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    Di Pietro all'Unical "Fuori la politica affaristica dalle universita'"

     

    Di Pietro arriva tra i fumogeni

     

    Di Pietro all'Unical "Fuori la politica affaristica dalle universita'". La protesta di Filorosso

    21 ott 10 'La politica affaristica non deve entrare nelle universita''. Lo ha detto il leader di Idv, Antonio Di Pietro, intervenendo all'Universita' della Calabria nell’Aula Magna gremita di studenti ad un'iniziativa sulla riforma del sistema universitario proposta dal Ministro Gelmini. 'Con la riforma si introduce una logica - ha aggiunto - che c'entra poco con la ricerca e con la didattica. Che ci sia bisogno di una riforma del sistema universitario e' evidente. Ma come tutte le riforme, specie se di modello liberale, anche questa deve garantire due cose. In primo luogo le risorse per realizzarle e poi, che in nome della liberta' d'insegnamento, non si lasci tutto alle universita' private e a quelli che hanno i soldi per poter frequentare. Si deve garantire la possibilita' di apprendere a tutti i cittadini, anche a quelli meno abbienti'. 'Secondo Di Pietro, 'occorre inoltre che ci sia una rivisitazione completa dei corsi di laurea. Italia dei Valori, nella discussione in Aula sulla Riforma Gelmini, e' intervenuta piu' volte con centinaia di emendamenti scopo principale dei quali dove e' stata l'individuazione delle risorse finanziarie'. In merito alle elezioni di Marzo, Di Pietro dice che “le ragioni di questo Paese imporrebbero che alle urne si andasse non domani ma ieri'. 'Questo perche' il governo e la maggioranza - ha aggiunto - si occupano di tutt'altro che dei problemi reali del Paese.Mentre in Italia ci sono posti in cui c'e' una guerra civile in atto, come a Napoli. Posti in cui si chiudono decine di fabbriche al giorno, aziende che non hanno piu' speranza. Di fronte a tutto questo, il Governo si e' chiuso nel proprio bunker soltanto per trattare argomenti che interessano la casta, la cricca e poche persone, a cominciare dal Presidente del Consiglio'.'E' questa la ragione - ha concluso Di Pietro - per la quale noi dell'Italia dei Valori stiamo dicendo e ci stiamo battendo perche' al piu' presto si possa tornare alle urne'. "Oggi siamo alla fase finale della saga berlusconiana, con il lodo Alfano che dovrebbe modificare addirittura la Costituzione che i nostri padri con il sangue ci hanno dato, soprattutto nell'articolo 3: la legge e' uguale per tutti. E' per questo che noi lo sfidiamo su questo tema: andiamo a chiedere agli italiani se sono d'accordo che Parlamento e Governo devono stare impegnati tutti i giorni per garantire a lui l'impunita' o non si devono occupare di rilanciare le risorse economiche e sociali per garantire al Paese un futuro migliore". Sulla riforma della Giustizia, il leader IdV dice che “e' necessaria, ma non e' quella che hanno messo all'ordine del giorno i signori della maggioranza"."Da domattina, avere o non avere un Consiglio superiore della magistratura, con diverse modalita' di individuazione delle nomine, non aiutera' a fare prima i processi e il cittadino non avra' una giustizia migliore. Tutte le riforme di questo pacchetto riguardano innanzitutto i processi da salvaguardare a Berlusconi, e poi una distribuzione di ruoli e di poteri tra Ministero della Giustizia e Magistratura, che nulla ha a che fare con la funzionalita' quotidiana delle cause, che riguarda piu' risorse, piu' mezzi, piu' uomini". 'Una porcata ministeriale'invece ha definito la vicenda della discussione in aula per la quale il leader di Idv ha chiesto 'le dimissioni o l'immediata revoca di fiducia al ministro Calderoli'. Di Pietro, che spiega: 'Calderoli ha mentito dicendo che una legge specifica, gravissima perche' prevede fino a dieci anni di carcere, i cui fondamenti stanno dentro la Costituzione, che riguarda fenomeni sovversivi, che possono avere finalita' terroristiche, sono state cancellate solo per garantire a una trentina di leghisti, che giocavano a fare i secessionisti, di non essere processati'.'Non e' possibile che per garantire i privilegi di qualcuno si cancella una legge che garantisce la sicurezza dello Stato. Lui ha mentito -continua Di Pietro- secondo le dichiarazione scritta rilasciata dal presidente della commissione per la semplificazione, perche' dice che non ne sapeva niente mentre ancora oggi il ministro della Difesa ha detto che e' stato proprio il ministero della Semplificazione a non voler procedere alla correzione di quella che loro definiscono errore materiale ma che io chiamo porcata ministeriale'.

