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    Chizzoniti "Chiesta avocazione indagini su consigliere Rappoccio"

     

     

    Chizzoniti “Chiesta avocazione indagini su consigliere Rappoccio”

    27 lug 11 Aurelio Chizzoniti, ex assessore regionale e primo dei non eletti della lista (Insieme per la Calabria) alle elezioni regionali, ha chiesto alla procura generale di Reggio l'avocazione delle indagini nei confronti del consigliere regionale Antonino Rappoccio per il reato di corruzione elettorale contestato nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari dalla procura reggina. "Ciò - sottolinea Chizzoniti in un comunicato diffuso a conclusione di una conferenza stampa - anche al fine di verificare la corretta coerenza logico-giuridico delle conclusioni assunte (corruzione elettorale) rispetto alle conquiste istruttorie enucleate attraverso il dovizioso avviso di cui all'art. 415-bis c.p.p.'". Chizzoniti si definisce "tutt'altro che soddisfatto per la perimetrazione della rilevanza penale del modus operandi Rappoccio esclusivamente alla pur grave corruzione elettorale" e "critica la Procura perché pur avendo addebitato al consigliere Rappoccio:'di aver approfittato della grave crisi occupazionalé; di aver 'strumentalmente' costituito cooperative e società al fine di indurre circa 850 persone ha partecipare ad un bando volto a selezionare personale; di aver imposto il versamento di una quota di 20 per la partecipazione al concorso; di aver, altresì, richiesto l'impegno elettorale ai disperati disoccupati disponendo il monitoraggio del voto attraverso schede all'uopo predisposte, non ha contestato a Rappoccio ed ai numerosi accoliti dello stesso i reati mezzo quali truffa continuata pluriaggravata, millantato credito, ed altro ben domiciliati in un contesto associativo stabile nel tempo, autentico veicolo trainante - secondo Chizzoniti - verso il già conclamato reato fine della corruttela elettorale". L'ex assessore regionale si chiede "come sia possibile, a fronte di una ben individuata struttura operativa, ritenere che Rappoccio abbia agito da solo e soprattutto consentire ad un corruttore elettorale di continuare ad esercitare le funzioni istituzionali fraudolentemente conseguite. Censurando, inoltre, la Procura della Repubblica per quella che definisce evidente strozzatura logica-giuridica avendo ritenuto penalmente rilevante soltanto il reato fine e contraddittoriamente non anche gli strumenti ed i percorsi utilizzati per perseguirlo (palestre, orti botanici, sportelli informatici, cooperativa Alicante, Iride Solare), visto che sono stati, secondo quanto sostenuto dalla stessa Procura, 'strumentalmente costituiti'".

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