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    Sindaco Reggio a festa patronale: "Preoccupato da destabilizzazione antistato"

     

     

    Sindaco Reggio a festa patronale: "Preoccupato da destabilizzazione antistato"

    14 set 10 ''Noi cristiani impegnati in politica, oggi, qui, davanti alla Vergine Patrona, vogliamo comportarci come il pubblicano della parabola del Redentore chiedendo perdono alla Madonna per quanto potevamo fare e non abbiamo fatto per questa comunita', per gli egoismi che hanno caratterizzato il recente agire della classe dirigente cittadina''. E' quanto ha detto il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, nel corso della cerimonia del cero votivo alla Madonna della Consolazione Patrona della citta'. ''Riprendendo - ha aggiunto - le parole dell'attuale Pontefice sulla politica e sui politici, crediamo sia giusto ricordare che 'non basta apparire buoni e onesti: occorre soprattutto esserlo'. Il politico cristiano deve operare con spirito di servizio, evitando l'uso strumentale e personale del mandato popolare. Noi cristiani, noi cattolici impegnati in politica non possiamo rimanere impantanati nell'egoismo personale o nella logica partitica che mira a demonizzare l'avversario, a neutralizzarlo anziche' tentare di percorrere tratti di strada assieme per realizzare quel bene comune che tutti, ahinoi a parole, affermiamo di perseguire''. Raffa ha poi evidenziato che ''oggi, come cristiano, come capo della Civica amministrazione e come cittadino mi sento particolarmente orgoglioso di donare il cero votivo alla Madonna, che consideriamo guida illuminata in questo nostro cammino terreno. Siamo qui, per offrire il rinnovato impegno, le speranze dei nostri giovani, la fatica del nostro cammino, l'urgenza di portare a termine il compito affidatoci, la necessita' di individuare nuovi percorsi e il coraggio di intraprenderli. Reggio vive una fase controversa della sua storia, segnata da vicende complesse e da contraddizioni che caratterizzano la vita politico - amministrativa, la realta' sociale, il tessuto economico e produttivo''. ''Proprio a Reggio, crocevia - ha proseguito - delle civilta' greca e romana, duemila anni fa Paolo di Tarso accese la fiaccola del cristianesimo che poi illumino' il processo di evangelizzazione di tutta la Calabria. In quelle radici ed in quei valori dobbiamo riconoscerci caratterizzando le nostre quotidiane azioni di amministratori e di cittadini. La societa' post moderna, che sotto gli effetti della globalizzazione continua a perdere valori autentici che prima aggregavano e che sembra riportarci alle antiche divisioni tra popoli e culture, trova il suo collante nel sentimento della paura alimentata da fondamentalismi, dalle logiche disumane del capitalismo finanziario, dal terrorismo, da fenomeni degenerativi prodotti dalla criminalita' organizzata. Di fronte a vecchie e nuove paure, nel cittadino globale incomincia a venir meno la convinzione che l'antidoto contro gli effetti devastanti della societa' amorfa sia l'individualismo. Dall'inizio di questo 2010, Reggio e' tornata alla ribalta nazionale per episodi che, nei decenni precedenti, l'avevano caratterizzata in negativo. Ci domandiamo il perche' di questo ritorno al passato, di questo attacco frontale alle istituzioni democratiche ed ai suoi uomini piu' rappresentativi. Dall'analisi dei fatti, credo che noi tutti abbiamo il dovere di un approfondito esame di coscienza. Iniziando dalla politica, da chi, ottenendo il consenso popolare, e' stato chiamato al governo della cosa pubblica. Le forze dell'antistato approfittano delle divisioni per destabilizzare, per insediarsi nei centri decisionali della vita socio - economica ed amministrativa della citta'''. ''Le precipitazioni atmosferiche - ha aggiunto Raffa - dei giorni scorsi ci hanno posto davanti ai drammi della gente, vittima non solo della natura, ma anche delle omissioni di chi e' deputato a governare il territorio. Nella vita di Reggio c'e' un lungo elenco di priorita', nel quale, tra l'altro, troviamo nuove poverta', un diffuso disagio sociale, la potenza economia e militare della 'ndrangheta, le scarse possibilita' di lavoro per i giovani, il precariato che produce nuove sacche di disoccupazione, la difficile integrazione di quanti appartengono ad altre culture e di chi, invece, per sua scelta o per emarginazione e' costretto a vivere da disadattato. Sono tutti temi che dobbiamo affrontare con coraggio e senza subdole promesse. Per aggredirli, pero', la sola politica non basta. Cosi' come non puo' bastare l'encomiabile attivita' della magistratura e delle forze dell'ordine, ai quali va tutta la nostra gratitudine. Penso che, insieme al 'comitato di sicurezza' della nostra prefettura, abilmente coordinata da Luigi Varratta, dovremmo creare il 'comitato dell'educazione': una task force che analizzi i fatti e che proponga e realizzi interventi mirati alla 'costruzione' del cittadino, a partire dai bambini, fino agli anziani. Solo cosi' vinceremo quella cultura mafiosa che, come epidemia letale, ci infetta fin dalla tenera eta'''. ''Qualche giorno fa, mi e' stato chiesto - ha concluso - il tema di fondo per questa festa. Alla domanda ho risposto senza titubanze: la speranza! Deponendo il cero votivo e' quanto mi sento di chiedere alla nostra Patrona: quella speranza che muove i nostri passi, nonostante la fatica dell' incomprensione e della solitudine. Quella speranza che riempie tempi e spazi del nostro vivere comune e ci sospinge a 'riprendere a crescere', come si legge nel documento preparatorio alla 46a Settimana Sociale dei Cattolici, che avremo l'onore di ospitare dal 14 al 17 ottobre''.

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