Messina (Idv): "A Rosarno puo' esplodere l'emergenza" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Messina (Idv): "A Rosarno puo' esplodere l'emergenza"

07 ott 10 Ignazio Messina, deputato e commissario Idv in Calabria ha presentato un’interpellanza urgente al governo “per sapere - riporta una nota - come si intenda procedere per affrontare la nuova emergenza umanitaria che si avvia ad aprirsi a Rosarno con la stagione della raccolta, per garantire ai lavoratori stagionali dimore in luoghi dalle condizioni igienico-sanitarie adeguate e per evitare che pericolose tensioni sociali possano degenerare nuovamente in episodi di violenza”. L’interpellanza è stata sottoscritta anche da Massimo Donadi, Fabio Evangelisti e Antonio Borghesi. “Il prefetto di Reggio Calabria, il 10 ottobre scorso - sostiene Messina - ha presieduto una riunione in merito alla situazione degli immigrati presenti nella piana di Gioia Tauro per monitorare la situazione territoriale in vista dell’inizio della stagione della raccolta degli agrumi che richiama ogni anno migliaia di immigrati, clandestini e non, ed esaminare soluzioni utili ad evitare momenti di tensione sociale come già accaduto nel comune di Rosarno nel dicembre 2008 e ancora più violentemente nel gennaio 2010”. “Secondo i dati forniti - afferma Messina - sono presenti a Rosarno circa un centinaio di lavoratori stranieri stagionali ma si è ipotizzato che, nei prossimi due mesi, potrebbero arrivare circa 2 mila immigrati in cerca di lavoro. Risulta fermo il progetto avviato nel 2007 per trasformare l’ex “Cartiera” in un centro di aggregazione sociale e risultano inutilizzati i box doccia realizzati con uno stanziamento di 200 mila euro all’interno dell’ex fabbrica Opera Sila. L’osservatorio migranti Africalabria, che lavora a stretto contatto con la realtà degli immigrati, ha denunciato inoltre l’inutilità di un progetto in via di approvazione all’interno della fabbrica Beton Medma, confiscata al clan dei Bellocco”. “La politica del Governo - sostiene ancora Messina - non sembra però aver considerato i reali problemi proponendo azioni essenzialmente repressive sintetizzate dai respingimenti del ministro Maroni e dallo slogan “tolleranza zero” del ministro Sacconi, non sembra essere riuscita a scalfire le radici di un problema che rischia di esplodere nuovamente”