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    Longo (Verdi) "I rifiuti come la tela di Penelope, cittadini esasperati"

     

     

    Longo (Verdi) “I rifiuti come la tela di Penelope, cittadini esasperati”

    04 ago 11 "Come una tela di Penelope, l'infinita emergenza rifiuti non riesce ad abbandonare la nostra Regione. E la città (le città) potrebbe diventare presto un grande immondezzaio". Così in una dichiarazione Ortensio Longo del Coordinamento provinciale di Cosenza dei Verdi. "La gente comincia a esasperarsi -aggiunge Longo- e la politica appare impotente. Se si fosse cominciato - alla prima emergenza di 15 anni fa - con un piano integrato di raccolta differenziata dei rifiuti calabresi, non saremmo certamente a questo punto. Se lo si fosse fatto cinque-sei mesi fa, avremmo ora qualche prospettiva, ma continuare a pensare che la questione possa risolversi con discariche e inceneritori vuol dire non aver compreso che, così, i rifiuti si accumuleranno di nuovo, e saremo alle solite, solo avendo perso ancora del tempo. Le soluzioni agognate per risolvere l'emergenza rifiuti in Calabria in 15 anni di commissariamento sono state solo cercare di aprire qualche nuova discarica e qualche inceneritore con recupero energetico (il termine termovalorizzatore, si sa, non ha senso scientifico o tecnico, neanche nelle regolamentazioni comunitarie). Nuove soluzioni che assomigliavano e assomigliano parecchio alle vecchie. Soluzioni che somigliano molto a scopare la polvere sotto il tappeto per avere la casa pulita. Si ha l'impressione che l'emergenza rifiuti in Calabria fa molto comodo a tanti politici. Dietro l'emergenza ci sono gli affari. La sensazione è che la Calabria però finirà peggio della Campania. In emergenza, e senza un piano vero è messa davvero male. In nessuna parte del mondo le discariche eliminano i rifiuti, anzi, li concentrano, con problemi ambientali che è ormai anche inutile approfondire: infiltrazioni nelle falde, percolati, liquami, per non parlare del cattivo odore. Senza contare che aprire nuove discariche sarebbe contro la legge nazionale e anche contro le normative comunitarie. E in nessuna parte del mondo bruciare rifiuti è un sistema per eliminarli, perché, come dovrebbe essere noto, in natura nulla si può distruggere e dunque le tonnellate di rifiuti si trasformeranno in ceneri (spesso velenose) e polveri (spesso tossiche). Certo, un inceneritore con recupero di energia e di calore non è un tabù contro cui combattere guerre di religione - ci sono problemi molto più devastanti, come il traffico cittadino -, ma è un controsenso energetico, perché per fabbricare oggetti e materiali si è impiegata molta più energia di quella che se ne ricava bruciandoli. E poi in Italia ci sono già abbastanza impianti: costruirne di nuovi può significare scoraggiare l'unica vera soluzione al problema dei rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclaggio (in tutta Europa si punta al 70-80% e a San Francisco si va verso l'opzione rifiuti-zero). In molte grandi città del Nord i cui cittadini non sono antropologicamente diversi dai cittadini delle città del Sud (infatti in alcune città del sud si raccoglie quasi il 70% ), nel 2003 si raccoglieva in maniera differenziata solo il 20% dei rifiuti. In cinque anni si è passati a oltre il 50% attraverso campagne di educazione ambientale fino nelle scuole promosse dalle Amministrazioni comunali e dalle municipalizzate. Se ad esempio a Napoli si fosse recuperata almeno la frazione umida (residui di pasti, bucce) avrebbe avuto il 30% in meno di rifiuti mentre Cosenza potrebbe recuperare molte tonnellate di umido al giorno. E quindi più spazio nelle discariche (meno discariche) e meno commercio di rifiuti, dunque più risorse da destinare al riciclaggio. Riciclare raddoppia la vita dei materiali, permette di spendere meno energia e, dunque, di inquinare di meno e fa in modo che si aprano meno miniere e cave. Ma non è solo questo. La raccolta differenziata presuppone il coinvolgimento attivo dei cittadini nella trattazione della spazzatura che essi stessi producono. In pratica, differenziando i suoi rifiuti, il cittadino/compratore si impegna a completare il suo atto di acquisto, consentendo di recuperare quello che è rimasto dopo il consumo. E' una piccola, significativa rivoluzione. Oggi non è più possibile comprare, consumare e, alla fine, disinteressarsi delle scorie, tanto comunque ci pensa il Comune. Il servizio pubblico nelle città sarà sempre di più un affare di tutti, si tratti dell'immondizia o dei trasporti o di altro. La città, dunque, volti pagina per la raccolta dei rifiuti e cominci la raccolta "porta a porta". Il Comune faccia partire nei prossimi giorni una massiccia campagna informativa, anche con opuscoli distribuiti alle famiglie e poi nelle scuole. Il progetto è importante. Ne deriverà presto anche un assetto diverso del rapporto tra i cittadini e l'Amministrazione comunale che può giovarsi di una conoscenza aggiornata dei bisogni della città.

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