Bevacqua (PD) “Perchè profughi portati in alberghi?” - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Bevacqua (PD) “Perchè profughi portati in alberghi?”

07 lug 11 "La scelta della Protezione civile di ospitare in alcune strutture alberghiere i profughi che giungono in Calabria se da una parte può apparire la più giusta e adeguata, dall'altra suscita una serie di dubbi circa la qualità dell'accoglienza, la multiculturalità e l'integrazione di uomini, donne e bambini che, spesso, vengono sistemati alla meno peggio, senza un progetto, una qualsiasi prospettiva. C'é il rischio, insomma, che nell'emergenza possa accadere di tutto". Lo sostiene, in una nota, il vice presidente della Provincia di Cosenza Mimmo Bevacqua in merito alla gestione dell'emergenza profughi in Calabria. "A tal proposito - prosegue - mi domando e domando alle autorità competenti di chiarire immediatamente per quale ragione i profughi sono stati alloggiati negli alberghi e non sono stati destinati nei Comuni, come Riace e Acquaformosa, che hanno aderito al programma della rete nazionale dei progetti Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), che offrono accoglienza, integrazione, controllo e che ad oggi hanno dato la disponibilità per ulteriori 250 posti; se corrisponde al vero il fatto che molti rifugiati sono stati portati negli alberghi senza nemmeno informare i sindaci che, a loro volta, hanno scoperto la presenza sul proprio territorio di queste persone solo ad operazione avvenuta determinando, di fatto, una situazione potenzialmente esplosiva". "In attesa di una risposta tempestiva a questi interrogativi - conclude Bevacqua - credo sia necessario, anche per il proseguo della gestione emergenziale, che la Regione convochi al più presto un tavolo di concertazione al quale invitare i sindaci, i presidenti di Provincia e le associazioni del settore per definire un progetto di accoglienza e di integrazione che sia pienamente rispettoso dell'umanità, della dignità, della cultura e della ricchezza che questi popoli, nonostante la loro sofferenza e la drammaticità delle loro situazioni, possono rappresentare per la nostra terra e per la nostra gente".