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    Donadi (Idv): "Governo blocchi approvazione Cipe Ponte Stretto"

     

     

    Donadi (Idv): "Governo blocchi approvazione Cipe Ponte Stretto"

    11 dic 11 Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera, ha presentato un'interrogazione a risposta scritta sul Ponte sullo stretto al Ministro per le Infrastrutture ed i Trasporti su sollecitazione del Gruppo regionale consiliare calabrese del partito. Donadi chiede "se il Governo intende o meno procedere alla realizzazione del Ponte e, in caso non intenda procedervi, quali iniziative intenda assumere per bloccare l'approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo ed esecutivo, al fine di prevenire l'eventuale applicazione di penali". "Nonostante il Governo Berlusconi abbia sempre ripetuto che l'opera sarebbe stata pagata dai privata - sostiene Donadi - è sotto gli occhi di tutti il fatto che il costo dell'opera sarà per la maggior parte a carico delle casse pubbliche, considerato anche che la società concessionaria, soggetto di diritto privato, è finanziato per la quasi totalità con soldi pubblici. Sulla base di tali fattori, la relazione della Corte dei Conti del 2010 ha riportato che i dati riferiti in sede istruttoria dalla Stretto di Messina ha indicato il fabbisogno finanziario complessivo al 2008 in un ammontare di risorse pari a circa 6 miliardi di euro, oggi da altre fonti valutate in oltre 8 miliardi di euro. In estate la Stretto di Messina spa ha approvato il progetto definitivo del ponte, aggiornando a 8,5 miliardi l'investimento complessivo per nuove opere richieste dagli enti locali, adeguamenti alle nuove norme tecniche e ottimizzazioni progettuali. Entro febbraio del prossimo anno dovrebbe arrivare l'approvazione del progetto definitivo ed esecutivo da parte del Cipe". "La rete 'No Ponte' - sostiene ancora Donadi - ha dichiarato che si tratterebbe 'delle ultime carte che certa politica e certa imprenditoria tentano di giocare, accelerando i tempi per l'approvazione del progetto definitivo ed esecutivo da parte del Cipe e che in caso di mancata realizzazione dell'opera come ormai sembra certo, garantirebbe il pagamento delle penali alle imprese interessate. Dalla lettura dei giornali emerge chiaramente, infatti, che le penali tanto enfatizzate sarebbero dovute solo dopo che il Cipe avrà approvato il progetto, mentre i contratti non le prevederebbero se il progetto viene bloccato prima. Agli inizi di ottobre 2011 a lanciare l'allarme penali, dopo che la Commissione europea aveva dichiarato il ponte 'opera di non pubblica utilita'', sono stati gli ex ministri Matteoli e Romani, che hanno dichiarato che "non escludiamo di dover pagare penali dal 55 al 10% dei quattro quinti dell'importo dei lavorì. La loro apparente prudenza sembra confermare che al momento le penali non sarebbero dovute". "Dagli approfondimenti da me condotti - afferma Donadi - risulta che le poste del bilancio dello Stato che destinano risorse a favore del Ponte sullo stretto di Messina appaiono azzerate nella legge di stabilità 220 del 2010 e che il 27 ottobre scorso la Camera dei deputati ha approvato una mozione presentata dal gruppo dell'Italia dei Valori, che chiedeva al Governo di recuperare almeno in parte le risorse destinate al trasporto pubblico locale pregiudicato dai tagli dell'ultimo governo Berlusconi. In particolare si chiedeva di reperire le risorse economiche necessarie eventualmente ricorrendo alla soppressione dei finanziamenti per la realizzazione del ponte sullo stretto. Non sono bastati 40 anni a costruire il ponte sullo stretto di Messina, sulla cui inutilità ci sono pochi dubbi. Si tratta di un'opera che ha già drenato molte risorse e che ne drenerà altre, ma che si realizzerà mai, conquistando un primato come ottava meraviglia del mondo degli sprechi. Occorre fermare definitivamente il progetto fino a quando si è in tempo e comunque prima che il Cipe approvi il progetto definitivo". Secondo Donadi, "c'é da rilevare, inoltre, che sul sito della società Eurolink, general contractor scelto dalla Stretto di Messina S.p.A. è apparsa la lista dei terreni da espropriare per la costruzione del ponte, nonostante non sia stata ancora stata data la dichiarazione di pubblica utilità di quei terreni".

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