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    Adamo fa ricorso: "Non sara' il Musi di turno a cacciarmi"

     

     

    Adamo fa ricorso: "Non sara' il Musi di turno a cacciarmi"

    10 set 10 "Sono orgoglioso di essere stato socio fondatore del Pd. Tutt'ora sono e resto nel Pd. Non può essere un Musi di turno a 'cacciare' nessuno dal partito". Lo ha sostenuto Nicola Adamo, ex capogruppo del Pd alla Regione ed attualmente nel gruppo misto, dopo che il commissario regionale del partito, il sen. Adriano Musi, ha detto di considerarlo fuori dal partito per non avere aderito al gruppo. "Anzi - ha proseguito Adamo - mi ritengo fortemente impegnato a dare con modestia, umiltà e responsabilità il mio piccolo contributo alla costruzione di un partito il cui profilo sia coerente alle ragioni ispiratrici e fondative". "Mi sto battendo da tempo - ha aggiunto - contro un Pd farsa, contro un Pd che è la negazione della sua stessa ragion d'essere. La pensavo così quando abbiamo svolto il congresso regionale, l'ho pensata così nella fase preelettorale e i fatti mi hanno dato ragione. Ho continuato a battermi dopo l'insediamento del Consiglio regionale per una rappresentanza istituzionale che per quanto plurale potesse essere espressa attraverso un gruppo consiliare unitario. Però, nonostante la decisione quasi unanime della direzione regionale del partito, di quel gruppo nel Consiglio regionale non c'é ancora traccia. Su questo punto, né prima né dopo il commissariamento, nessuno ha dato spiegazioni politiche, né conto delle proprie responsabilità. Anzi, nel dopo Musi la situazione è perfino peggiorata". "Il gruppo del Pd, di cui parla Musi, in Consiglio regionale - ha sostenuto Adamo - è una vergogna, è una finzione. Prima di tutto Musi dovrebbe dar conto del fatto che invece di lavorare ad unire ha prodotto nuove divisioni che ci fanno registrare una balcanizzazione del Pd in Consiglio regionale. Ora addirittura invece di mettere in campo una politica fatta da idee, progetti e organizzazione, Musi si trincera dietro atteggiamenti burocratici e staliniani". "Comunque - ha proseguito - non può essere un Musi di turno a 'cacciare' nessuno dal partito, addirittura con un comunicato stampa. Bersani gli avrà potuto attribuire tutti i poteri eccezionali e straordinari possibili ma non la competenza di assumere decisioni sanzionatorie. Tutto al più egli potrebbe esprimere orientamenti ed indirizzi ma le decisioni vanno assunte dagli organismi di controllo competenti previsti dallo Statuto nazionale e regionale. Compito di Musi invece sarebbe quello di sciogliere intricati nodi politici: a partire da quello di non consentire che una moltitudine di rappresentanti istituzionali e dirigenti di partito stiano nel Pd e al tempo stesso sostengano e rappresentino un'altra formazione politica come ad esempio 'Autonomia e Diritti'". "Per quanto mi riguarda - ha sostenuto Adamo - io non rientro in nessuna di quelle tipologie per cui lo statuto prevede la cancellazione dall'anagrafe degli iscritti. Infatti, non ho aderito a nessun'altro movimento, a nessun'altro partito e a nessun'altro gruppo diverso da quello indicato e votato dalla direzione regionale del mio partito e come anche le pietre sanno, al gruppo misto sono stato assegnato d'ufficio. La mia è una battaglia politica che condurrò fino alle estreme conseguenze perché si faccia chiarezza e perché il Pd sia un soggetto politico credibile e non un franchising elettorale che gente senza consenso e senza pensiero tentano di utilizzare per la sola ambizione di occupare scranni istituzionali. Molti di questi, oggi pressano sulla linea della divisione perché sanno bene che per essere eletti debbono essere solo nominati. Sanno bene che se dovessero essere votati dai cittadini sarebbero bocciati e quindi si affidano supinamente alle burocrazie ed ai capi corrente nazionali per essere nominati. Lungi da loro un partito inteso come movimento collettivo plurale radicato nel territorio". "Musi - ha concluso Adamo - dovrà dare prova di essere venuto in Calabria per compiere questa missione. In ogni caso di questa vicenda investirò formalmente il segretario nazionale del partito e la commissione nazionale di garanzia".

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