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    Sciopero generale della CGIL, sei manifestazioni in Calabria

     

     

    Sciopero generale della CGIL, in 20mila sei manifestazioni in Calabria

    06 mag 11 E' stata del 45%, con punte anche del 90 e 100%, in tutti i settori pubblici e privati, in Calabria l'astensione media dai posti di lavoro registrata oggi in occasione dello sciopero di otto ore di oggi. C'é soddisfazione nel quartier generale del sindacato a Catanzaro sui risultati della mobilitazione che ha posto al centro i temi del lavoro da salvaguardare e da incrementare, della partecipazione e della democrazia. In sei piazze della regione più di 20 mila persone, lavoratori e lavoratrici ma anche disoccupati, pensionati e studenti - fanno sapere gli organizzatori - hanno risposto all'appello della Cgil per rivendicare nuove occasioni di sviluppo. Sei i luoghi simbolici scelti dal sindacato per riaffermare i termini della piattaforma Calabria:a Castrovillari con Claudia Carlino, della segreteria regionale e Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Flc, si è sottolineata la necessità di rilanciare le aree interne e montane a rischio spopolamento. A Cosenza, in piazza della Vittoria, con il segretario generale calabrese Sergio Genco e Stefania Croggi, segretario nazionale Flai, attenzione alle crisi che rischiano di minare ulteriormente il già debole tessuto occupazionale: dai lavoratori degli impianti a fune di Lorica e Camigliatello ai dipendenti delle cliniche, della Multiservizi, delle Comunità montane in cerca di un futuro. Un cantiere per la costruzione di una diga attesa da decenni, ha fatto da sfondo alla manifestazione di Sorbo San Basile ha fatto da sfondo alla mobilitazione in provincia di Catanzaro. Qui sono intervenuti il segretario regionale Massimo Covello e Mauro Livi della Fillea nazionale. Pasquale Aprigliano, della segreteria regionale, e Michele Gentile della Cgil nazionale sono intervenuti a Crotone in quello che fu il polo industriale per eccellenza della Calabria e che adesso vive una crisi profonda. Anche a Vibo, alle prese con i tanti stabilimenti doventati scatole vuote, sono intervenuti Mimma Iannello, della segreteria regionale, e Antonio Crispi della Fp nazionale. Gioia Tauro, la città del porto che tenta di risalire la china dopo le ultime battute d'arresto dello scalo, ha ospitato la manifestazione per la provincia di Reggio con sul palco il segretario regionale Raffaele Mammoliti e Franco Garufi della Cgil nazionale. "E' stata una grande prova di democrazia e di partecipazione - afferma il segretario generale della Cgil calabrese, Sergio Genco - e la dimostrazione di una forte determinazione dei lavoratori e delle lavoratrici, dei precari, dei disoccupati,che hanno condiviso la piattaforma rivendicativa nazionale della Cgil e che, con questa giornata di mobilitazione , mandano un segnale preciso di critica e di non condivisione delle politiche messe in atto in questi tre anni dal governo Berlusconi, in primo luogo per quanto riguarda il Mezzogiorno, abbandonato a se stesso. Dalle piazze, dai lavoratori, un monito e un preavviso anche al governatore calabrese Scopelliti, perché faccia meno conferenze stampa, meno dichiarazioni televisive, e si applichi di più e meglio a risolvere i tantissimi problemi economici e sociali della Calabria". Di piazza in piazza sono stati ribaditi i dati della crisi che attanaglia la Calabria. Nella regione, negli ultimi tre anni, si sono persi 68.000 posti di lavoro. Altri 17 mila potrebbero essere cancellati quest'anno in un quadro di mancanza di lavoro e aumento dei livelli di povertà della popolazione. "La Cgil continuerà la sua azione sindacale - sostiene ancora genco - a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, con ancora maggiore forza e impegno e chiederà alle forze politiche ed alle istituzioni locali, regionali e nazionali risposte certe e chiare, perché si contrasti questo vero e proprio declino, attraverso politiche per il lavoro, lo sviluppo e la buona occupazione, In un contesto di sicurezza e di legalità".

