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    Iannello (Cgil) “Riparto fondo sanita’ spezza l’Italia in due”

     

     

    Iannello (Cgil) “Riparto fondo sanita’ spezza l’Italia in due”

    16 gen 10 “Come anticipato dalla Vice Presidente della G.R., A. Stasi, anche per il 2011 la Calabria rischia di essere penalizzata dai criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale se dovesse essere mantenuto l’attuale parametro fondato sulla popolazione anziana di riferimento”. Lo afferma in una nota il segretario regionale della CGIL, Mimma Iannello. Infatti, se prevalessero le resistenze poste dalle anziane Regioni del Nord, che solo con la Lombardia riceverebbero il 16,73% del totale del Fondo di circa 106 mld di euro, le Regioni più giovani del Mezzogiorno sarebbero fortemente penalizzate”. Infatti, se venisse meno l’adozione di nuovi criteri che riconoscano le condizioni socio-economiche di svantaggio (indice di deprivazione) delle Regioni meridionali, questo aggraverebbe la già difficile azione di risanamento delle Regioni con Piano di rientro che hanno invece bisogno di risorse certe che accompagnino il risanamento e la riorganizzazione. Lo stato in cui versa la sanità nel Mezzogiorno è però il facile motivo dietro cui si maschera il volto antimeridionale del Governo ed i tagli del Ministro Tremonti. Occorre togliere quel alibi, mostrare la capacità delle classi dirigenti meridionali di governare la spesa pubblica e di perseguire obiettivi concreti che superino le arretratezze dei sistemi sanitari del Sud. I piani di rientro possono diventare un’occasione per governare il cambiamento a condizione che non si traducano in una pura operazione per fare cassa e ridimensionare la sanità pubblica a danno dei cittadini. Per la Calabria infatti, il Piano di rientro si sta traducendo in maggiore tassazione fiscale ed in nuovi criteri di compartecipazione alla spesa per i ticket stanno evidenziando in questi giorni la loro insostenibilità sociale. Non è questa la via per mettere ordine nella sanità calabrese. Occorre imboccare la via di un uso rigoroso, controllato ed efficace della spesa che tenga lontano affari e sprechi. Per questa strada la Regione deve mantenere ferma la propria posizione in sede di Conferenza Stato-Regioni. Deve essere chiaro che la Calabria non sopporterebbe ulteriori decurtazioni del fondo sanitario che significherebbero di fatto, la negazione dei Livelli Essenziali di Assistenza già fortemente minati da disservizi ed inappropriatezze e la compromissione di una vera riforma del SSR. Per la CGIL è opportuno che in questa battaglia che coinvolge trasversalmente Regioni e schieramenti politici prevalga nelle sedi istituzionali preposte, una voce generale che conduca a tutelare le prerogative del diritto alla salute delle Regioni del Mezzogiorno beffate per essere giovani, non importa poi se con il più alto tasso di disoccupazione, con flussi migratori giovanili che assicurano menti e braccia al Nord e con migrazioni sanitarie che consentono di chiudere i bilanci del settentrione, col segno positivo.

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