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    C'era il vento del nord, ci sara' il vento del sud

     

     

    C'era il vento del nord, ci sara' il vento del sud. Iniziativa di Sansonetti a Lamezia

    13 nov 10 Con un fragoroso applauso alla notizia, data dal direttore Piero Sansonetti, della liberazione di San Suu Kyi si è concluso il convegno "C'era il vento del Nord. Ci sarà il vento del sud. Il riscatto della Calabria", organizzato a Lamezia Terme dal quotidiano calabrese "Calabria Ora". Una riflessione di quattro ore - dopo la relazione introduttiva di Piero Sansonetti - che ha analizzato a 360 gradi le prospettive di sviluppo, non solo della Calabria, ma dell'intero Mezzogiorno dove - con le parole dell'arcivescovo di Cosenza, Salvatore Nunnari, che ha inviato un messaggio - "il bisogno crea la difficoltà ed offre lavoro alla criminalità organizzata". Non un "piangersi addosso", però, ma una volontà di riscatto e di crescita per una regione che ha una sua storia ed una sua tradizione che affondano le radici in un passato di cui, ancora oggi, resta un'indelebile testimonianza. Una terra, come ricordato dallo storico Ulderico Nisticò, che "ha immense ricchezze culturali anche se si inseguono sempre i vecchi luoghi comuni". Motivo, questo, per il quale ha sollecitato una "riorganizzazione della cultura" in quanto in questa regione "non c'é bisogno solo di cultura". Ma, la Calabria, come è emerso dal dibattito, è anche una regione con un tessuto economico che vuole emergere. Una terra con aziende ed imprese che con orgoglio rivendicano una loro autonomia ed un riconoscimento, pur registrando, come sottolineato dall'imprenditore Antonio Gatto, "una disattenzione storica del Nord verso il Sud. Abbiamo davanti - ha aggiunto - un rallentamento dell'economia mondiale ed il nostro Paese soffre per la crescita lenta e per l'indebitamento pubblico". Questo, mentre, invece, c'é bisogno di altro come, ad esempio, di "una burocrazia efficace ed efficiente o di una sanità che funzioni al di fuori della politica. Il nostro futuro - ha proseguito - noi lo abbiamo sciupato e lo stiamo sciupando con il nostro non fare ed il Nord si avvantaggia del nostro non essere cittadini. Iniziamo, quindi, ognuno di noi, a fare il nostro dovere fino in fondo, cominciando a pensare anche a chi verrà dopo di noi ed a cosa vogliamo lasciar loro". In questo contesto le risorse "sono importanti ma - ha sottolineato - se continuano ad essere gestite come è avvenuto finora, non servono. Infatti, non servono i soldi, ma il buon senso". Da qui la sollecitazione "a formare dirigenti e burocrati con l'ottica della produttività" ed "a riacquistare dignità facendo il proprio dovere". Sulla stessa lunghezza d'onda, Sebastiano Caffo, dei giovani imprenditori, che ha invitato la classe dirigente a "riflettere sulle condizioni delle piccole e giovani imprese che, nonostante le difficoltà - ha detto -, sono riuscite ad affrontare la crisi nazionale", evidenziando che "un Piano industriale per il Sud deve considerare la possibilità di insediamenti al sud". Anche il mondo del sindacato, presente con il segretario regionale della Cisl, Paolo Tremonti, non ha voluto far mancare il suo pensiero chiedendo che venga "riproposto il tavolo Calabria che - ha sottolineato - alcuni anni fa era stato avviato, concentrando l'attenzione su alcuni temi principali: infrastrutture; valore della concertazione; sollecitazione alle pubblic company di aumentare i loro investimenti in Calabria del 10%; introduzione della fiscalità di vantaggio e credito d'imposta per gli investimenti e per l'occupazione". Dal dibattito, al quale hanno portato il loro saluto anche i parlamentari Elio Belcastro e Giuseppe Galati, è emerso un Sud diverso, un Sud che reclama a gran voce una maggiore stabilità economica, un nuovo modo di concepire gli aiuti, non più assistenziali ma produttivi; un nuovo modo di interpretare la politica verso queste regioni. In altre parole "una nuova politica del welfare, un nuovo patto sociale che - come detto da Enza Bruno Bossio della direzione nazionale del Pd - si affianchi ad una nuova politica riformista. Non più lavoro assistenziale - ha aggiunto -, clientelare, che sottomette il bisogno alla mafia o al sistema politico, ma il diritto ad un reddito universale di cittadinanza come avviene in Europa dove, a differenza di Italia e Grecia, esiste un reddito minimo a partire dai 16 anni per chi vive in condizioni di disagio. Il vento del Sud - a detta di Bruno Bossio - non può che essere un vento riformista, ambizioso che comprenda che la crescita economica passa anche attraverso l'innovazione". Il Mezzogiorno, quindi, non più chino a chiedere con la mano tesa, ma "con il coraggio di alzare la schiena, nonostante ci sia stato - ha affermato Wanda Ferro, presidente della Provincia di Catanzaro e dell'associazione regionale delle Province - il fallimento della politica di contrapposizione all'interno dello stesso territorio. Una Calabria vincente, infatti, è una Calabria che parla a tutti i territori in maniera uguale e deve essere al centro dell'attenzione dell'agenda politica nazionale". Da qui un invito alla politica che - ha detto - "non deve rimanere ingabbiata dalle ideologie, ma deve guardare al bene del territorio e deve parlare alla gente in modo chiaro". Ciò che si è chiesto, altro non è che una politica che viva il territorio, si confronti con esso, viva e conosca i problemi di ogni giorno e non se ne allontani sempre più. Ma, per far sì che ciò accada secondo l'ex presidente del consiglio regionale, Giuseppe Bova, c'é un passo necessario da fare: "Riformare la legge elettorale per dare la possibilità di scegliere agli elettori. Oggi - ha aggiunto - i partiti sono ridotti a simulacri che non servono a niente". Questo, in un contesto in cui "il Nord, mese dopo mese,anno dopo anno, si è allontanato dal Sud che è a somma zero, è un'appendice periferica, una mera definizione geografica". Per Bova "la sfida è quella di far pesare democraticamente il Sud del Paese, mettendolo in rete con strutture federali, altrimenti il vento col vento non porterà a nulla".

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