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    Verdi “Governo taglia rinnovabili per favorire nucleare che esplode”

     

     

    Verdi “Governo taglia rinnovabili per favorire nucleare che esplode. 120mila persone a rischio”

    12 mar 11 “La Corte Costituzionale ha dato il via libera alla consultazione per abrogare la norma per la "realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare". Il quesito referendario,presentato dall'Idv per abrogare la norma suddetta, si terrà, salvo elezioni anticipate, una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Nella scorsa settimana sono state decise anche le sorti delle energie alternative: fotovoltaico ed eolico! Infatti, il Consiglio dei ministri ha approvato una legge che di fatto ‘riduce’ ai minimi termini tutti e due i settori industriali e mette in seria difficoltà anche l'installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto delle case private, spianando definitivamente la strada all'energia nucleare intensiva”. Così in una nota il Coordinamento Verdi Cosenza Costituente Ecologista. “Succedono, in questo paese, -e’ scritto in una nota- cose veramente incomprensibili. Ed ecco l’eventuale costo sociale. Oltre15.000 famiglie – come ha prontamente dichiarato il Presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli - rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, un indotto che occupa 120.000 persone sarà colpito. E' un prezzo altissimo,in termini sociali ed economici, che verrà pagato da uno dei pochissimi settori produttivi non colpiti dalla crisi e da un numero importante di lavoratori e famiglie. Se nei prossimi giorni non si riuscirà a introdurre dei correttivi, il fotovoltaico – ha sostenuto Bonelli - rischia una Caporetto, con ripercussioni molto pesanti sia in termini occupazionali che di credibilità del sistema Paese. Ci chiediamo quali interessi si vogliono davvero tutelare? Chi sono i poteri forti che stanno eliminando ad una ad una tutte le rinnovabili? Prima l'eolico, oggi il fotovoltaico. Che destino attende un paese che distrugge sistematicamente le proprie opportunità di sviluppo? Siamo profondamente convinti che le scelte destinate a incidere profondamente sull'economia del paese, sulla società civile, sulla vita dei cittadini, debbano essere compiute sulla base di dibattiti di massa. Si sa che Berlusconi vuole le centrali atomiche e che dietro di lui c'è una grossa lobby. Lui possiede i mezzi per cambiare lentamente l'opinione pubblica, tv, giornali, parlamentari, scienziati, ecc. Ma anche la legione di industriali che camminano dietro di nascosto pronti ad accaparrarsi una fetta del mercato, hanno a loro volta parlamentari, giornali, tv, ecc. Pare che anche la lobby di sinistra si stia muovendo nella stessa direzione. Con la differenza che a destra si manifestano le intenzioni apertamente e a sinistra no. Non è un caso che, in questi ultimi tempi in particolare, da parte delle “autorità” e anche dei tecnici si tenda a dare ormai tutto per scontato, attraverso una congiura del silenzio, qua e là interrotta da sortite mistificanti o rozzamente menzognere attraverso una pubblicità ingannevole e peraltro costosa (lo spot sul nucleare dell' Enel e dell' Eni ci è costato 6 milioni di euro). Molto, invece, è ancora in gioco e moltissimo c' è da ancora da sapere, anche perché la campagna sul nucleare è stata intessuta sin dall'inizio di luoghi comuni e affermazioni arbitrarie. E' essenziale, quindi, che si faccia chiarezza: lo stesso movimento nucleare ha assoluto bisogno di entrare meglio e più approfonditamente nel merito delle questioni, anche tecniche. E' giusto precisare che il rischio nucleare ( come nel caso del disastro in Giappone, dove è stata dichiarata Emergenza radioattiva,anche a seguito della distruzione del reattore nucleare della Centrale di Fukushima),va ben oltre le centrali: esso riguarda tutto il ciclo del combustibile, e, certamente si profila ancora più grave in rapporto ai reattori autofertilizzanti con i quali si ha a che fare con il plutonio. Se in passato – per le condizioni in cui le scelte furono compiute e per la totale disinformazione della gente -, produzioni nocive e dinamiche di distruzione poterono essere imposte senza che ci si rendesse conto di quale futuro esse aprissero, oggi ci si deve chiedere, proprio sulla base dell'esperienza e della sensibilità di massa tanto cresciuta in questi anni, che ogni scelta venga discussa più largamente e apertamente possibile e ne vengano calcolate il più precisamente possibile le conseguenze. C'è, a nostro parere, una crescente esigenza, da parte della popolazione di informazioni organiche e articolate sulla questione nucleare. Dall'altra parte, invece, constatiamo una sorprendente disinformazione delle autorità destinate a prendersi la responsabilità di simile scelte su argomenti importanti come la sicurezza. La verità è che vengono adoperate argomentazioni tanto speciose, perchè chi “sa” si rende perfettamente conto di quanto siano difficili e complicati, tuttora, previsioni e calcoli sulla sicurezza delle centrali. Questa generale carenza di “cultura nucleare” è certamente dovuta alla scarsa diffusione della pubblicistica divulgativa e al loro contenuto spesso di difficile comprensione. L'entità degli sforzi economici richiesti e dei tempi di realizzazione necessari per mettere in opera un sistema energetico nucleare sono tali da rendere incredibile la possibilità di un successivo ripensamento, quando fosse stata intrapresa questa via. Ecco perchè è importante vincere il referendum, ma è ancora più importante fornire ai cittadini ogni possibile informazione e strumenti di interpretazione critica sulle scelte energetiche e, in particolare, sull'energia nucleare. Perchè la scelta nucleare compiuta in queste condizioni comporta un rischio certo:che un numero incalcolabile di persone debba fare da cavia, perché si possano accertare le conseguenze di questa nuova produzione di energia. Ora è lecito scontare una simile prospettiva come inevitabile? E' lecito compiere la scelta nucleare in questa prospettiva?Noi siamo arrivati ad un tempo nel quale vogliamo guardare con occhi ben aperti non solo il nostro presente ma anche il nostro futuro".

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