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    Tripodi e Crupi contro Brunetta “Rialzare la bandiera del meridionalismo”

     

     

    Tripodi e Crupi contro Brunetta “Rialzare la bandiera del meridionalismo”

    12 set 10 “L’anno scorso l’ex socialista lagunare , prof. Renato Brunetta, ministro del governo Bossi- Berlusconi, aveva preso congedo dall’estate tra la frescura di Cortina , additando, con profumato linguaggio, i nemici del progresso e del rinnovamento d’Italia nell’ <<èlite di merda>>, rappresentata dagli intellettuali radical-chic. Ora, poiché come tutti i geni, il ministro, formato tascabile, non si ripete mai, quest’anno ha messo il muso nel ripostiglio delle vecchie anticaglie razziste contro il Mezzogiorno e la Calabria e le è venute sparpagliando nel cortile a nutrimento dei polli coltivati, che non sanno né di storia né di cultura, e neppure che la politica è politica del <<particulare>>. Lo scrivono un una nota congiunta Michelangelo Tripodi, responsabile nazionale per il Mezzogiorno del PdCI, e Pasquino Crupi, meridionalista comunista. “Infatti, -si legge nella nota- il prof. Renato Brunetta, esempio meraviglioso di come tanta intelligenza feroce possa albergare in un corpo così addomesticato dalla natura, ammonisce che senza la Calabria e la circoscrizione Caserta-Napoli- governate rispettivamente dai pdiellini Scopelliti e Caldoro. Oh, la dimenticanza!-, l’Italia sarebbe prima in Europa, insomma, avrebbe una velocità indiavolata soprattutto sotto il profilo economico. Ce ne dispiace per gli ammiratori del genio apocalittico del ministro Brunetta , ma l’ efferata frase, che lo espone ad una molesta visibilità, non è che il pessimo rifacimento dell’<<avviso>> ( sulla <<Frankfurter Zeitung>>,1908) che un giornalista tedesco <<manifestò>, all’indomani del terremoto di Messina e Reggio e riportato da Benedetto Croce nella sua Storia del Regno di Napoli, uscita nel 1925: fate attenzione :1925. <<>> che suona così: “ Sarebbe grande fortuna per l’Italia se tutta quella parte di essa che va da Roma in giù , discendesse, una volta per sempre, nel grembo del mare”. Qual altro, del resto, il destino della <<zavorra>>, se non quello di essere buttata nel <<grembo del mare>>, del nostro mare. mica della laguna veneta? Affacciarsi sul Mezzogiorno oggi, con argomenti ripresi da giornali tedeschi di 102 anni or sono, fa semplicemente pena e indigna per la pigrizia mentale, forma sofisticata di cinismo, di cui dà splendido saggio l’intelligente ministro Brunetta. Il quale, nello stabilire i parametri di civiltà d’un territorio, bada solo al dato quantistico , quando come insegna Benedetto Croce “nella considerazione storico-politica non si tratta di vedere dove ci sia stato o non ci sia stato il benessere e la felicità, e maggiore o minore felicità ( ricerca d’altronde priva d’interesse, oltreché sempre malsicura), ma dove ci sia stata o no attività etico-politica” (Storia del Regno di Napoli, pag. 32). Ecco, attività etico-politica . Qui, da noi,nel Mezzogiorno, questa attività etico-politica è stata oltremodo dispiegata dai Magni Spiriti del meridionalismo, che non vale la pena d’elencare e dei quali interessa, però, sottolineare che tutti, proprio tutti, considerarono l’inferiorità del Mezzogiorno o come il risultato della povertà naturale del suolo e del Clima (Fortunato) o come l’effetto della sua struttura economico-sociale ( Ciccotti, Salvemini, Gramsci, il calabrese Fausto Gullo) o come il prodotto dell’assenza d’una classe dirigente (Croce) o come il portato dello stato accentratore ( Dorso) o come la conseguenza dello sfruttamento del Nord sul Sud, colonia economica e colonia politica ( Nitti,il calabrese Mancini il Grande). E a nessuno dei quali venne in mente di fare i conti della lavandaia, del dare e dell’avere, “delle infermità e delle colpe da imputare a ciascuno”, essendo importante “ doversene liberare , tutti in concordia di sforzi”( Storia del Regno di Napoli, pag. 260). Tutti, meno uno, il ministro Brunetta, il quale, con le lancette dell’orologio, rivoltate all’indietro, continua a pensare il Mezzogiorno come una “palla di piombo” . Anche questa una cosa da più di 100 anni fa e su cui Gramsci ha speso parole indimenticabili a difesa del Mezzogiorno come parte essenziale della costruzione d’una Italia nuova. Per concludere. Non è uno scandalo l’uscita dell’intelligente Brunetta. È un segno, un marchio d’infamia, del governo Bossi-Berlusconi , d’un governo, non solo nemico del Mezzogiorno, ma anche governo, che primo e unico nella storia d’Italia, guida la gazzarra razzista contro il Mezzogiorno. Fatto questo che nessun governo ha posato dal 1860 ai giorni nostri, se persino il regime fascista ebbe una proposta, anche se sbagliata, per la soluzione della questione meridionale e non ritenne il Mezzogiorno una “zavorra”. Che fare? Detto in poche e rapide, ma perspicue parole: non limitarsi alle lagne, persino alle contumelie, contro il ministro, che a adesso ci tratta come <<zavorra” e appena ieri ci voleva liberare con una nuova spedizione dei Mille. Per nulla. Contro il ministro Brunetta e contro il governo Bossi-Berlusconi bisogna rialzare la bandiera del meridionalismo attivo, che i comunisti italiani non hanno mai abbassato. Il che significa esattamente una lotta continua e a fondo conto il governo Bossi-Berlusconi, che, secondo il vecchio costume, ruba i fondi al Sud per destinarli al Nord, come i fondi Fas; accresce anche la separazione fisica tra le due Italie, sopprimendo i treni; lascia nell’acqua e nel fango intere città, tentando la fantasia dei meridionali con il Ponte sullo Stretto; respinge nel lavoro domestico e nella disoccupazione migliaia e migliaia di figli del popolo con il diploma e la laurea con il taglio dei precari; stimola irresponsabilmente il risentimento dei Settentrionali contro i Meridionali; innesta il federalismo fiscale come rimedio al Sud, che mangia e non produce. E mantiene nel Consiglio dei Ministri il prof. Brunetta che, ove possedesse il comune sentimento della vergogna, dovrebbe rassegnare subito le dimissioni, essendo costituzionalmente chiaro che non si è ministri d’una laguna, ma di tutto il territorio nazionale.

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