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    Caputo “Fondazione Fortugno punto di riferimento”

     

     

    Caputo “Fondazione Fortugno punto di riferimento”

    29 ott 10 <<Nella lotta quotidiana alla ‘ndrangheta, cultura è anche repressione, e repressione vuol dire anche cultura. Non vedo, nei fatti, troppe distinzioni o antinomie. Che la sfida tra legalità e mafie, tra Stato e criminalità organizzate, resti anzi tutto di tipo culturale e sociale è un dato ormai acquisito e condiviso. A mio avviso rientra però, in questa stessa considerazione di metodo, la necessità forte di un incremento costante, mirato e concreto degli interventi finalizzati alla repressione. Non ritengo cioè due binari distinti e separati, da una parte la battaglia sul versante del progresso culturale e, dall’altra, l’indispensabile ruolo repressivo e di tutela della legalità che spetta ad istituzioni e forze dell’ordine sul campo, in Italia ed in Europa. Sono due facce della stessa medaglia, due aspetti della stessa consapevolezza e cioè che al di fuori del diritto non c’è alcun credibile e duraturo progresso, di nessun tipo. Ciò detto, il lavorio di rottura quotidiana che associazioni e fondazioni possono mettere in campo per suggerire la preferenza di modelli di vita e di successo più attraenti rispetto a quelli, effimeri e statisticamente perdenti – come sostiene spesso il Giudice GRATTERI nelle scuole – imposti dall’appartenenza a società mafiose, è strategico. Perché quel lavorio, apparentemente sotterraneo, fatto di comparazioni tra stili di vita a breve e lungo termine, si inscrive nella durata, scava nelle coscienze e quindi investendo sui più giovani. Di questo impegno de-ideologizzato e destinato preferenzialmente alle nuove generazioni, mirato tanto a de-mitizzare la figura del criminale quanto a dimostrare, con i numeri e non con la retorica, che non c’è felicità né successo nel progetto mafioso, hanno particolarmente bisogno i più giovani e gli studenti calabresi. In questo contesto l’approvazione, in modo bipartisan ed unanime, nella giornata di ieri, in 1° Commissione Affari Istituzionali, della proposta di legge, sottoscritta dai consiglieri F. TALARICO, FEDELE, BILARDI, BOVA, TRIPODI, CICONTE, PRINCIPE, SERRA, DE GAETANO e GIORDANO, per la partecipazione del Consiglio Regionale alla costituzione della Fondazione intitolata a “Francesco FORTUGNO”, assume un significato importante. Le finalità della Fondazione (di cui sono soci il Consiglio Regionale, il Comune di Locri e gli eredi FORTUGNO), indicate nell’Articolo 3 della proposta, sposano tutte quell’obiettivo, duplice, socio-culturale e repressivo cui alludevo prima: dalla promozione di attività culturali, studio, ricerca e assistenza che favoriscano il progresso nel settore della sanità, allo sviluppo ed alla diffusione della cultura antimafia in particolare tra i giovani, dalla promozione di iniziative tese a favorire il miglioramento dell’azione di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso alla promozione di attività tese a favorire – aspetto di cruciale importanza soprattutto per ciò che concerne la ‘ndrangheta – la cooperazione internazionale nella prevenzione e repressione dei delitti di criminalità organizzata per una più rapida ed efficace azione di contrasto. Anche in considerazione dell’impostazione chiaramente culturale che il Presidente SCOPELLITI ha dato alla stessa azione riformatrice nella sanità regionale, vi sono oggi tutte le condizioni, storiche e concettuali, perché il nuovo soggetto che sarà costituito possa diventare, con il contributo di tutti i soggetti coinvolti, uno dei punti di riferimento, in sinergia con il Consiglio Regionale, di questa mission vitale per la Calabria, se immaginiamo davvero un nuovo progetto baricentrico euro mediterraneo. La Fondazione FORTUGNO potrà cioè contribuire a riempire di contenuti, di metodi e di proposte concrete la battaglia, culturale, giuridica e militare, affinché i calabresi possano progressivamente togliersi dal collo un cappio asfissiante, come la ‘ndrangheta, che resta la causa di tutti gli indici di sottosviluppo ai quali – ripetiamocelo e ripetiamolo ai giovani con maggiore frequenza – non siamo affatto vincolati per un destino immutabile. Invertire rotta si può, si deve ed è possibile>>.

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