In Calabria trionfa il modello Scopelliti - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

In Calabria trionfa il modello Scopelliti

31 mag 11 Un tempo era la roccaforte della sinistra e Giacomo Mancini, il vecchio leone socialista, la fece addirittura diventare 20 anni fa l'emblema della rivoluzione della sinistra al governo delle città, ben prima di tanti altri primi cittadini del sud: oggi Cosenza è passata di mano e avrà un sindaco di centrodestra, dopo non si sa nemmeno quanti anni, 20, 25, 30, 35 dicono alcuni. Ed è diventata nuovamente emblema, ma stavolta alla rovescia: il simbolo, cioé, del vento controcorrente del centrodestra, in netta difficoltà in tutta Italia, Sud compreso, che qui però ha spazzato via, praticamente da tutta la Calabria, il centrosinistra. Il giorno dopo l'esito dei ballottaggi il quadro, infatti, non poteva apparire più chiaro: è qui il nuovo paradiso del centrodestra, qui si strappano le storiche roccaforti alla sinistra, qui si stravince dove si governava da tempo e tanti saluti alla crisi del centrodestra. Questo nuovo paradiso si chiama Calabria. Un po' di cifre per capire: tra primo e secondo turno il centrodestra mantiene saldamente il comune di Reggio, strappa alla sinistra i municipi di Cosenza e Catanzaro ma anche la Provincia di Reggio Calabria. La sinistra conserva Crotone, dove viene rieletto sindaco Peppino Vallone, che manda a casa la senatrice dell'Udc Dorina Bianchi, che mezzo Pdl in verità non voleva, che poi mezzo Udc ha aspramente criticato e mollato quando non ha difeso Casini dagli attacchi di Berlusconi in un comizio al palazzetto dello sport. Insomma, una candidatura tutt'altro che forte. Il perché di questo voto in controtendenza non è difficile da scoprire e tutti gli osservatori oggi sono concordi: da 14 mesi governa in Regione Giuseppe Scopelliti, coordinatore regionale del Pdl, che nel marzo 2010 ha strabattuto alle regionali il centrosinistra. Scopelliti, giovane e brillante ex sindaco di Reggio, ha unito il suo partito imprimendo una forte azione di cambiamento, ma soprattutto ha stretto un rapporto di ferro con l'Udc. In Calabria il terzo polo non si sa che cosa sia: in regione il partito di Casini ha il Presidente del Consiglio Regionale e due assessori e alle amministrative un altro patto di ferro, tanto che il nuovo Sindaco di Cosenza è il fratello di un parlamentare Udc (Roberto Occhiuto). Un modello esportabile per il resto del paese? Scopelliti ci crede e ci spera; l'Udc, intanto, gongola. Ma non ci sono solo i capoluoghi a tenere desta l'attenzione: un anno dopo il centrodestra ha infatti mantenuto la guida di San Giovanni in Fiore, la capitale della Sila, una roccaforte per 50 anni della sinistra, comunista e post, persa 12 mesi fa, poi il consiglio si sciolse ma domenica e lunedì lo stesso sindaco defenestrato ha riconquistato nuovamente il Municipio per il centrodestra. Una debacle, insomma, per la sinistra, che in Calabria - terzo elemento di spiegazione - è al di sotto dei livelli di guardia: il Pd non raggiunge infatti il 10% dei consensi in nessuna delle tre città principali (Catanzaro, Cosenza e Reggio), con punte addirittura del 6%; Bersani da un anno, dopo la sconfitta alle regionali, ha commissariato il partito che era squassato da defezioni e da polemiche interne incredibili (a Cosenza è successo e sta ancora succedendo di tutto) e il resto del centrosinistra non se la passa meglio. In queste condizioni era davvero un'impresa arginare l'ondata Scopelliti. E infatti non c'é riuscito nessuno. Il commissario Pd, Adriano Musi, è lucido nella sua analisi: "anche in Calabria - dice - il risultato premia chi è stato meno litigioso e più attento ai problemi delle persone che alle proprie ambizioni o ai propri risentimenti. Anche dalle sconfitte si traggono preziosi insegnamenti e le soluzioni non sono nel levati tu che mi ci metto io ma nel come cambiamo tutti"