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    CGIL: Corsi formazione sul Ponte solo propaganda

     

     

    CGIL: Corsi formazione sul Ponte solo propaganda

    04 lug 11 “Parlare di formazione professionale, puntando propagandisticamente al Ponte sullo Stretto, senza preoccuparsi delle ricadute ambientali, occupazionali nel settore del trasporto marittimo, degli enormi costi e dell’assenza di infrastrutture tra Reggio e Messina è, più che un’illusione, un errore”. Così in una dichiarazione la segretaria regionale della CGIL, Claudia Carlino. “La politica –aggiunge la Carlino- deve dare risposte, nei giorni difficili di un Porto che da hub del Mediterraneo vede, in quel di Gioia Tauro, il rischio che 467 persone siano messe in esubero, così come le 52 unità delle Ferrovie della Calabria che stanno per essere licenziate. Se davvero le priorità di questa Regione e del Governo di Roma fossero occupazione, qualificazione e sviluppo, non avremmo certo posti precari da pochi mesi, stages venduti come lavoro, tentativo di aziendalizzare le risorse formate nelle università. Sappiamo bene, che oltre le parole e la grancassa mediatica, c’è poca intenzione di accompagnare allo sviluppo la Calabria e i calabresi. Allora, in queste brevi osservazioni, riaffermando che non è certo una priorità la formazione per la costruzione del Ponte, opera rischiosa e inutile che non serve a questa terra, la CGIL vuole scoprire l’altra faccia della formazione e dello sviluppo, due leve che se usate saggiamente potrebbero ridurre di molto i problemi economici ed esistenziali dei cittadini calabresi. In un Paese che nei dati Istat propone la tragica cifra del 30% di disoccupazione giovanile, serve puntare allo sviluppo, ma uno sviluppo che punti sulla sostenibilità ambientale. Sviluppare la Calabria intervenendo poco sulle risorse fisiche e anzi risanando quelle naturali e di interesse culturale e storico significa avere una terra più pulita, sottratta alle ecomafie, e in grado di proporre prodotti sani, con logiche produttive etiche, da operai qualificati. Dunque la formazione dovrebbe interessare primariamente settori quali il turismo innovativo e di sistema che definisca un vero marchio Calabria, i servizi, l’agricoltura di qualità, la cultura quale attrattiva, l’energia alternativa. La formazione deve essere funzionale ad un percorso di sviluppo che ne risalti le risorse naturali. I fabbisogni formativi, a ben vedere, ci dicono altro: serve riqualificare i fuoriusciti dal mercato del lavoro e, soprattutto, investire su i tanti giovani, spesso inattivi, scoraggiati, soprattutto donne e accompagnarli, tramite la formazione, verso un lavoro stabile. La programmazione della formazione professionale è pezzo importante del piano del lavoro, da condividere con tutte le parti sociali per elaborare vere politiche che incidano sul mercato del lavoro regionale. L’intento, secondo i dettami dell’unione europea, è di creare un circolo virtuoso in chiave occupazionale, creare un vero ponte culturale ed economico che guardi al Mediterraneo.

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