    Giovanni DOnatoLo sciopero a Cosenza. “Le ragioni dello sciopero si leggono sui vostri volti”. Giovanni Donato, segretario della Cgil di Cosenza (nella foto), apre la manifestazione organizzata nel giorno dello sciopero generale rivolgendosi alle migliaia di lavoratori che riempiono piazza della Vittoria. Sono infatti i lavoratori con le loro storie, il loro disagio, le loro esigenze, le loro speranze i protagonisti della giornata. “A nome di lavoratori, precari, disoccupati, pensionati scesi in strada oggi, chiediamo occupazione di qualità, futuro, investimenti, welfare, legalità e un fisco più giusto” aggiunge Donato. Proprio alle persone in carne e ossa i dirigenti della Cgil di Cosenza hanno voluto dare spazio, ospitandone gli interventi o citandole dal palco: lavoratori impianti a fune di Lorica e Camigliatello, appalti ferroviari, Acritrasport di Acri, case di cura La Madonnina, Madonna della Catena e Misasi, Lpu e Lsu, i lavoratori cosentini della Multservizi, delle cooperative A e B, della Città dei ragazzi, Emmezeta, i dipendenti delle Comunità montane, Arssa, operai forestali, Monier impresa edile, i ragazzi dei call center Abramo, Wisiang, Kolgest, Rai e Telecom. La Camera del lavoro di Cosenza ha espresso solidarietà anche alle famiglie che oggi hanno occupato, nella città bruzia, Palazzo Cosentino, rivendicando il diritto alla casa. In piazza, insieme ai lavoratori, molti esponenti istituzionali che hanno condiviso i motivi della protesta, aderendo allo sciopero. Sul palco, come detto, i dirigenti sindacali, un rappresentante del comitato referendario sull’acqua, Alfonso Senatore, e alcuni lavoratori che hanno raccontato la propria esperienza. Carmine Pasturi, giovane dipendente di un call center: “Alla mia età, mio padre aveva fatto tanti sacrifici, ma aveva una prospettiva. Alla mia generazione i sacrifici e il talento non bastano, è arrivato il momento di alzare la voce”. Maria Longo, Lsu: “Noi Lsu e Lpu calabresi siamo l’esempio palese della precarietà diffusa. Questa giornata di lotta è solo l’inizio. Assieme alla Cgil continueremo a combattere per un lavoro vero”. Anna Carmagnola, lavoratrice del settore commercio e servizi: “Non possiamo più permettere di essere trattati come dati Istat, siamo persone che rivendicano più diritti”. Emiliano Sidoti, dipendente di una casa di cura privata: “Troppo facile fare gli imprenditori con i soldi pubblici e poi pagare gli stipendi in ritardo”. Di più ampio respiro, com’è normale che sia, l’intervento di Sergio Genco, segretario generale della Cgil Calabria, che ha chiesto al Governo un cambio di rotta, “altrimenti è meglio che vada a casa”, e all’amministrazione Scopelliti di smetterla con le passerelle, “sarebbe ora che si occupasse dei problemi”. Le conclusioni di Stefania Crogi, segretaria generale della Flai Cgil nazionale, entusiasmano e trascinano la folla: “Oggi è una giornata straordinaria, dobbiamo ripartire da qui per pretendere, in questa provincia, lavoro, legalità, lotta alla criminalità e al caporalato, politiche diverse per donne, giovani e migranti”. Stefania Crogi chiude invitando sul palco Damiano Fusaro, operaio forestale in pensione: “Saluto i compagni come Damiano che ancora oggi si ribellano e si impegnano per una società diversa”.

    Le iniziative in Calabria. Sono sei le piazze calabresi in cui si sta svolgendo lo sciopero generale della Cgil contro i tagli del Governo centrale a scapito delle politiche per il lavoro. A Cosenza, i manifestanti si sono ritrovati in piazza della Vittoria difornte la sede della Cgil mentre a Castrovillari il ritrovao era in piazza Mercato. In provincia di Catanzaro l’appuntamento è sulla diga del Melito nel comune di Sorbo San Basile, luogo simbolo, con l’intervento del segretario regionale Massimo Covello. A Crotone, in piazza della Resistenza, il segretario provinciale della Cgil, Aprigliano, e Michele Gentile del nazionale hanno concluso la manifestazione. A Vibo Valentia in piazza Municipio, mentre per Reggio Calabria il luogo scelto è altrettanto simbolico, piazza mercato di Gioia Tauro.

