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    Napoli (Fli) “Inadeguate le misure di protezione dei collaboratori di giustizia”

     

     

    Napoli (Fli) “Inadeguate le misure di protezione dei collaboratori di giustizia”

    19 ott 10 Una interpellanza parlamentare e’ stata sollevata dalla deputata di FLI, Angela Napoli, a proposito della vicenda dell’uccisione della testimone di giustizia, Lea Garofalo, e delle incredibili circostanze che hanno portato alla luce gli inquirenti mettendo in risalto le inadeguate misure di protezione dei collaboratori di giustizia. Scrive la Napoli al Ministro dell’Interno nel testo integrale dell'interrogazione: – Per sapere – Premesso che:
    - il drammatico omicidio della collaboratrice di giustizia, Lea Garofalo, ripropone criticamente la inadeguatezza delle misure di protezione per collaboratori di giustizia nonché quella per testimoni di giustizia ;
    - in data 9 febbraio 2010, con atto n. 4-06063, puntualmente ad oggi privo di regolare risposta, l’interrogante, appena appresa la notizia della scomparsa della collaboratrice Lea Garofalo, ha chiesto di conoscere i motivi per cui non sia stata ammessa al regime di protezione, pur avendo subito un tentativo di sequestro e pur appartenendo ad una famiglia pressoché sterminata da una faida di ‘ndrangheta;
    - oggi, dopo la notizia dell’uccisone della collaboratrice Lea Garofalo, l’interrogante apprende dalla stampa, e non in risposta all’atto ispettivo del febbraio 2010, che la protezione sarebbe stata revocata su rinuncia della collaboratrice di giustizia;
    - ad avviso dell’interrogante, appare davvero sottovalutata la situazione in cui versava la collaboratrice Lea Garofalo; - la collaboratrice, oltre ad aver denunziato gli intrighi della cosche della ‘ndrangheta crotonese, aveva avuto l’assassinio del padre e del fratello durante lo sterminio della faida di Petilia Policastro tra le due famiglie Garofalo e Mirabelli;
    - non è mai accaduto che la ‘ndrangheta usasse l’occultamento dei cadaveri con lo scioglimento nell’acido, il che evidenzia l’aumentata pericolosità degli uomini delle cosche, che sicuramente non dimenticano di fare “macabra giustizia” di tutti coloro che hanno inteso denunciare;
    - difronte a questa barbara uccisone l’interrogante ritiene che non possa più essere sottovalutata la necessità di adeguati interventi di protezione per collaboratori e testimoni di giustizia , anche quando viene chiesta la rinuncia spontanea al programma:
    - se non ritenga necessario ed urgente chiarire tutte le reali vicende che hanno portato Lea Garofalo ad uscire spontaneamente da programma di protezione;
    - se non ritenga necessario ed urgente provvedere ad un adeguato regime di protezione per la figlia di Lea Garofalo, Denise;
    - se non ritenga necessario ed urgente definire una norma legislativa che imponga la valutazione, da parte degli organi competenti, sull’accoglimento o meno della richiesta di uscita dal programma di protezione per collaboratori e testimoni di giustizia.

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