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    Caminiti si presenterà dimissionario all'assemblea del PD

     

     

    Caminiti si presenterà dimissionario all'assemblea del PD

    24 mag 10 Alla prossima assemblea regionale del Pd il presidente del partito, Pino Caminiti, si presenterà dimissionario. Lo ha riferito lo stesso Caminiti nel corso di una conferenza stampa a Lamezia Terme, in cui ha parlato di "situazione confusa all'interno del partito in cui gli organismi sono stati esautorati". "Finché ci sono gli organismi - ha aggiunto Caminiti - questi vanno rispettati come vanno rispettati coloro i quali sono stati eletti. Tutto è assunto fuori dal partito, che viene ignorato, e ciò dal punto di vista democratico è inaudito. Sento il bisogno di lanciare il mio allarme al partito mettendo il mio incarico a disposizione dello stesso. La situazione è giunta ad un punto tale che bisogna cominciare a trasmettere l'idea che dobbiamo iniziare a fare sul serio". Caminiti, nel ripercorrere il cammino che ha portato alla sconfitta del centrosinistra in Calabria e, ancor prima al congresso svoltosi alcuni mesi fa, oltre che a parlare di "situazione insostenibile" e di "confusione totale", ha puntato il dito anche contro l'assemblea convocata per dopodomani a Cosenza. "Ci sarà un'assemblea regionale - ha detto Caminiti - che sarà conclusa dal segretario regionale, facendo credere che sia di tutto il partito ma in realtà è di una parte del partito e non so bene cosa sia. Io ho una concezione abbastanza laica del partito e penso che possa strutturarsi in vari modi e se dopodomani dovesse fondarsi una nuova corrente del partito non ci sarebbe niente di male. Il fatto grave è che non lo si fa a viso aperto. Bisogna avere, invece, il coraggio di farlo alla luce del sole e non giocare a nascondino con le cose". Secondo Caminiti, il Partito Democratico si trova "in una fase molto delicata. C'é gente che ormai non protesta più. C'é un abbandono strisciante, silenzioso. L'ultima direzione, convocata in due mesi e che ha partorito il topolino, si era conclusa senza alcuna decisione ed io avevo chiesto che si votasse per il gruppo unico che, nonostante l'impegno della direzione, non si è fatto. Per valutare le conseguenze politiche di questa scelta si doveva tenere una riunione che non si è fatta. Siamo in una situazione di totale paralisi". "Di fronte alla crisi politica in cui ci troviamo - ha detto ancora Caminiti - per vedere come applicare le nuove norme stabilite a Roma si aspetta la prossima riunione della Direzione regionale, che, apprendo, è stata convocata per il 2 giugno. Una data che temo non sia nemmeno reale, a meno che non si voglia fare un incontro tra pochi. Se non si affronta, invece, il nodo politico e si decide quanti ne cacciamo e chi sono quelli che cacciamo, io sono dubbioso se partecipare". Il presidente del Pd ha fatto riferimento, in particolare, all'ex presidente della Regione, Agazio Loiero. "La sua posizione - ha detto Caminiti - non rientra in alcuna delle norme approvate dall'assemblea nazionale riguardo l'incompatibilità. Eppure il suo caso è stato sollevato da tanti compreso lo stesso Guccione il quale però ora si accinge magari ad applicare la mannaia verso quanti hanno posto quel problema politico da lui stesso condiviso, che però non viene affrontato e non gli viene data nessuna soluzione politica.Quindi dovrebbero subire un provvedimento disciplinare solo per avere detto che ci sono dei problemi coloro che hanno posto il problema politico di Loiero che tale era e tale resta". Il presidente dimissionario del Pd calabrese ha anche parlato di "mancanza di sede di confronto" e di "un partito fai da te. A Reggio Calabria, la mia città - ha detto - in queste ore c'é un dirigente di primissimo piano che partecipa a due iniziative ed io lo apprendo dai giornali. Se la realtà è questa, allora chiudiamolo questo Pd. Condivido la proposta dell'azzeramento di tutti del quale si è tanto parlato ma è tutto rimasto invariato. Questo confronto l'avrei voluto fare all'interno del Pd e, cioé, negli organismi eletti nell'ultimo congresso che, però, sono stati lasciati come soprammobili". "Come presidente del partito - ha concluso Caminiti - potevo convocare l'assemblea ma, per come intendo io il partito, in maniera rigorosa non ho inteso farlo come strumento di potere perché l'assemblea si convoca non contro qualcuno ma per dare le linee politiche".

     

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