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    Taglio Province, Upi "E' incostituzionale". Dibattito aperto

     

     

    Taglio Province, Upi "E' incostituzionale". Dibattito aperto

    17 ago 11 Una riunione tra una settimana per decidere se scendere o no sul piede di guerra; e intanto un richiamo a quanto stabilito dalla Costituzione, chiedendo che i cambiamenti vengano fatti dalle Regioni e non dallo Stato: l'agenda delle Province va infittendosi via via che si avvicina l'approvazione della Manovra del Governo e il presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione annuncia che mercoledì prossimo, 24 agosto, si riuniranno a Roma i vertici dell'organizzazione "per stabilire un piano di azione per contrastare gli interventi contro le Province previsti dalla manovra economica, dalla riduzione delle Province ai nuovi tagli delle risorse". Ma soprattutto il leader delle Province tiene ad affermare che "non è pensabile immaginare un taglio delle Province al di fuori del percorso previsto dalla Costituzione. L'articolo 133 parla chiaro: il mutamento delle circoscrizioni provinciali nell'ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione". Quindi, obietta, "non si può pensare di cambiare l'assetto istituzionale del Paese con un decreto legge". In questo momento - sottolinea Castiglione - in Parlamento ci sono proposte di legge presentate da maggioranza e opposizione che vanno nella giusta direzione, spostando la competenza delle modifiche delle circoscrizioni provinciali dallo Stato alle Regioni. Noi riteniamo che questa sia la strada da percorrere, con l'attribuzione alle Regioni della facoltà di definire un nuovo assetto del territorio, legando strettamente questo processo alle decisioni dei Comuni. Per questo chiediamo al Parlamento di riprendere la discussione da qui, ma soprattutto chiediamo al Senato di approvare subito, la Carta delle Autonomie, il cui dibattito è ormai terminato. Basterebbe una sola seduta per approvare questo testo e dare il via ad una riforma complessiva, capace di assicurare un quadro istituzionale ordinato, lontano dalla confusione e dal caos che con la manovra di agosto si è creato". Quindi, a partire da mercoledì prossimo, il presidente, i vicepresidenti e il presidente del Consiglio Direttivo dell'Upi si riuniranno per stabilire il calendario delle riunioni straordinarie dell'Ufficio di Presidenza e del Consiglio Direttivo attraverso cui saranno definite le prossime azioni delle Province.

    Proto "Solo fumo negli occhi". "Tanto tuonò che piovve. Alla fine il qualunquismo e la propaganda hanno avuto il sopravvento sulla logica e sulla razionalità. Con l 'abolizione di 36 provincie su 107, le piu' piccole, si è voluto buttare fumo negli occhi degli italiani invece di individuare e coraggiosamente perseguire le soluzioni che possono portare ad un reale e consistente risparmio della spesa pubblica nazionale". Lo sostiene, in una nota, il presidente del Consiglio provinciale di Crotone, Benedetto Proto. "E' indubbia la necessità - aggiunge - di riformare e razionalizzare il sistema delle autonomie locali perché la pubblica amministrazione risulti più efficiente. Il che si realizza attraverso misure come l'istituzione delle città metropolitane, l'eliminazione di 'enti strumentali' come consorzi, aziende, società che nel nostro territorio risultano essere, da uno studio effettuato dall' Unione delle province italiane, oltre 7 mila ed occupano circa 24 mila persone di nomina politica e che impropriamente esercitano funzioni tipiche di Province e Comuni. Tale intervento consentirebbe un risparmio immediato di almeno 2,5 miliardi di euro, una riduzione dei costi pari a 22 volte quello che si otterrebbe abolendo tutte le province". "L'abolizione delle 36 Province minori - dice ancora Proto - va intesa come un'operazione di mera facciata, finalizzata a distrarre l'opinione pubblica, quando nella pubblica amministrazione 318 mila persone hanno incarichi di consulenza? Sono ben altri gli sprechi da arginare. E se da qualche parte bisogna pur iniziare a tagliare, sono pienamente consapevole, perché farlo proprio da enti previsti dalla nostra Costituzione, i cui rappresentanti sono eletti democraticamente e direttamente dai cittadini? Una riflessione è essenziale per chi vive in territori complessi come quello che attualmente rappresento in qualità di Presidente del Consiglio provinciale. Per Crotone l'esistenza dell' ente provincia è indispensabile. E se è vero che nelle pubbliche amministrazioni il rischio sprechi è sempre in agguato, la provincia di Crotone può vantare di aver apportato tagli consistenti in questi ultimi due anni di amministrazione, riducendo le spese correnti dal 2008 al 2010 del 10,99%".

