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    Proto "Dopo intimidazione a Crotone c'è clima di paura"

     

     

    Proto “Dopo intimidazione a Crotone c'è clima di paura”

    28 ago 11 "Le vicende che negli ultimi giorni hanno colpito un altro imprenditore del territorio di Crotone confermano le forti pressioni che la criminalità esercita sulla nostra comunità". Lo afferma in una nota il presidente del consiglio provinciale di Crotone, Benedetto Proto, dopo l'intimidazione subita dall'imprenditore Mauro Calabretta. "Una riflessione - aggiunge - ed un'analisi attenta deve, dunque, coinvolgere tutti. Rappresentanti politici, istituzioni, cittadini. Non solo sugli eventi ultimi, ma sul complessivo stato di cose che riguarda la nostra zona. Su Crotone, le criticità sono esasperate in ogni settore della vita. Lottiamo, ogni giorno, contro mali quali l'assenza di lavoro, mediocri garanzie sanitarie, rete infrastrutturale obsoleta, isolamento sociale e culturale, gestione del sistema rifiuti sempre più somigliante al modello campano. Come se questo non fosse abbastanza, qui si combatte contro una criminalità organizzata sempre più potente, che uccide, minaccia, intimidisce, frena ogni anelito di sviluppo economico ed imprenditoriale. Negli anni la 'Ndrangheta ha aumentato la sua capacita' invasiva". "Oggi Crotone ed il suo territorio - prosegue Proto - sono luoghi di mafia e stanno diventando sempre di più terra di confine. Le cosche del crotonese invadono ogni ambito, si allungano progressivamente verso le Regioni ricche del nord per i loro affari, continuando a far sentire il fiato sul collo dei cittadini calabresi. Qui uccidono per strada, trafficano in droga ed armi. La mafia punta sulla paura, sul suo potenziale bellico, sull'arroganza e sulla violenza. Approfitta del cronico deficit di risorse, finanziarie e di organico delle forze dell'ordine che presidiano i nostri centri. Esercita pressioni sul tessuto imprenditoriale locale. Estorcendo somme ingenti, che arricchiscono le casse della sempre più potente 'ndrangheta crotonese. Mi chiedo se questa terra possa ancora definirsi parte integrante dell'Italia e se non vi sia al contrario il rischio che l'habitus mafioso venga accettato come nostro ineluttabile destino". Il presidente del consiglio provinciale evidenzia inoltre che "il clima di illegalità diffusa è evidente. Oggi, con terrore, vedo materializzarsi l'antistato con la sua pseudo etica e sono convinto che la subalternità di certa politica non fa che allontanare ulteriormente i cittadini dalle istituzioni democratiche, creando un meccanismo di sfiducia pericoloso. E se, da oltre un decennio Crotone tenta di ricostruire se stessa e le sue prerogative, ogni tentativo è mortificato dall'altissima incidenza di pressioni esercitate dalle cosche".

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