    Gruppo regionale non e' spaccato. ''Nessuna spaccatura nel gruppo regionale di Italia dei Valori. Quando c'e' un congresso ci sono sempre una minoranza e una maggioranza perche' le regole della democrazia si basano proprio su questo e non ne so trovare altre migliori da qualche migliaio di anni a questa parte''. Lo ha detto il leader di Idv, Antonio Di Pietro. ''L'alternativa - ha aggiunto Di Pietro - e' quella di non fare i congressi. Fino ad oggi a Idv si chiedeva che si democratizzasse al proprio interno. L'abbiamo fatto con grande partecipazione e, come succede nei congressi, ci sono piu' concorrenti, vince chi ottiene maggior consenso soprattutto quando come nell'Idv, abbiamo messo regola principe, non ci sono deleghe e partecipano al voto soltanto i presenti''. In relazione al fatto - di cui scrive oggi il Quotidiano della Calabria sulla sottoscrizione, da parte dei consiglieri regionali Emilio De Masi e Domenico Talarico di un documento che li vincola al pagamento di una penale di 100 mila euro qualora dovessero decidere di abbandonare il gruppo regionale di Idv - Di Pietro ha sostenuto che ''tutti i partiti prevedono questo ed e' giusto che sia cosi'. Non si tratta di blindare con un contratto. L'Italia dei Valori riceve finanziamenti pubblici dallo Stato come tutti i partiti nei rimborsi elettorali e fa campagna elettorale per tutti i candidati ed e' chiaro che se uno viene eletto e va in un altro partito l'investimento che i cittadini hanno fatto attraverso quel partito, per farlo eleggere, lo deve restituire chi passa in un altro partito. Non puo' rimetterci i cittadino''

    La protesta di Filorosso: Una rappresentanza dello spazio sociale Filorosso dell'Universita' della Calabria ha partecipato all'iniziativa con Antonio Di Pietro svoltasi stamattina nell'aula magna dell'ateneo. ''Dopo la decisione presa lunedi' scorso - e' detto in un comunicato - dal Senato Accademico di demolire lo spazio sociale autogestito dal 1995 all'Universita' della Calabria, gli studenti hanno deciso di farsi sentire. E lo hanno fatto in maniera colorata in occasione della prima uscita pubblica del rettore Latorre al convegno sulla riforma universitaria con Antonio Di Pietro''. I promotori della protesta hanno innalzato uno striscione con la scritta ''La socialita' non si demolisce, Filorosso resiste''. Su un altro cartellone e' stato scritto: ''Io voglio che Filorosso continui ad esistere''. ''Quando e' arrivato con la sua auto blu - riferiscono i militanti di Filorosso - Di Pietro si e' fermato subito per capire. Capira' meglio dentro, quando il Filorosso otterra' due minuti per spiegare le proprie ragioni al microfono, raccogliendo i ripetuti applausi ed il consenso delle mille persone presenti in Aula, tanti studenti ma anche impiegati e docenti. Lunga vita al Filorosso''

    Fuori la protesta di Filorosso

    Lo striscione

    Dentro la sala piena

    Il Rettore apre l'iniziativa

    occupato ogni ordine di posto

    la protesta di Filorosso nella sala

     

     

     

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