso, consigliere delegato della Giunta per i Trasporti, ha parlato invece di "strumento utile per rafforzare il confronto che il Presidente della Giunta intende avviare con il Governo, ma anche con l'uomo solo al comando delle Ferrovie, l'Amministratore delegato Moretti che pensa a risanare i bilanci del gruppo con i tagli imposti alla Calabria ed alle altre regioni meridionali che non ha avuto nemmeno il buon senso di comunicare". Anche Alfonso Gallo (Udc) ha condiviso i contenuti della mozione, ricordando le proteste avviate dai consiglieri del gruppo Udc sulla stampa. "Avevo anche predisposto un ordine del giorno - ha aggiunto - che ritengo assorbito dalla mozione". Gallo ha definito "pretestuose" le argomentazioni di Adamo, anche se ha condiviso la proposta dello stesso Adamo di discutere ed approfondire l'argomento sia in Commissione che in Consiglio. Anche il capogruppo Pd, Sandro Principe, nel proporre al neoministro per le infrastrutture un tavolo tecnico sull'argomento, ha confutato i termini della mozione, che il consigliere Candeloro Imbalzano (Scopelliti Presidente) ha invece definito tardiva ricordando "l'allarme che le organizzazioni sindacali e molti consiglieri avevano sollevato in merito al pericolo di isolamento della Calabria". "Personalmente - ha ricordato Imbalzano - avevo presentato fin dal 13 settembre 2010 una mozione sul tema della mobilità stradale e ferroviaria che doveva essere discussa ed approvata. Forse se fossimo intervenuti per tempo allora non ci saremmo ritrovati qui oggi qui a discutere dello stesso argomento". Giuseppe Caputo (Pdl) ha evidenziato gli ulteriori problemi in cui versano l'alto ed il basso jonio calabrese, "colpito dai tagli ai collegamenti in maniera ancora più dura rispetto agli altri territori della Regione". Dopo l'intervento di Principe, che ha chiesto l'apertura di un tavolo tecnico permanente con il Governo ed i vertici del Gruppo Fs, ha parlato il presidente Scopelliti che condividendo il taglio della mozione ha aggiunto che "essa, forse arriva un po' in ritardo, di qualche anno, rispetto soprattutto al 2006, anno nel quale si insediò il Governo Prodi, ed uno dei ministri più geniali di quel Governo, il prof. Bianchi, disse alcune cose. Tra queste che il Ponte sullo Stretto non si sarebbe mai fatto e che l'alta velocità nel Sud non sarebbe mai arrivata. Nel 2006 c'erano le risorse per poter investire ed offrire l'alta velocità. Quando il ministro Bianchi disse queste cose le reazioni non sono state eclatanti. Spesso c'é troppa sudditanza nei confronti dei Governi centrali e questo è un esempio di questo atteggiamento. Oggi paghiamo quel tipo di atteggiamento. La nostra battaglia di oggi non è facile perché si scontra con la realtà dei numeri. Ma la radice dei nostri problemi nasce da una stagione di penalizzazioni che oggi paghiamo interamente". Intervenendo nuovamente, Principe ha respinto le argomentazioni di Scopelliti, "secondo il quale - ha detto - i problemi di oggi derivano dalla mancata realizzazione dell'Alta velocità in Calabria. Niente di più falso. Ma se si vuole che questa mozione diventi espressione di tutto il Consiglio deve prevedere la richiesta del tavolo tecnico al quale portare anche una nostra idea sul tema delle infrastrutture che scaturisca da un approfondimento in Commissione ed in Consiglio". "Siamo d'accordo di dare una immagine di unità - ha concluso - ma non un'immagine di semplice testimonianza su un argomento così importante".

    "La Calabria si trova di fronte ad un'inaccettabile violazione del diritto alla mobilità di migliaia di cittadini, in conseguenza al progressivo abbandono di consistenti aree del territorio nazionale da parte delle aziende del gruppo Ferrovie dello Stato, in particolare della società Trenitalia". E' quanto si afferma nelle mozione presentata dal presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, ed approvata all'unanimità con l'integrazione di una proposta dei consiglieri Adamo, Bova e Principe che impegnano lo stesso presidente Talarico ad approfondire gli argomenti trattati sia in Commissione che in Consiglio. Nella mozione si sottolinea anche "la criticità dello stato dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, che sottopone a enormi ritardi, difficoltà e rischi chi deve percorrerla, accresce l'isolamento della Calabria; che la situazione generale del sistema delle infrastrutture e dei collegamenti ferroviari e stradali, già fortemente critici, anche per carenza di investimenti delle aziende Anas e Gruppo Ferrovie dello Stato, é destinata ad aggravarsi ulteriormente, con i tagli annunciati dei treni notturni e a lunga percorrenza; che, di fatto, le strategie di Trenitalia e delle altre società del gruppo Ferrovie dello Stato interrompono la continuità territoriale e limitano la libertà di circolazione delle persone e delle merci, non garantendo, ai cittadini della Calabria, pari opportunità con i cittadini di altre regioni del Paese; che la flotta dei treni, impiegati in Calabria, è vetusta e che i servizi ai passeggeri si qualificano, palesemente, come inefficienti, se non inesistenti, e che per i collegamenti Calabria - Roma e viceversa, con i treni cosiddetti Eurostar, Trenitalia utilizza, in modo chiaramente discriminatorio, rispetto allo standard dei servizi offerti in altre regioni, materiale tecnologicamente non adeguato a percorrere la linea alta velocità Napoli - Roma, con conseguente prolungamento della durata di percorrenza della tratta ferroviaria di circa un'ora; che l'insufficiente e graduale defezione di Trenitalia si aggiunge all'assenza di significativi programmi d'investimento ed a scelte aziendali che negano, al territorio calabrese, servizi efficienti e moderni". Nella mozione "si impegna la Giunta regionale a intervenire presso il Governo nazionale, e in particolare presso il Ministro per le Infrastrutture, per rappresentare le condizioni di assoluta disuguaglianza in cui si trova la Calabria, nell'ambito del sistema dei servizi ferroviari italiani e dei collegamenti stradali, che impediscono il formarsi di tutte quelle condizioni necessarie per una crescita sociale ed economica equa della Calabria; a coinvolgere, nella definizione di una strategia utile a correggere la situazione attuale del sistema dei trasporti ferroviari nel meridione, le Regioni Sicilia, Basilicata, Puglia, tutti i parlamentari eletti in Calabria e le parti sociali da tempo mobilitate sulla questione". "S'impegna inoltre - si afferma ancora - il Presidente del Consiglio regionale: a inviare le determinazioni del Consiglio regionale della Calabria ai Presidenti dei Consigli regionali di Sicilia, Basilicata, Puglia, per concordare eventuali iniziative comuni; ai Presidenti di Camera e Senato perché valutino l'esigenza di avviare un'inchiesta sulla politica dei trasporti operata da Trenitalia nelle regioni del Sud ed a interessare il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e quindi di quel principio secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale nel nostro Paese".

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