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    Tagli manovra, Upi convoca presidenti, CGIL Vibo "Effetti devastanti"

     

    Riunione alla Provincia di Vibo Valentia

     

    Tagli manovra, Upi convoca presidenti, CGIL Vibo "Effetti devastanti", marcia dei piccoli Comuni su Roma

    19 ago 11 I presidenti delle Province sotto i 300.000 abitanti e i 3000 km quadrati, interessati dalla manovra del 13 agosto che ne prevede la soppressione, si riuniranno mercoledì prossimo a Roma, convocati dal Presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione. "Definiremo insieme - afferma Castiglione - una strategia unitaria per contrastare questa manovra che, intervenendo in maniera del tutto improvvisata sul quadro istituzionale del Paese, non ha fatto altro che gettare nel caos le comunità". La riunione con i presidenti delle Province si terrà alle ore 15.00 nella Sala della Presidenza dell'Upi e seguirà gli incontri già previsti in mattinata tra i vertici dell'Upi, nei quali, accanto ai risvolti istituzionali, sarà analizzato anche l'impatto economico della manovra sui bilanci delle Province. "Accanto all'emergenza dettata dal tentativo di cancellare le Province con un decreto legge, che contrasteremo in ogni modo - sottolinea Castiglione - c'è infatti la gravità di una manovra che interviene di nuovo, per la terza volta nel giro di un mese, su Province e Comuni, tagliando risorse destinate ai servizi per i cittadini. I nostri bilanci sono ridotti all'osso: negli ultimi tre anni le entrate e le spese sono diminuite di oltre l'11%, con un taglio di oltre 1,5 miliardi. Sono state tagliate le spese per la politica, con il taglio del 20% dei compensi degli amministratori provinciali e la riduzione di giunte e consigli; abbiamo ridotto dell'80% le spese per le missioni, per la comunicazione e l'informazione, per la realizzazione di eventi sui territori; abbiamo ridotto dell'11% anche le spese per il personale".

    Consiglio Vibo riunitoRiunito il Consiglio di Vibo. Il Consiglio provinciale di Vibo Valentia, in un documento approvato oggi all'unanimità, "esprime totale contrarietà all'ipotesi di cancellazione dei confini provinciali contenuta nel Decreto legge 138/2011 e si impegna a promuovere e adottare tutte le iniziative che verranno ritenute opportune dall'Assemblea per salvaguardare l'Ente e le sue prerogative amministrative". Nel documento, inoltre, "si sollecitano la deputazione calabrese in Parlamento, i consiglieri regionali e il Presidente dalla Regione a prendere atto di questa deliberazione, facendosi portavoce nelle sedi opportune del dissenso espresso da questo Consiglio e dai cittadini che esso rappresenta". Il Consiglio provinciale di Vibo si è riunito in seduta straordinaria per discutere la manovra finanziaria che prevede l'abolizione di alcune province, tra le quali la stessa Vibo e Crotone, dove ieri si è svolta un'analoga riunione. Alla seduta hanno assistito il senatore Franco Bevilacqua (Pdl), i deputati Roberto Occhiuto e Mario Tassone (Udc) e Nicodemo Oliverio (Pd), il presidente della Provincia di Crotone Tano Zurlo, i consiglieri regionali Nazzareno Salerno, Bruno Censore e Gaetano Bruni, e tutti i sindaci del Vibonese. "Anziché agire per incrementare la capacità di spesa degli Enti locali affinché possano svolgere i compiti che la Costituzione e la Legge affida loro - è scritto ancora nel documento - il Parlamento si appresta a cancellare decine di Province e migliaia di Comuni in nome di un risparmio talmente aleatorio che non è stato ancora numericamente definito, tanto che i saldi della manovra economica di Ferragosto sono stati computati al netto dei risultati economici attesi da questo provvedimento". Per quanto riguarda la Provincia di Vibo Valentia, il Consiglio ha sottolineato come la sua cancellazione causerebbe la contestuale soppressione, tra l'altro, di Prefettura, Questura, Comandi provinciali dei Carabinieri, della Guardia di finanza, del Corpo forestale, dei Vigili del fuoco, oltre che di una serie di uffici e servizi il cui trasferimento a Catanzaro "avrebbe un impatto devastante sul vibonese, perché causerebbe non soltanto grandi disagi per i cittadini ma innescherebbe effetti depressivi sull'economia locale e sull'occupazione, colpendo in parti colar modo il mercato immobiliare e il commercio". "Estremamente preoccupante" viene definito, poi, il venir meno dei presidi delle forze dell'ordine "in un territorio che già deve scontare suo malgrado la presenza invasiva e asfissiante della criminalità organizzata".

