Gallo “Rapporto Svimez evidenza rischi per situazione sociale in Calabria” - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Gallo “Rapporto Svimez evidenza rischi per situazione sociale in Calabria”

31 lug 11 "L'ultimo rapporto Svimez 2011 dimostra che il Mezzogiorno ha subito più del centro nord gli effetti della crisi, con una caduta maggiore del PIL e una riduzione ancora più pesante dell'occupazione". Ad affermarlo Vincenzo Gallo ex persidente dei Giovani Industriali di Cosenza ed ex asessore al welfare del Comune. "Sono confermate pertanto -spiega Gallo- le preoccupazioni per l'estrema gravità della situazione sociale, pur se nel 2010 è stata registrata una crescita del PIL. Nel Sud sono presenti meno del 30% degli occupati italiani, ma è stato registrato il 60% delle perdite di lavoro determinate dalla crisi. Nel periodo 2008-2010, infatti, in Italia gli occupati sono diminuiti di 532.400 unità soprattutto tra i giovani, ma in prevalenza nel Mezzogiorno (280.400 unità). In Calabria nel triennio 2008-2010 l'occupazione è diminuita complessivamente di 21.700 unità (-3,6%). Il numero degli occupati ha subito un decremento di 22.100 unità nei servizi, di 4.600 unità nell'industria in senso stretto e di 2500 nel settore delle costruzioni. Ciò senza considerare i disoccupati virtuali in cassa integrazione. In crescita il numero degli occupati solo in agricoltura + 7.400 unità (+13,2%). E' un dato sorprendente visto il forte decremento in ben 4 regioni del Mezzogiorno e una crescita solo in Basilicata dell' 1.6%. In Calabria la media annua del PIL nel periodo 2001/2007 è stata dell'1%, nel 2008 ha subito una variazione del –3%, nel 2009 del –4,9%. Nel 2010 è stata invece registrata una crescita dell'1%. La variazione media annua nel periodo 2001-2010 è stata del 0,0% in Calabria, in linea con il valore del Mezzogiorno (+0,2% in Italia), confermando che nel nostro paese non c'è una crescita significativa. In Calabria nel 2010 è stato registrato un aumento del valore aggiunto nell'industria in senso stretto (+2,7%), nei servizi (+1,6%) e in agricoltura (+0,9%). Solo quello delle costruzioni continua ad essere in crisi, registrando una riduzione del valore aggiunto del 4,4% in Calabria, del 5% nel Mezzogiorno e del 3.4% in Italia. Il PIL procapite in Calabria nel 2010 è stato pari a 16.657 euro, pari al 65,1% rispetto alla media italiana (era il 65% nel 2007). Un valore più basso si registra solo in Campania, il più alto in Lombardia con 32.222 euro. Lo Svimez sostiene che le manovre restrittive in questo quadro rischiano non solo di frenare la crescita nazionale, ma anche di risultare socialmente insostenibili al Sud, un'area ad economia debole, meno capace di reagire attraverso la ricerca di sbocchi compensativi ai mercati internazionali. Se in questo quadro si inserisce anche la prospettiva di un avvio del federalismo fiscale, la tenuta della società meridionale potrebbe essere rapidamente essere messa a dura prova. Lo Svimez per contrastare questi rischi ritiene che vadano introdotte condizioni di vantaggio per gli investimenti soprattutto dove esistono potenzialità non utilizzate (una effettiva fiscalità di vantaggio al Sud secondo sarebbe opportuna). Per altro verso andrebbero sperimentate misure in grado di ridurre l'impatto sociale con forme di sostegno ai redditi o almeno ponendo grande attenzione ai rischi di tagli alle prestazioni sociali, evitando gli "effetti perversi dei tagli indiscriminati". In questo quadro mi sembra un atto di grande responsabilità l'appello congiunto di qualche giorno fa di banche, imprese e sindacati per un piano di rilancio della crescita e dell'occupazione, prima che la situazione diventi insostenibile.

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