    Salerno "Taglio Provincia Crotone duro colpo". "Il taglio delle Province con meno di 300.000 abitanti o una superficie inferiore ai 3000 chilometri previsto dalla manovra finanziaria rappresenterebbe l'ennesimo colpo alle spalle inflitto all'improvviso al territorio crotonese". Lo afferma in una nota il Presidente della Camera di Commercio di Crotone, Fortunato Roberto Salerno. "Sopprimere una Provincia - aggiunge - non significa solamente eliminare un Presidente ed un Consiglio provinciale. Significa andare ad incidere su di un tessuto sociale, economico ed anche culturale ormai consolidato. Se si vuole rendere le province realmente efficienti, il punto di partenza non può essere la soppressione di una perché con pochi abitanti o di un'altra perché, ad esempio, troppo ridotto il suo territorio; il punto di partenza deve essere la definizione chiara delle funzioni dell'ente locale di area vasta che, come accade in altre realtà europee, è livello intermedio necessario ed utile se 'sfruttato' adeguatamente. I risparmi che si avranno con i tagli saranno modesti, gli effetti potrebbero essere insopportabili quindi sarà necessario verificare i limiti insieme alla Regione perchè la manovra potrebbe incidere sul sistema sociale della Calabria". "La creazione della provincia di Crotone - prosegue Salerno - ha attratto risorse sul territorio ed ha portato alla nascita di tanti enti che hanno avvantaggiato le imprese ed i cittadini, prima costretti a pesanti via-vai dai palazzi catanzaresi. Crotone, dal momento in cui è divenuta provincia, ha goduto di una maggiore compattezza e solidità nel portare i propri problemi sui tavoli regionali e nazionali, perché solo chi vive sul territorio stesso può correttamente rappresentarlo, consapevole in prima persona di quelli che sono i pregi ed i difetti dello stesso e le strategie più opportune da attuare. La norma della manovra riguarderebbe anche alcune camere di commercio tra cui quella di Crotone, pur essendo enti autonomi che non incidono sul bilancio dello stato. La Camera di Commercio di Crotone, punto di riferimento per le imprese e l'economia locale nonché esempio di buona amministrazione come attesta anche il Premio Qualità Pa recentemente attribuito dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta, è un'eccellenza in un territorio difficile dove la disoccupazione è a livelli altissimi e ci sono molte aziende in crisi"

    Intrieri: Convocare Consiglio regionale. In merito alla manovra ed alla prevista soppressione delle Province di Vibo Valentia e Crotone "é necessaria la convocazione del Consiglio regionale, che ha specifiche competenze, aprendo un franco dibattito con i sindaci dei territori limitrofi". Lo sostiene, in una nota, l'ex parlamentare Marilina Intrieri. "Penso alle periferie estreme - aggiunge - delle province di Cosenza e Reggio Calabria, che potrebbero avere grande ruolo come città territorio di una provincia in cui siano protagonisti. D'altronde è ciò che è già successo. Quante cittadine di media dimensione,allora periferie di Catanzaro hanno oggi ruolo preminente nelle due province che si vorrebbe sopprimere? E' un salto culturale che si deve affrontare. Penso al ruolo che avrebbe senz'altro svolto San Giovanni in Fiore nella provincia pitagorica. E penso anche a quello che potrebbero svolgere Rossano e Corigliano. La provincia di Pesaro-Urbino dimostra la lungimiranza dei gruppi dirigenti di quei territori, che si sono uniti per contare insieme di più". "Sono i territori - dice ancora Marilina Intrieri - a scegliere l'adesione e le modifiche dei confini. Alla Regione il compito di recepirle. Percorrere, senza battersi, la via della riduzione delle Province determinerebbe un grande caos. Chi dice che i territori privati dell' istituzione siano disposti a vecchi percorsi. I Comuni dovranno decidere. Nessun altro avrà titolo. Dovranno essere i cittadini a scegliere a quale provincia aderire attraverso i loro consigli comunali. Realisticamente penso che si appaleserebbe il rischio in Calabria di due macro aree di Cosenza e Reggio Calabria. Ecco perché la Regione non può chiamarsi fuori e deve svolgere il proprio ruolo, comunicando la sua posizione in merito".

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