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    Longo (Verdi) "Mare sporco: di male in peggio"

     

     

    Longo (Verdi) “Mare sporco: di male in peggio”

    21 lug 11 "Che in Calabria il problema ambientale fosse sovranamente miasmatico lo sapevamo da tempo. Per i ritardi accumulati, per l' incapacità della classe dirigente, per il basso livello d'istruzione, per la borghesia criminale, per una classe politica salvo poche eccezioni mediocre, per i soldi spesi male, per i soldi non spesi affatto, per l'intrusione della 'ndrangheta negli appalti e nella vita pubblica, per le lentezze burocratiche, per il malaffare politica-mafia, ecc. Tutte cose di cui abbiamo scritto e riscritto e che, come le stagioni, puntualmente ritornano. Inesorabilmente". Ad affermarlo Ortensio Longo del Comitato Provinciale Verdi Costituente ecologista Cosenza. "Ho sempre sperato - spiega Longo- che un giorno saremmo stati meno folli, pur sapendo che la Calabria che abbiamo conosciuto anni addietro è stata cancellata o quasi, non c'è più. Che al posto dell'armonia e della bellezza in molti luoghi c'è lo squallore. Che la Calabria che vediamo oggi è lo specchio di ciò che noi siamo stati. E che se non cambiamo mentalità la vedremo sempre peggio. La Calabria di oggi è una regione di mare martoriata e profondamente disillusa. Migliaia di mostri e mostriciattoli sono stati fondati saldamente su delibere comunali e autorizzazioni regionali, sull'avidità e l'ignoranza dei nuovi vandali e oggi sfidano sogghignando il nostro disgusto, il nostro rispetto per le tradizioni, la nostra intelligenza. Il diritto all'ambiente, alla salute, a godere delle bellezze naturali sono tutti diritti negati. Il paesaggio, le risorse naturali costituiscono la nostra maggiore ricchezza; una delle maggiori fonti di reddito per il futuro (oltre all'intelligenza, la quale peraltro comincia anch'essa a scarseggiare perché i nostri giovani laureati, sui quali abbiamo investito, vanno dove la meritocrazia non è solo uno slogan). A Scopelliti propongo questo slogan, sfuggito ai consulenti regionali: "Uno sviluppo per la Calabria che non perda la Calabria".Il rischio di perderla per strada è alto; dopo non la recuperiamo più. Viviamo in una Regione che ha una forte tendenza all'illegalità diffusa; con organizzazioni mafiose tra le più potenti del mondo; dove non c'è lavoro, e se c'è è sommerso e sottopagato; dove sei costretto a chiedere e ottenere diritti sotto forma di piaceri personali, a cercare raccomandazioni anche per le sciocchezze o costretto a fare la valigia per realizzarti altrove. Una regione dove i milioni di fondi UE spariscono nel nulla o vengono investiti all'estero da torvi personaggi e, dunque, nella gente prevale il pessimismo, lo scoramento, la sfiducia verso tutti e verso tutto. Si critica il sistema, ma si fa poco o nulla per cambiarlo, anzi spesso lo si alimenta negativamente. Abbiamo ancora un lungo cammino da compiere. Presto arriveremo (se non ci siamo già) ad un punto tale che parlare di rimedi, ragionandoci bellamente, è come reclutare i pompieri dopo che il cavallo ha già incendiato Troia, Priamo è stato scannato e Anchise è sulle spalle di Enea. La Calabria, da 40 anni regione ultima (in attesa perenne di diventare almeno penultima) di questo paese sotto assedio, vive da tempo giorni pesanti. E' la fine di un luogo mitico? La cacciata dal Paradiso terrestre? Forse non partiremo con gommoni e zattere, e neanche con bastimenti, ma se ci avvelenano il suolo (ultimo crimine l'aranceto di San Calogero), il mare (grave inquinamento nelle acque del lido di Reggio) e l' aria non siamo fuori dal Paradiso? Dov'è finito l'augurabile "mare da bere"? Scopelliti nega (una dichiarazioni di oggi insieme al commissario Arpacal) che il mare è sporco. Ma poi attiva un servizio di pulizia delle acque marine superficiali con 14 battelli. Questa nostra Calabria tanto (giustamente) vantata e tanto orgogliosa delle sue bellezze, ma spesso tanto inetta nel gestirle, vive una maledizione tutta meridionale? Quella del "paradiso abitato da diavoli" di cui parlava Benedetto Croce, riferendosi a Napoli? "Della terra dove i semi non germogliano, le speranze di cambiamento non attecchiscono, le legittime ambizioni si frustano? E i giovani? Chi può fugge o emigra. I diavoli aumenteranno a dismisura, il paradiso viene distrutto, i vacanzieri rimangono a casa e i nativi partono alla ricerca di nuovi approdi. Forse come le formiche dobbiamo cominciare ad incazzarci."

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