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    Censore: "Riforma sanitaria non si abatta su territori deboli"

     

     

    Censore: "Riforma sanitaria non si abatta su territori deboli"

    22 set 10 ''Poiche' cresce sempre di piu' nei territori la preoccupazione per le scelte che il nuovo Governo regionale si appresta a compiere in tema di riorganizzazione delle rete ospedaliera, e' doveroso che chi come me che rappresenta i cittadini nelle Istituzioni dia voce alle popolazioni che temono di subire scelte che pregiudicherebbero il loro diritto alla salute''. Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd Bruno Censore, vicepresidente della Commissione regionale antimafia. ''La ferma condanna verso qualunque atto di violenza, ancorche' verbale, nei confronti di amministratori ad ogni livello - aggiunge - non puo' essere certo il presupposto per tacere del malcontento e della mancanza di chiarezza che si registra tra i calabresi in merito alle ipotesi di chiusura o riconversione delle strutture ospedaliere''. ''Sappiamo, perche' lo ha affermato piu' volte il presidente Scopelliti - dice ancora Censore - che vi sono 4-5 ospedali da chiudere definitivamente e sappiamo inoltre che altre 13-14 strutture sono destinate alla riconversione. Non e' nostra intenzione difendere l'indifendibile o giustificare sprechi che effettivamente ci sono e vanno eliminati; comprendiamo anzi la necessita' di fare delle scelte radicali, ma alcune di queste vanno a nostro parere ben ponderate perche' rischierebbero di indebolire il tessuto economico-sociale di territori gia' marginali e poco considerati sotto molto aspetti. Nella 'black list' stilata con i dati del Dipartimento regionale Tutela della Salute rientrano, secondo notizie pubblicate e mai smentite, due strutture del vibonese, l'ospedale di Serra San Bruno e quello di Tropea, che sarebbero destinate alla riconversione. Nessuno vuole creare allarmismi, cedere a facili campanilismi o fomentare manifestazioni di protesta fini a se stesse, specie su argomenti cosi' delicati. Quello che pero' vorrebbero i vibonesi, che io mi onoro di rappresentare in Consiglio regionale, e' capire se siano effettivamente queste le scelte che si appresta a compiere il Governo regionale. Se cosi' fosse, infatti, ci si troverebbe di fronte ad un depauperamento senza precedenti della sanita' vibonese''. ''Mentre la costruzione del nuovo ospedale di Vibo, al di la' delle polemiche e delle rassicurazioni di maniera, stenta a decollare - sostiene ancora Censore - l'attuale nosocomio della citta' capoluogo soffre tuttora di pesanti carenze strutturali e di organico. In tale situazione, i presidi di Serra e Tropea rappresentano gli unici avamposti sanitari sul territorio per decine di migliaia di cittadini che, altrimenti, sarebbero costretti a recarsi presso strutture fuori provincia e quindi molto distanti come Lamezia o Catanzaro. Gia' oggi, peraltro, si registrano preoccupanti segnali in tali strutture le cui attivita' risultano ridotte al lumicino (Tropea) e fortemente ridimensionate in virtu' dell'accorpamento di reparti come Medicina e Cardiologia (Serra). Non si puo' tacere di fronte ad un simile impoverimento dei servizi sanitari, specie se riguarda strutture territorialmente strategiche che dovrebbero rimanere indubbiamente ospedali 'per acuti'. La paventata riconversione, invece, rappresenterebbe un grave torto alle popolazioni vibonesi, che di fatto cosi' non potrebbero contare su nessuna struttura sanitaria adeguata in tutta la provincia. Per questo rivolgiamo al presidente Scopelliti una ferma richiesta di chiarimenti in merito a tali ipotesi di riassetto della rete ospedaliera, coscienti che in una fase delicata come quella attuale il confronto e la concertazione siano essenziali per arrivare a scelte che, seppur necessarie, non penalizzino intere popolazioni come quella vibonese''. ''In tale contesto e per favorire il confronto con la gente - conclude Censore - il Partito Democratico avviera' una serie di iniziative pubbliche che, anche attraverso sopralluoghi nelle strutture in questione, avranno l'obiettivo di favorire il confronto ed evitare che la riforma del sistema sanitario si abbatta come una mannaia proprio sui territori piu' deboli''.

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