    Presidente Zurlo "Prevarrà buonsenso". "Le province di Crotone e Vibo Valentia hanno il diritto di esistere. Non si tratta di una battaglia ideologica-partitica ma di civiltà e di tutela dei territori che già vivono problematiche serie dal punto di vista socio-economico". E' uno dei passaggi dell'intervento del presidente della Provincia di Crotone, Stano Zurlo, questa mattina nel corso dei lavori del Consiglio provinciale di Vibo Valentia. "Personalmente - ha detto Zurlo - nutro seri dubbi anche sulla costituzionalità del provvedimento di Governo. Tagliare le Province, oltre che non produrre significative economie nella spesa pubblica, significherebbe isolare interi territori che oggi proprio in virtù del lavoro degli enti intermedi, intervengono ad esempio su strade e scuole provinciali, nel campo della promozione culturale e turistica, nelle politiche sociali e dell'impiego. Come presidente della Provincia di Crotone percepisco un'indennità che è inferiore allo stipendio di un commesso della Camera o del Senato e vi assicuro che ho responsabilità molto più delicate e, quotidianamente, sono impegnato a risolvere i problemi che mi vengono sottoposti dai sindaci, dai cittadini, dalle imprese, dai sindacati". "Comunque - ha concluso Zurlo - sono convinto che su questa vicenda nei prossimi giorni prevarrà la logica ed il buon senso e si farà marcia indietro"

    Provincia Crotone: regione impugni norma. L'impegno della Regione Calabria ad impugnare l'articolo della manovra finanziaria con il quale si dispone la soppressione delle Province con meno di 300 mila abitanti: è quanto chiedono, in un documento approvato oggi, i capigruppo alla Provincia di Crotone che, insieme a quella di Vibo Valentia, rientra nel provvedimento. "La Regione Calabria - è scritto nel documento - è chiamata a difendere le sue scelte e gli interessi delle sue comunità e in tale prospettiva deve impegnarsi e mobilitare le rappresentanze parlamentari espressioni dell'intero territorio regionale, senza vincolo di mandato, perché svolgano ogni utile iniziativa in difesa delle Province di Crotone e Vibo Valentia, contrapponendosi ad ogni scelta che comporti la soppressione delle due Province calabresi". Qualora ciò non fosse sufficiente, i capigruppo della Provincia di Crotone chiedono alla Regione di impugnare la norma davanti alla Corte costituzionale. Nel documento si rileva che nella norma "risulta sprovvista della quantificazione delle risorse finanziarie derivanti dalla configurata soppressione" e che "tutte le Province incidono nella misura dell'1,5% della spesa pubblica, talché i costi delle Province di cui è stata prevista la soppressione sono assolutamente irrilevanti e, dunque, del tutto ininfluenti ai fini del contenimento della spesa". Inoltre, per i capigruppo "l'eliminazione delle Province priverebbe aree territoriali significative di essenziali e talvolta decisivi presidi di democrazia, di lavoro e di sicurezza". "Risultano inammissibili - è scritto, tra l'altro, nel documento - le pressioni azionate da settori economici ed editoriali, ai quali sicuramente sfugge la complessità e una visione organica d'insieme che è connaturata all'assolvimento di compiti e funzioni di governo democratico del Paese, ispirato e regolato dai principi costituzionali. Invero, la previsione contenuta nell'articolo 15 del decreto legge si palesa in evidente violazione con quanto disposto dall'art. 133 della Costituzione, il quale, nulla disponendo in ordine alla soppressione di Province, disciplina esclusivamente le ipotesi di istituzione di nuove Province e di modifica di quelle esistenti".

