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    Idà (Giovani Udc) "Preoccupa trend negativo disoccupazione giovanile"

     

     

    Idà (Giovani Udc) "Preoccupa trend negativo disoccupazione giovanile"

    01 nov 11 "I dati riguardanti il tasso di disoccupazione giovanile continuano a segnare, implacabilmente, un trend negativo, che ci preoccupa e che ci induce a formulare una serie di riflessioni doverose e credo opportune". Sono le considerazioni del coordinatore regionale dei Giovani Udc Calabria e capo della segreteria nazionale dello stesso movimento giovanile dello Scudocrociato, Giuseppe Idà, in merito agli ultimi dati comunicati dall'Istat, che vedono la disoccupazione tra le nuove generazioni (15-24 anni) attestarsi al 29.3%. "Che il futuro, per quanto riguarda la sfera delle nuove generazioni, non fosse molto roseo l'avevamo capito già da diverso tempo, ma ciò che ci rende maggiormente perplessi e fortemente preoccupati è l'assoluta mancanza di una politica di contrasto e di una programmazione responsabile e meditata che vada ad incidere, arginandolo, su un fenomeno che rischia di strappare, come da tempo stiamo ripetendo, speranze ed aspettative alle ragazze ed ai ragazzi italiani. Ed ha ragione il nostro coordinatore nazionale, l'amico Gianpiero Zinzi, quando afferma che all'Italia servono riforme strutturali, altrimenti il sogno della nostra generazione potrebbe trasformarsi in incubo. Urgono interventi immediati, che aggrediscano i problemi nel merito e che possano dare risposte concrete alle legittime aspettative di un'intera generazione che non può vivere nella paura di quello che sarà il percorso di vita e nell'impossibilità di dimostrare le proprie capacità e le proprie intelligenze. Chi si è candidato a governare il nostro Paese e, soprattutto, chi ha avuto la fiducia degli italiani, ha, prima di ogni altra cosa, il dovere morale di compiere scelte coraggiose e scrupolose, anche e soprattutto per quel che concerne le indispensabili riforme strutturali di cui il sistema-Paese ha fondamentale bisogno. Il quadro della situazione è a dir poco complesso e preoccupante – sottolinea sempre Giuseppe Idà – e, di più, pesa come un macigno nelle regioni del Mezzogiorno, dove i giovani devono già far fronte ad una miriade di difficoltà quotidiane, scontrandosi con una realtà innegabilmente non facile, che non lascia spazi e margini di crescita e di sviluppo. Ci stiamo avviando verso una crisi davvero drammatica ed il campanello d'allarme continua a suonare con sempre maggior impeto, in attesa che qualcuno lo senta e corra ai ripari, augurandoci che non sia mai troppo tardi".

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