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    Mozione di Franco Bruno (Api) contro vessazioni Equitalia

     

     

    Mozione in Senato di Franco Bruno (Api) contro vessazioni Equitalia

    02 giu 11 Mozione in Senato di Alleanza per l’Italia, primo firmatario Franco Bruno, e altri senatori, per chiedere al Governo un fisco meno aggressivo e la revisione di tempi e modi della riscossione dei tributi da parte di Equitalia. Nel documento, firmato da 14 senatori (tra i quali i sei di ApI), si richiede il rinvio dell’entrata in vigore delle norme contenute nel decreto Milleproroghe dello scorso anno che avevano lo scopo di velocizzare la riscossione ma che di fatto “stanno gravando su cittadini e imprese già in difficoltà economiche, minando le libertà individuali e anche la credibilità delle aziende, disposte a pagare ma impossibilitate a farlo in tempi così stretti”. In particolare, le domande per la rateizzazione del debito dovrebbero essere presentate entro il 30 giugno prossimo. Inoltre, secondo le disposizioni in vigore, se un'impresa, un contribuente, un cittadino dovesse saldare una propria cartella esattoriale dopo un anno dalla notifica si troverebbe a pagare una somma maggiorata del 50 per cento. Non solo: il rischio è che il Fisco passi agli espropri senza che i debiti siano effettivamente accertati “quindi solo sulla base di una presunzione di colpevolezza”. Per questo motivo, la mozione (a firma dei senatori Bruno, Rutelli, Russo, Milana, Baio, Molinari, Pistorio, Peterlini, Galioto, Digilio, Lannutti, Oliva, Di Nardo, Contini) impegna il Governo a rinviare l’entrata in vigore delle norme dal primo luglio 2012, allungare la rateizzazione, introdurre per legge un limite massimo per le somme dovute relative agli aggi di riscossione (oggi al 9% se il pagamento avviene dopo due mesi dalla notifica della cartella), alle sanzioni e agli interessi di cui si chiede una “consistente riduzione”, assieme all’eliminazione degli interessi di mora. La mozione chiede, inoltre, di rendere immediatamente esecutive le sentenze che impongono al Fisco a rimborsare i contribuenti. La prova di una situazione molto grave, soprattutto nel Mezzogiorno, è data dal milione di contestazioni totalizzate nel solo 2010. “Le numerose proteste dei consumatori ci dicono che siamo davanti a una nuova questione sociale”, fanno notare i senatori, che chiedono al Governo di “migliorare controlli e verifiche” per evitare il noto fenomeno delle cartelle pazze. Si chiede inoltre di separare le quote debitorie di pertinenza degli enti locali, di norma di entità molto inferiore alla media, e gli eventuali debiti erariali maggiori, di introdurre criteri di selezione delle posizioni debitorie distinguendo chi è realmente in difficoltà per la crisi da chi evade il Fisco sistematicamente. Per il Sud, in particolare, si chiedono “disposizioni che consentano alle imprese di iniziare a saldare le somme dovute a partire da un anno dall’approvazione dei piani di pagamento dilazionati” e, non ultimo, “prevenire illeciti nelle aste giudiziarie da parte della criminalità organizzata, aumentando la trasparenza delle procedure e i controlli”.

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