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    CGIL “Sul ticket sanitario non servono risposte burocratiche”

     

     

    CGIL “Sul ticket sanitario non servono risposte burocratiche”

    08 gen 11 “I chiarimenti giunti a mezzo stampa dal Dipartimento alla Salute alle osservazioni di iniquità poste dalla CGIL sui nuovi criteri di esenzione dei ticket, sono una risposta burocratica e scontata che non legge il disagio economico che le nuove misure stanno generando nelle famiglie”. Così in una dichiarazione la segretaria generale della CGIL, Mimma Iannone. “E’ prerogativa della Regione, nel rispetto dei vincoli di equilibrio economico-finanziario –spiega la Iannello- posti dal piano di rientro e viste le condizioni di disagio sociale che incrocia nei suoi territori, trovare vie alternative di risparmio della spesa sanitaria che non siano ulteriori vessazioni sui cittadini. Sino a fine 2010 erano esentati lavoratori dipendenti ed autonomi, disoccupati, inoccupati e pensionati fino ad un reddito ISEE di 10.000 euro (inclusi i patrimoni) che significava un reddito imponibile per un nucleo familiare sino a 5 componenti, di circa 30.000,00 euro. Oggi, molti cittadini che rientravano in quei requisiti sono completamente esclusi dall’esenzione. Il citato Tavolo Massicci non è l’albero a cui impiccare il diritto alla salute dei calabresi. Sappiamo tutti che per realizzare vere economie di scala il ticket è, e resta, un palliativo. La misura più facile da adottare ma anche quella che sacrifica, in una Regione povera, l’uguaglianza e l’universalità nell’accesso alle cure. E’ la misura che nega il diritto che rende uguali di fronte alla sfortuna della malattia. Di questo parliamo, non solo di file! Ma se vogliamo, e lo volgiamo, anche le file agli sportelli rientrano nel rispetto della dignità delle persone, molte anziane, che accedono al Sistema sanitario regionale e di chi vi lavora. Si spieghi ai calabresi non gli arzigogolò della normativa ma perché oltre ai servizi inadeguati e alle maggiorazioni fiscali, molti di loro da gennaio 2011 sono costretti a pagare oltre misura per ricevere prestazioni e farmaci essenziali e non sanno ancora cosa accadrà di preciso alla sanità del loro territorio. Altro che file! E’ “una pura questione di giustizia sociale” di cui evidentemente si è smarrito la priorità nell’agire amministrativo, istituzionale e politico. Questo malessere sarebbe bene rappresentarlo nella sua pienezza in Calabria ed ai tavoli romani e spiegare che la Calabria non è terra di conquiste. Che in una situazione di crisi economica ed occupazionale così acuta quale quella attuale le famiglie non possono reggere oltre misura una certa imposizione. Così salta ogni buona pratica di cura e prevenzione oltre che la coesione sociale. Stranamente però il citato rigore del Tavolo Massicci e di pseudo tavoli scientifici si perde quando si tratta di far passare dalla nostra Regione consulenze super costose (vedi Kpmg) che auspichiamo non abbiano a consumarsi anche per i nuovi Ospedali (vedi Infrastrutture Lombarde Spa). La CGIL auspica perciò che prevalga l’autorevolezza ed il buon senso del Presidente Scopelliti che sin dal suo insediamento ha garantito che nella sua azione amministrava farà di tutto per non arrecare penalizzazioni fiscali ai calabresi e che venga colga la richiesta di convocazione di un apposito tavolo con le OO.SS. che superi le maggiori iniquità e incongruità del decreto in vigore”.

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