    Ha aderito solo 5% lavoratori PA. I dipendenti pubblici che avrebbero aderito allo sciopero della Cgil, secondo la funzione pubblica Cisl, sarebbero solo il 5,21%. Secondo il segretario generale della Fp-Cisl, Giovanni Faverin, infatti, il dato del ministero (13,41%) sovrastima il risultato delle amministrazioni centrali che lavorano su turni. "Sono stati pochi - dice Faverin - i lavoratori pubblici ad incrociare le braccia: solo il 5,21% del totale. Una percentuale più bassa rispetto agli ultimi scioperi della Cgil e che oltretutto negli anni è andata costantemente calando: dal 9,97% dell'ultimo sciopero di categoria (11 dicembre 2009) all'8,45% dell'ultimo sciopero confederale (25 giugno 2010) fino al 5,21% di oggi. Dati bassi secondo Faverin anche a livello regionale: l'adesione allo sciopero - dice - risulta bassa in ogni parte d'Italia: si va dall'1,3% della Campania, all'1,5% di Lazio e Trentino, al 2,7% del Friuli, mentre anche in una regione rossa come la Toscana la percentuale supera di poco il 10%". "Rispettiamo la scelta di quanti sono andati in piazza - ha commentato - ma l'esito di oggi evidenzia che la motivazione tutta politica dello sciopero non ha convinto la gran parte dei lavoratori pubblici".

    Il commissario del Pd Calabria, Adriano Musi, partecipando alla manifestazione di oggi indetta dalla Cgil del comprensorio Catanzaro-Lamezia, in occasione dello sciopero nazionale ha espresso la propria soddisfazione per la grande partecipazione dei calabresi ed ha commentato: "Le manifestazioni sono sempre utili, sia che si tratti di difendere diritti come la libertà di stampa, sia che si tratti di tutelare il lavoro e la dignità dei lavoratori. È questo il senso della democrazia. Per questo motivo il Partito Democratico calabrese è oggi in piazza con la Cgil". Musi, con il coordinatore della provincia di Catanzaro, Pasquale Mancuso, ha portato la solidarietà dei democratici sul cantiere della diga sul fiume Melito, a Gimigliano, scelto dalla Cgil come sede della manifestazione provinciale. "I temi che costituiscono i motivi della lotta proclamata dalla Cgil – ha detto Musi – sono le priorità che il Pd ha messo al centro della proposta politica portata avanti in questi lunghi anni di malgoverno di centro destra. Il governo - ha proseguito Musi – attento agli interessi del suo Presidente e dei sui "responsabili" componenti, ha dimenticato il Paese, i suoi giovani, i suoi cittadini. Una dimenticanza sta mortificando e dividendo sempre di più il Paese, esaltando gli egoismi anzichè la coesione e lo sviluppo. Il cantiere della diga sul Melito – ha aggiunto – è uno dei simboli delle tante incompiute che caratterizzano il territorio calabrese e di quella mancanza di prospettive di lavoro che affligge i giovani di questa terra. L’azione del sindacato e della politica deve essere indirizzata a riportare i problemi della Calabria e del Mezzogiorno all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni nazionali". "La presenza nelle piazze italiane di tante gente che non sopporta più l’indifferenza del Governo verso i problemi reali è un buon segno". Lo afferma il consigliere regionale del Pd Francesco Sulla, secondo il quale "nel caso specifico della Calabria, va riconosciuta alla Cgil, che rimane un fondamentale punto di riferimento, la capacità di indicare i guasti che fanno della Calabria l’ultima regione d’Italia. Avremmo bisogno – aggiunge l’esponente del Pd – di infrastrutture di base e di impegni puntuali dello Stato, non di date sul completamento della Sa/Rc a cui non crede più nessuno". Per Sulla "alla Calabria serve il rilancio dello sviluppo, per aumentare l’occupazione e frenare la fuga dei giovani e non faraoniche opere pubbliche come il Ponte che rischia di rovinare uno dei più affascinanti paesaggi del mondo e di arricchire chi è già ricco".

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