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    A.Napoli: "Non escludo che senatrici o deputate elette dopo essersi prostituite"

     

     

    A.Napoli (Fli): "Non escludo che senatrici o deputate elette dopo essersi prostituite"

    08 set 10 "No, no. Non escludo che senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite". A dirlo è stata la deputata Angela Napoli, del Fli, componente la commissione parlamentare antimafia, rispondendo alle domande di Klaus Davi. "Purtroppo - ha aggiunto - può essere vero e questo porta alla necessità di cambiare l'attuale legge elettorale. E' chiaro che, essendo nominati, se non si punta sulla scelta meritocratica, la donna spesso è costretta, per avere una determinata posizione in lista, anche a prostituirsi o comunque ad assecondare quelle che sono le volontà del padrone di turno". La parlamentare, poi, è scritto in una nota, parlando del Ddl del ministro Mara Carfagna che prevede il carcere per i clienti delle prostitute, ha sostenuto che "se veramente quell'ipocrita Ddl sulla prostituzione diventasse legge, sarebbero non tanti, ma tantissimi i parlamentari che verrebbero arrestati". "Salvo che i parlamentari beccati con prostitute - ha precisato Angela Napoli - se la cavino con l'immunità, mentre un operaio o un camionista finirebbero per pagare nella solita logica di casta, come sempre avviene"

    Liste lombarde del PDl non erano pulite. "Le liste lombarde del Pdl alle ultime elezioni non erano pulite. Stiamo valutando il tutto con la commissione antimafia. Pertanto la Moratti e Formigoni farebbero bene a dare messaggi chiarissimi, non solo con le parole, ma anche con le scelte dei candidati". Lo ha sostenuto, secondo quanto riferisce una nota, Angela Napoli, deputata del Fli e componente la Commissione parlamentare antimafia, intervistata da Klaus Davi per il suo programma televisivo "KlausCondicio", in onda su You Tube. "Dire a parole che non si vogliono i voti della 'ndrangheta - ha aggiunto - e' molto facile per tutti. Quando poi, però, si fanno le liste elettorali e, all'interno delle stesse, si inseriscono candidati conosciuti per i loro rapporti con la criminalità organizzata, vuol dire che si punta ancora una volta solo al risultato elettorale numerico, ma non qualitativo. Questa è una delle mie battaglie principali che ho portato avanti anche in Calabria, anzi soprattutto lì, in occasione delle ultime regionali. Io non sono andata a votare perché, dopo aver avuto la forza, e devo dire anche il coraggio, di fare i nomi, a livello nazionale, di determinati politici collusi con la mafia, me li sono ritrovati candidati nelle liste". La Napoli ha poi sostenuto che "i nuovi boss studiano alla Bocconi e ad Harvard, hanno anche due o tre lauree e vanno ai meeting dell'intellighenzia come per esempio quello di Cernobbio. Ha perfettamente ragione Nicola Gratteri", procuratore aggiunto di Reggio Calabria. La parlamentare ha anche sostenuto che "la Moratti non parla della 'ndrangheta a Milano perche' ha paura. Ha paura, così facendo, di criminalizzare l'intero territorio. Basti pensare al fatto che non è stato possibile nemmeno creare una commissione comunale antimafia. Questo è estremamente grave"

    “No, assolutamente no”. Risponde cosi Angela Napoli, a chi le chiede se al posto di Renato Schifani, rimarrebbe nella posizione di presidente del Senato dopo le inchieste del settimanale “L’Espresso” e del quotidiano “Il Fatto” sui suoi presunti rapporti con la mafia. Intervenendo a “KlausCondicio”, la deputata ha aggiunto: “fermo restando che il presidente Schifani e’ stato comunque scagionato, qui entriamo in un campo che, alcune volte, mi vede particolarmente critica. Spesso la magistratura, non tutta per carita’, quando si imbatte nell’ambito delle sue inchieste in un politico e, quindi, nelle sue collusioni con la criminalita’ organizzata, e’ molto garantista. E purtroppo, poi, in politica non prevale quell’attenzione alla quale saremo un po’ tutti richiamati da quanto diceva Paolo Borsellino, nel senso che si dice: questo non e’ toccato dalla giustizia e quindi e’ una persona pulita. In realta’ cosi’ non e’. Il mondo politico non dovrebbe aver bisogno dell’intervento della magistratura e, quindi, dell’applicazione della giustizia per fare pulizia al proprio interno. Purtroppo quando si viene avvolti o, comunque, nemmeno poche volte, indagati per determinati rapporti, esso si fa scudo di questa garanzia che viene data dalla giustizia”. Nel corso del programma Angela Napoli, a proposito delle inchieste Meta e Il Crimine in atto in Calabria, ha poi ribadito che “lo stesso procuratore della Dda Pignatone ha confermato l’esistenza di questi filoni che vedono il collegamento tra mafia e politica, ma c’e’ qualcosa che si respira nell’aria e che nessuno riesce a capire: perche’ queste inchieste non vanno avanti, perche’ non si arriva alla loro fine? E’ strano che in Calabria, pur con questa compenetrazione cosi’ forte della ‘ndrangheta, nel tessuto dell’imprenditoria e della politica, non ci sia un solo amministratore che sia stato giudicato”. Incalzata, alla domanda se di fronte a certi grandi nomi di politici i magistrati si fermano?, Napoli ha risposto: “alcuni si’. Non c’e’ dubbio”.

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