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    Principe (PD): "Con bando su poli d'innovazione violata la legge"

     

     

    Principe (PD): "Con bando su poli d'innovazione violata la legge"

    22 nov 10 “Leggo sui quotidiani locali di un avviso pubblico della Regione Calabria Dipartimento 11 Cultura, Istruzione, Alta Formazione e Ricerca riguardante il progetto integrato strategico “ Rete regionale dei Poli di Innovazione. Il Bando è finalizzato alla individuazione dei soggetti gestori di ben 8 poli di innovazione nei settori:Trasporti e Logistica; Tecnologie della salute; Beni Culturali;Tecnologie dell’Informazione e delle Telecomunicazioni; Filiere Agroalimentari di qualità; Energie rinnovabili, Efficienza energetica e tecnologie per la gestione sostenibile delle risorse ambientali; Tecnologie dei materiali e della produzione; Risorse acquatiche e filiere alimentari della pesca. Con il bando si mettono a disposizione complessivamente risorse pubbliche per 34 milioni di euro”. È quanto afferma in una nota il capogruppo regionale del Partito Democratico, Sandro Principe. “La notizia - prosegue Principe - suscita perplessità e sconcerto per un modo di operare illegittimo, che non prende in alcuna considerazione la normativa regionale vigente in materia di ricerca ed innovazione tecnologica. Vengono violati, infatti, gli artt. 4, 5 e 6 della Legge Regionale n. 24 del 17 agosto 2009 “Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica”, laddove si prevede l’adozione di un piano triennale da parte del Consiglio Regionale, prima di assumere provvedimenti in materia di ricerca che comportino l’utilizzo di fondi pubblici. La finalità di questo atto di programmazione è evidente: stabilire, dopo l’espletamento di un’approfondita procedura di coinvolgimento delle università, dei centri di ricerca, di tutti gli attori protagonisti del territorio in materia e della imprenditoria, in quali settori prioritariamente intervenire, concentrando in essi le risorse disponibili in un triennio”. “È abbastanza evidente - aggiunge Sandro Principe - che un investimento in ricerca può dare risultati concreti se le risorse si concentrano nei settori dove sussistano, ad un tempo, professionalità, ricercatori ed università, che hanno realizzato studi e ricerche in avanzata fase di elaborazione, e soggetti imprenditoriali in grado di utilizzare quegli studi e quelle ricerche, per l’innovazione di processo e di prodotto nelle loro aziende. Inoltre, l’iniziativa è espressione della vecchia politica di intervento a pioggia e, quindi,della dispersione delle risorse che, con la finalità di accontentare tutti non producono, con il loro impiego, alcun risultato concreto. Si è costretti, pertanto, a censurare con forza questa iniziativa del governo regionale che, ignorando la legge e senza predisporre la necessaria programmazione, finisce per dilapidare le limitate risorse investendole, in modo acritico ed insufficiente, in tutti i settori; ed infatti,è ridicolo pensare che con soli 34 milioni di euro circa, si possano realizzare ben 8 poli di innovazione”. “Il bando de quo - conclude il capogruppo regionale del Partito Democratico - va pertanto revocato. L’assessore competente ha il dovere, inoltre, di porre in essere tutte le iniziative e le procedure per portare all’esame del Consiglio Regionale il piano triennale previsto dall’art. 4 e seguenti della legge 24/09, prima di attivare qualunque impegno di spesa”.

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