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    Legautonomie "Insostenibili tagli al patto di stabilità"

     

     

    Legautonomie “Insostenibili tagli al patto di stabilità”

    28 lug 11 Da Reggio Calabria a Corigliano Calabro, da Cosenza a Locri o Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo e Lamezia: si annunciano tempi davvero durissimi per gli 83 comuni calabresi con oltre 5 mila abitanti alle prese con gli obblighi fissati dal patto di stabilità. A tracciare una mappa dei tagli imposti dalla manovra economico-finanziaria varata dal governo, è uno studio di Legautonomie Calabria che li giudica insostenibili e, in tema di prossimi bilanci degli enti locali, parla di "mission impossible". A subire maggiormente gli effetti della mannaia delle più elevate detrazioni rispetto al 2009, sono stati 20 comuni sui quali svetta Reggio Calabria (-17.391.933 euro di trasferimenti statali) seguito da Cosenza (-4.157.481), Vibo (-3.223.048), Isola Capo Rizzuto (-2.481.582), Catanzaro (- 2.262.684), Crotone (-2.260.686), Lamezia Terme (- 2.073.802) e poi tutti gli altri. "Lo spostamento del termine al 31 agosto per l'approvazione del bilancio preventivo 2011 - afferma Claudio Cavaliere, segretario regionale di Legautonomie Calabria che ha curato il documento - non è servito granché, se non a ritardare le probabili alchimie e la ricerca di tutte le scappatoie possibili per far quadrare i conti. L'introduzione, già da quest'anno, della compartecipazione Iva e del fondo sperimentale di riequilibrio che vanno a sostituire i trasferimenti statali, anticipo del cosiddetto 'federalismo fiscale', hanno significato - rispetto al consuntivo 2009 - un taglio netto di 71 milioni di euro, con il 69% dei Comuni calabresi che sono stati sottoposti ad una pesante decurtazione". Ma non è finita. "A questo taglio, oramai consolidato - prosegue Cavaliere - va aggiunto il risparmio che occorre conseguire nel 2011 sulle spese correnti come risultato delle regole del Patto di stabilità che assomigliano ad un vero e proprio rebus. Ciò significa, ad esempio, in termini assoluti, 10 milioni di euro per Reggio, 5 milioni per Cosenza e Catanzaro, 2,5 per Lamezia Terme e Crotone, 2 milioni per Vibo, Rende e Rossano". In termini di risparmio pro-capite, sulla base dei dati a disposizione, il comune che dovrà "stringere di più la cinghia" è Diamante con quasi 94 euro di risparmio pro-capite da produrre, mentre Serra San Bruno è in coda con quasi 15 euro di spesa in meno. In prospettiva, comunque, la medicina rischia di essere ancora più amara per gli enti locali calabresi. "Così accadrà che appena chiuso il bilancio 2011, ad agosto - sostiene ancora Cavaliere - in autunno si dovrà lavorare alla predisposizione di quello per il 2012 e le proiezioni, allo stato, non sono rosee con Cosenza che dovrà raschiare il barile per altri 160 euro pro capite e Mendicino (ultima) per 62. In sostanza tutti gli 83 comuni calabresi soggetti al patto dovranno conseguire, nel 2012, ulteriori risparmi di spesa doppi rispetto a quelle del 2011". "Come è evidente - sostiene ancora Cavaliere - si addossano agli enti locali sacrifici ormai insopportabili ammantandoli di parole senza significato: razionalizzazione, federalismo, sviluppo, rigore, in un sistema in cui i pochi decidono per molti. Difficile capire cosa possa discendere di buono da questo diluvio di normativa raffazzonata e priva di una strategia complessiva che metta il sistema delle autonomie in condizioni di operare. Intanto, già in quest'anno, 32 degli 83 comuni calabresi sottoposti al Patto non potranno accedere a nuovi mutui per finanziare gli investimenti avendo alcuni abbondantemente superato la soglia dell'8% sulle entrate correnti".

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