    Cgil Vibo "Effetti devastanti". "Tra le molte nefandezze della manovra di ferragosto, tre avranno effetti devastanti sul sistema delle relazioni sociali del nostro Paese". Lo afferma in una nota il segretario generale della Cgil di Vibo Valentia, Franco Garufi. "Si tratta - aggiunge - in particolare della destrutturazione del diritto del lavoro con l'antidemocratica modifica per decreto delle regole sulle relazioni industriali, nel silenzio di Confindustria, di Cisl e Uil; la vendetta perpetrata contro il pubblico impiego, al quale si minaccia di togliere le tredicesime e si posticipa di due anni la liquidazione; la scelta di salvare gli evasori e far pagare ancora di più a chi già paga le tasse. Per questi motivi è necessario dar vita a intense mobilitazioni di massa contro una manovra iniqua sbagliata, inefficace e socialmente ingiusta. In questo contesto la chiusura per decreto delle provincie al di sotto dei 300.000 abitanti o dei 3000 chilometri quadrati di superficie è una chicca che conferma l'incapacità di questo governo perché non affronta né il tema del riordino delle Autonomie locali né la riduzione delle spese della politica". "In assenza del codice delle Autonomie - prosegue Garufi - e in spregio all'art.133 della Costituzione si è assunto un provvedimento demagogico e inefficace che produrrà solo un aumento della confusione. Non si tratta solo del destino del Consiglio, della Giunta e dei servizi attualmente gestiti dalle Provincie di Vibo Valentia e di Crotone, ma dell'assoluta incertezza sulla sorte dei principali presidi dello Stato presenti nelle due realtà. Penso, per esempio, alla Prefettura che a Vibo Valentia sta svolgendo un ruolo determinante nell'affermazione della legalità. Qualcuno ritiene seriamente che per combattere la 'ndrangheta finanziaria dei Mancuso si possa tornare al vecchio commissariato di polizia dato che anche la Questura verrebbe abolita. Si vogliono tagliare costi o indebolire la lotta contro la criminalita'' mafiosa?". "Davvero un modo inaccettabile - conclude - di pensare la riforma delle Autonomie locali e il ruolo dell'Amministrazione statale nel territori! Per questo la Cgil partecipa alla riunione straordinaria in corso del Consiglio Provinciale di Vibo Valentia, preparandosi alle iniziative di lotta di settembre per cambiare la manovra e difendere il lavoro e la democrazia".

    Marcia dei piccoli Comuni su Roma. I piccoli Comuni, a rischio di soppressione per la manovra che prevede l'accorpamento dei municipi con meno di mille abitanti, hanno indetto una manifestazione nazionale, che si terrà a Roma il 26 agosto prossimo. A indirla è l'Anpci, l'Associazione nazionale dei piccoli Comuni d'Italia, e l'appuntamento è per le ore 14 davanti a Palazzo Chigi. "Dobbiamo essere in tanti, per dare la spallata definitivamente all'articolo 16 della manovra, che ha deciso la fine dei nostri piccoli Comuni" recita la convocazione della manifestazione, firmata dalla presidente dell'Anpci Franca Biglio. I sindaci, che indosseranno la fascia tricolore e porteranno il gonfalone comunale, consegneranno le chiavi dei Municipi ai rappresentanti del Governo nazionale. Biglio inoltre raccomanda ai primi cittadini di chiudere il Comune e di esporre la bandiera tricolore a mezz'asta in segno di lutto. "Non è in gioco la nostra poltrona - conclude la presidente dell'Anpci - ma la vita del nostro Paese. Vendiamo cara la pelle!".

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