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    Su manovra è rottura istituzionale tra Regioni e Governo

     

     

    Su manovra è rottura istituzionale tra Regioni e Governo

    07 lug 11 E' stata un'occasione mancata la Conferenza Unificata di oggi al Ministero per i Rapporti con le Regioni che ha messo intorno a un tavolo il governo e i protagonisti di Regioni, Comuni e Province. Nelle intenzioni degli organismi territoriali avrebbe infatti potuto essere un'occasione utile per poter squadernare tutti i dubbi sulla Manovra, soprattutto per quanto riguarda i capitoli spinosi di servizi, investimenti e tagli. Invece no. A detta di gran parte della folta rappresentanza di Regioni e Enti Locali la riunione é andata avanti, anche con toni aspri, sancendo nei fatti una rottura istituzionale già annunciata unilateralmente ieri dall'Associazione dei Comuni. Ma un merito almeno l'Unificata di oggi - che ha visto per l'esecutivo la presenza dei ministri Fitto, Sacconi e Calderoli - se l'é guadagnato: a breve, Regioni, Comuni e Province potrebbero incontrare il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti per dire la parola fine all'empasse. O almeno questo è l'accordo sancito. Duro in ogni caso il giudizio del presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani: "la Manovra è stata fatta senza rispettare il federalismo, tant'é che pesa sulle Regioni per il 49% del totale. E non si può dimenticare che quella del 2010 aveva insistito su Regioni e Enti locali per l'80%". Al momento, ha spiegato a un ampio stuolo di giornalisti e telecamere al Ministero delle Regioni, "non c'é possibilità per gestire i servizi fondamentali, sancendo così la fine del ciclo storico del governo del territorio e del progetto del federalismo fiscale, che non esiste più". Le Regioni, ha proseguito, "vogliono collaborare ma non possono farlo passivamente". Al Governo "abbiamo posto 7 domande sulle conseguenze della Manovra per riuscire a dare risposte utili ai cittadini su assistenza, imprese, sanità, piani di rientro e quant'altro. Ora l'esecutivo dia risposte vere, anche su trasporto pubblico locale e assistenza, ma senza slogan". Più fiducioso il presidente facente funzione dell'Anci Osvaldo Napoli, a detta del quale l'incontro con il Premier "risolverà la grave frattura tra Governo, Regioni e Enti Locali". La mancanza di concertazione, ha denunciato il leader dei comuni, "ha provocato un grave danno per la possibilità, ora, di porre rimedio al decreto". In ogni caso, ha aggiunto, "siamo ottimisti perché sono sicuro che spiegando la situazione non si possa non far comprendere bene le nostre ragioni". Pollice verso anche delle Province: "il nostro giudizio sulla manovra rimane negativo soprattutto perché è mancata un'opportuna concertazione", ha detto il presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione. "Oggi il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e questo rappresenta la fine del federalismo". Al termine dell'Unificata Fitto ha spiegato che ora serve "senso di responsabilità. E in ogni caso - ha auspicato - spero che le opportune modifiche al testo possano essere fatte nel corso dell'iter parlamentare per l'approvazione del decreto". Aggiungendo che in ogni caso il governo ha già operato alcuni cambiamenti su punti di rilievo come ad esempio il Trasporto pubblico locale". Possibilista anche il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che ha giudicato "ragionevoli" le critiche degli enti locali. Non senza osservare che "i tagli nessuno avrebbe voluto farli, ma sfortunatamente ci troviamo a vivere un momento eccezionale e per la prima volta ci viene chiesto di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014".

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